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Troppi pericoli nascosti, addio alle chat
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1. Troppi pericoli nascosti, addio alle chat
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da Il Corriere della Sera
24 settembre 2003

Troppi pericoli nascosti, addio alle chat

Microsoft annuncia la chiusura. Fenomeno nato nel ’95, ogni giorno 120 mila italiani dialogano in rete

Chat , è ora di dirsi addio. Almeno per una grande fetta del popolo di Internet l’era delle chiacchiere online pare giunta al capolinea. Msn, il portale Internet di Microsoft, tra i primi a cavalcare l’onda dei contatti virtuali, annuncia la cancellazione di tutte le stanze a partire dal 14 ottobre. «In Italia e in Europa -spiega Stefano Maruzzi, direttore generale di Msn. it -la chiusura sarà totale e definitiva. Negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone potrà chattare soltanto chi si abbonerà con la carta di credito». Una notizia che non mancherà di far discutere: è forse il segnale che l’epoca di un’Internet libera fino all’anarchia è in procinto di finire? «Sì -dice Maruzzi -,siamo consapevoli degli effetti che avrà la nostra scelta. Ma era l’unica possibile considerato che il bilancio su questo servizio è negativo».
A pesare sulla decisione di Msn, informa Maruzzi, è la constatazione che le chat si sono trasformate in una piazza dove la privacy degli utenti è costantemente a rischio. E dove lo spamming (lo sfruttamento indebito degli indirizzi email a scopi pubblicitari) la fa ormai da padrone. Stefano Maruzzi: «E’ anche una questione di sicurezza degli utenti. Le chat si sono trasformate nel "territorio di caccia" dei gestori di siti equivoci, in gara per procacciarsi clienti. Per non parlare dei pedofili o di tutti coloro che usano il sesso per i loro commerci. Non poteva andare avanti così, considerato che le chat non si possono monitorare 24 ore su 24: sono diventate un terreno minato».
Un’esagerazione? Secondo Audiweb, in agosto 12,9 milioni di italiani si sono collegati in Rete (nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 9 milioni). Di questi, si stima che il 10% abbia chattato almeno una volta, mentre i frequentatori abituali delle stanze online sono almeno 120 mila nell’arco delle 24 ore. Tutti malintenzionati? «Certo che no - risponde Maruzzi -. Ma basta frequentare una qualsiasi stanza per rendersi conto che il "gioco" ha tradito le aspettative: non vale la pena continuare». Occorre dire a questo punto che Msn.it, annunciando la chiusura, ha già calcolato la perdita in traffico e fatturato: «Le nostre chat hanno una media mensile di un milione di utenti unici (15-20 milioni sul network mondiale). Per l’Italia, riteniamo che la perdita di questo traffico comporterà una diminuzione del fatturato di 500 mila euro».
E’ un epilogo che pochi avrebbero pronosticato, considerando che le chat sono una delle ragioni del successo e della diffusione capillare di Internet. Nate alla metà degli Anni ’90 come evoluzione dei sistemi di connessione tra le università (Irc), le chat hanno a loro volta dato vita ai forum, ai newsgroup e infine ai programmi di messaggistica istantanea (come «Instant messenger») che hanno rapidamente superato in traffico il «vecchio» sistema delle email .
Vale la pena buttare via tutto? Per Angelo Falchetti, amministratore delegato di Dada, Internet company che gestisce portali come Clarence e SuperEva (4 milioni e mezzo di utenti unici al mese), la questione è più complessa. «Non credo che chiudere le chat sia una soluzione -spiega -. Non si deve più comunicare perché è impossibile controllare tutto e tutti? Posto che gli strumenti per tenere a bada le chat esistono (senza interferire con la libertà di comunicazione), il compito di accertare le violazioni del codice spetta alle istituzioni, per esempio alla polizia postale. Se invece vogliamo considerare questa mossa una conferma che su Internet è finita l’era del tutto gratis, be’, allora sono d’accordo».


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Date: 24 Sep, 2003 on 08:22
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