POLITICA
Il capo dello Stato: «Non bisogna lasciare soli gli insegnanti»

Ciampi: scuola statale imposta dalla Costituzione
Il presidente della Repubblica inaugura l'anno scolastico: insegnamento pubblico è dovere dello stato

ROMA - Un elogio della scuola statale. Che nasce dalla prescrizione imposta dalla Costituzione. Lo ha ribadito il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi all'inaugurazione dell'anno scolastico al Vittoriano a Roma, insieme al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti.

RICHIAMO - «La Costituzione - ha detto Ciampi - assegna alla Repubblica il compito di dettare le norme generali dell'istruzione, di istituire scuole statali per ogni ordine e grado, di assicurare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai gradi più alti degli studi. È diritto e dovere dei genitori istruire ed educare i figli ed educare significa soprattutto trasmettere valori. Esiste, naturalmente, una sfera privata dei valori. Di questa, ciascuno è responsabile solo di fronte alla propria propria coscienza. I valori che ci uniscono come cittadini italiani sono proclamati solennemente nei primi dodici articolI della Costituzione, principi semplice e chiari, scolpiti nei nostri cuori».

INSEGNAMENTO - «Educare - ha aggiunto Ciampi - non è un compito semplice. Anche per questo il compito degli insegnanti «è alto e nobile». E’ dovere di tutti non lasciarli soli nel loro lavoro ha sottolineato poi il presidente della Repubblica, sollecitando un impegno generale affinché all’insegnamento venga assicurata «la centralità e il rispetto che merita». «Alto e nobile è il compito degli insegnanti - ha ricordato Ciampi - bisogna saper parlare, bisogna saper ascoltare. E’ l’unica via per rinnovare negli anni quel patto tra le generazioni senza il quale la vita di una società si inaridisce». Molti insegnanti, ha proseguito il Capo dello Stato, «operano con passione e capacità professionale in condizioni anche difficili; comprendono le inclinazioni, le inquietudini, le aspirazioni dei loro allievi; riescono ad aprire con loro un dialogo».

16 settembre 2003