La sentenza del Tar siciliano apre la questione dell'equiparazione pubblico-privato nei punteggi

Mazzata aggiuntiva sulle segreterie degli istituti. L'effetto "domino"

Altro guaio in vista per la grande famiglia dei docenti precari (almeno 200 mila a livello nazionale censiti dal ministro dell'istruzione e circa 2 mila 400 nelle graduatorie del Pordenonese): l'equiparazione anticipata dei punteggi tra servizio sulle cattedre statali pubbliche e private. Senza attendere la scadenza prospettata dal decreto Moratti del 2002-2003. A causa di un'ordinanza del Tar di Catania che potrebbe avere l'effetto "domino" in tutte le graduatorie provinciali. Contagiate in ogni realtà geografica dalla sentenza insulare.
Gli stessi punti assegnati in graduatoria ai docenti precari delle scuole statali e private raddoppierebbe subito, da 6 a 12 per ogni anno di insegnamento il "bottino" di servizio degli insegnanti non statali, con immediati scavalcamenti nelle graduatorie locali. Perchè il tribunale amministrativo regionale di Catania ha accolto un ricorso collettivo per il riconoscimento pieno dei periodi di lavoro in cattedre del settore non-statale. Il precedente "niet" emesso dal Tar del Lazio qualche mese fa non non ha fatto scuola.
Una matassa difficile da dipanare, anche perchè il pool di avvocati siciliani procederà per fare diventare immediatamente esecutiva la nuova ordinanza del Tar e il ribaltone potrebbe essere dietro l'angolo dell'avvio dell'anno scolastico. Con disperazione dei precari della scuola statale, a rischio di scavalcamenti di massa.
«Una situazione scandalosa creata anche dal decreto Moratti - lamentano i precari provinciali con i sindacalisti di Cgil scuola che fanno scudo sui diritti dei supplenti statali -. I docenti che hanno lavorato nelle scuole private grazie a conoscenze, convinzioni religiose o chissà che calpesteranno i diritti acquisiti sul campo da chi ha sempre seguito la prassi lenta e faticosa delle chiamate in cattedra rispettando le graduatorie legali pubbliche. L'equiparazione dei punteggi significa ampie prospettive di nomina e reclutamento nello Stato, mentre le private continueranno ad assumere per "preferenza e simpatia" mettendo al bando anche i bravi docenti giudicati "non graditi" (per esempio negli istituti confessionali sono messi al bando i divorziati, conviventi oppure single con figli fuori dal matrimonio). Allora lo Stato è in pieno processo di privatizzazione? Sono problemi grossi, come quelli di sopravvivenza che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni, aspettando le nomine».
Se la sentenza del Tar siciliano sarà attivata, il ministero dell'Istruzione potrebbe fare appello per rallentare i tempi applicativi, perchè la posta in gioco è il regolare avvio delle lezioni, che un terremoto nelle graduatorie dei docenti precari metterebbe a rischio.