A L’AQUILA
Il simbolo islamico vicino al crocifisso Prima volta a scuola

Un simbolo islamico in classe, per protestare contro una scuola concepita come «luogo d’indottrinamento». Sembrerebbe un paradosso, ma nelle intenzioni di Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia, si tratterebbe dell’unica forma di protesta attuabile per raggiungere una simbolica «pari dignità» con i cittadini cattolici. Per questo ieri mattina nella scuola elementare di Ofena, il paese in cui Smith e la sua famiglia risiedono ormai da anni, ha fatto il suo ingresso un quadro con iscritto il nome di Allah, contornato dalla sura 112 del Corano: «Allah è Unico, Allah è l’Assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui». L’aula prescelta è quella tra i cui banchi uno dei figli di Smith trascorrerà l’anno scolastico. Il quadro è stato posto proprio accanto al crocifisso. E’ la prima volta che in una scuola pubblica italiana fa il suo ingresso un simbolo religioso islamico. L’iniziativa di Smith, destinata, come è già accaduto in passato, a suscitare polemiche, arriva dopo un lungo braccio di ferro tra il presidente dell’Unione musulmani (dalle cui posizioni l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia ha più volte preso le distanze) e le istituzioni italiane. Pare che Smith avesse già «diffidato» i ministeri dell’Interno, della Giustizia e dell’Istruzione, affinché rimuovessero il crocifisso dall’aula del figlio o autorizzassero a esporre, al suo fianco, i simboli di tutte le religioni. Evidentemente, in mancanza di un riscontro ufficiale, ieri Smith ha deciso di passare autonomamente ai fatti. E sulla parete della scuola, accanto alla tradizionale croce di legno, è apparso il nome di Allah.
Non sembra, però, che Smith auguri al quadro in questione una lunga permanenza. Al contrario: «Rimanendo noi coerentemente contrari all’affissione di qualsivoglia simbolo all’interno della scuola statale e laica - si legge in una nota diffusa dal segretario dell’Unione, Massimo Zucchi - invitiamo chi è contrario a tutto ciò ad attivarsi affinché vengano rimossi sia il crocifisso che il nostro simbolo islamico, poiché la loro presenza lede i diritti di chi professa una religione diversa e anche di chi non ne professa nessuna». «La scuola - conclude Zucchi - deve limitarsi a essere un luogo di insegnamento, non di indottrinamento». L’avversione di Smith per il crocifisso è di lunga data: due anni fa, nella sua prima apparizione televisiva, lo definì «un pezzettino di legno con un cadaverino».

Gabriela Jacomella