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Autonomia e fondi, la Moratti rassicura i rettori
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1. Autonomia e fondi, la Moratti rassicura i rettori
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da Il Corriere della Sera
24 settembre 2003

Proposto lo stanziamento di un miliardo per il finanziamento degli atenei. Domani la replica dei «magnifici»

Autonomia e fondi, la Moratti rassicura i rettori
Il ministro: il piano di riforma è una nota tecnica. «Chiederò 25 milioni per i prestiti d’onore agli studenti»

ROMA - Clima più disteso tra i rettori e la Moratti. I «magnifici», dopo un incontro di chiarimento col ministro, hanno preso atto che è stata abbandonata «l’ipotesi tecnica» di riforma del finanziamento degli atenei, ritenuta lesiva dell’autonomia universitaria. «Non c'è nessun provvedimento del governo - ha detto loro Letizia Moratti -. Quella era soltanto una nota tecnica frutto di una serie di incontri bilaterali o trilaterali. È una nota che ha bisogno di approfondimenti e l’incontro è stato da me voluto proprio in quest’ottica». I rettori hanno ricevuto rassicurazioni dal ministro anche sui finanziamenti, una questione vitale che un anno fa li aveva indotti a minacciare le dimissioni in massa: «La Moratti ha dichiarato di aver richiesto in sede di legge finanziaria l’incremento di un miliardo di euro per il fondo di finanziamento ordinario delle università». Pace fatta? I magnifici si esprimeranno ufficialmente domani nel corso della presentazione della prima relazione sullo stato delle università.

IL PRESTITO - Il ministro Moratti ha anche chiesto uno stanziamento di 25 milioni di euro da destinare ad un fondo di garanzia per il rilancio del prestito d’onore. In Germania lo scorso anno sono stati concessi 600 mila prestiti d’onore ad altrettanti studenti universitari. In Inghilterra 900 mila. In Italia - un milione e 700 mila universitari - negli ultimi cinque anni sono stati erogati solo 500 prestiti. Quasi tutti garantiti dal patrimonio e dal conto in banca della famiglia piuttosto che dalle capacità del futuro laureato e professionista. A dodici anni dalla legge istitutiva di questa provvidenza, che in realtà ha fatto solo finta di puntare sull’«onore» del giovane, sta accadendo qualcosa di nuovo nel panorama piuttosto desolato del diritto allo studio in Italia.

LE OFFERTE - La Fondazione Cariplo, Banca Intesa e i Politecnici di Torino, Milano e Bari si sono mossi per primi. Un centinaio di pratiche su altrettanti laureandi, dove l’istruttoria si fonda sulla «materia grigia», sono state completate. Cinquemila euro, per tre anni, fino ad un massimo di 15 mila, da restituire in dodici anni al tasso fisso del 5,60. La prima rata - il tempo di sistemarsi un po’ - dodici mesi dopo la laurea, la specializzazione o il dottorato. Per gli studenti meritevoli e bisognosi sarebbero allo studio condizioni ancora più agevolate. L’offerta è riservata ai giovani degli ultimi anni di corso iscritti a tre solidissimi politecnici, con dati molto favorevoli quanto ai tempi di occupazione dei laureati. L’operazione è garantita da un fondo di un milione di euro, sottoscritto dalla Fondazione Cariplo e dai tre atenei, che copre fino a un tre per cento del capitale versato. Grazie alla Bei è stato possibile offrire dei tassi d’interesse particolarmente favorevoli. Insomma l’università, considerata secondo i tradizionali canoni dell’istruttoria un’area a rischio, è diventata una fetta di mercato, gli studenti da soggetti poco affidabili si sono trasformati in futuri e appetibili clienti. L’idea comincia a piacere anche ad altre università. «Sono in corso contatti con altri dieci atenei», dice Marco Morganti, responsabile del progetto università di Banca Intesa.

LA MORATTI - Il problema del prestito d’onore è sempre stato quello di conciliare il diritto allo studio con un minimo di regole di mercato. Chi copre, ad esempio, eventuali insolvenze? Ogni ateneo e ogni facoltà dispongono di dati differenti sull’occupabilità dei laureati. Dove non sono buoni occorrono maggiori garanzie. Il ministro Moratti , che ha seguito con interesse l’iniziativa di Banca Intesa, ha propos to a Tremonti, in sede di finanziaria, uno stanziamento di 25 milioni di euro da destinare ad un fondo di garanzia per il rilancio dei prestiti d’onore. Le condizioni non sono state ancora definite nei dettagli. Le regioni dovranno stipulare convenzioni con le banche. La somma potrebbe aggirarsi tra i 10 e i 15 mila euro, da restituire con un tasso d’interesse del tre per cento. Il fondo garantirà la copertura della differenza tra il tasso ultragevolato a carico degli universitari e il tasso richiesto dagli istituti di credito, intorno al 5,70.

Giulio Benedetti


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Date: 24 Sep, 2003 on 08:16
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