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Mantova capitale dei libri al via il Festivaletteratura
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da Repubblica.it

Dal 3 al 7 settembre la settima edizione della manifestazione
Fra gli ospiti, Franzen, Grossmann, Eugenides, Enzensberger

Mantova capitale dei libri al via il Festivaletteratura
Cinque giorni di incontri con autori italiani e internazionali musica, danza, teatro e iniziative per i bambini

di ALESSANDRA VITALI

ROMA - Una città, trentuno luoghi, duecento scrittori. Per il settimo anno, Mantova apre le porte al Festivaletteratura, il più importante appuntamento per i lettori italiani. Dal 3 al 7 settembre, si ferma il tempo e scorrono le storie, le esperienze di uomini e donne che consegnano al pubblico l'emozione della parola. Jong e Kertesz, Franzen ed Eugenides, Enzensberger e Pérez-Reverte, Grossman, Mazzucco, Byatt, Fest, Roy. E gli altri. Tanti. Come gli eventi che si snodano fra piazze, strade, teatri, logge, cortili.

Altri festival nel Festival, la letteratura declinata in tutte le direzioni. Da "Voci di vocabolario" (il rapporto fra scrittura e parola), a "Balla coi libri" (festa di danze e letture), dagli incontri "In Limine" (ampio spazio alla poesia, più che nelle passate edizioni) alle "Colazioni con l'autore" (di buon mattino, cappuccino e scrittore), dalle "Scritture giovani" (i nuovi talenti della letteratura europea), a "Oriente, Occidente" (spettacoli di culture altre). E tante iniziative per i bambini. Cinque giorni di passione. Oltre quarantamila presenze lo scorso anno. Per ora, già esauriti 150 eventi sui 216 in calendario.

Una robusta trama di fili rosa accoglie il visitatore. Quella tessuta da Antonia S. Byatt (3 settembre), da Bapsi Sidwa e da Erica Jong (entrambe il 4, la Jong primo appuntamento delle "Colazioni"). La scrittrice newyorkese, a trent'anni dall'uscita di Paura di volare, con Il salto di Saffo rilegge la poetessa di Lesbo come eroina del femminismo. Le voci femminili si alternano a quelle di Hans Magnus Enzensberger ("In Limine", 4 settembre, e un incontro il 6), che ripercorre le sue ultime opere in versi, Più leggeri dell'aria e Il teatro dell'intelligenza. Poi, le suggestioni di Joseph O'Connor (il 4), i dialoghi con Péter Esterhàzy, David Grossmann e i suoi interventi sull'attualità politica del suo Paese, Israele (il 4). E ancora, la Storia di Joachim Fest e quella di Imre Kertész (entrambi il 5).

E ancora voci di donna (il 6), come quella di Marjane Satrapi e del fumetto Persepolis, l'Iran di Khomeini con gli occhi di una bimba. O quella di Angela Davis (il 7): la celebre cantante, esponente delle battaglie per i diritti dei neri americani, presenta Lady Day Lady night, raccolta di saggi su cantanti e autrici della storia del jazz. A scompigliare l'ordine (il 6) è Jeffrey Eugenides. Che ha raccontato come e quando quella maschile, e quella femminile, diventano una voce sola. Come nell'ermafrodito Calliope/Cal, protagonista del suo Middlesex, che gli è valso il Premio Pulitzer.

Confuso, e solo, l'individuo di Zygmunt Baumann (6 settembre) nella società globalizzata, confusi e soli i bambini di Vita che Melania Mazzucco, Premio Strega, segue nella loro ricerca inutile del sogno americano, le partenze e i non ritorni di Quando gli albanesi eravamo noi di Gian Antonio Stella (con Mazzucco il 7). Il viaggio come riscatto possibile nelle avventure di Arturo Pérez-Reverte (il 7) si scontra con la realtà di chi, invece, è costretto a restare: fra sesso e desolazione, è la Cuba di Pedro Juan Gutiérrez (il 7).

Chiudono, il 7 settembre, Jonathan Franzen e Arundhati Roy. Il primo, con il suo (terzo) romanzo, Le correzioni, ha conquistato la vetta della classifica dei best seller statunitensi, ed è diventato un caso letterario anche in Italia. In arrivo Come stare soli, una raccolta di suoi articoli. Arundathi Roy (che sarà intervistata da Irene Bignardi), dopo il racconto delle leggi sociali dell'India affidato a Il dio delle piccole cose, si è dedicata, pacifista ed ambientalista, ad una fitta attività di denuncia sociale. Guerra è pace raccoglie i suoi interventi in materia che, in patria, le sono costati il carcere.

Ricchissimo, per generi, il panorama degli altri appuntamenti. Quello, ad esempio, con il maestro Noboyuki Kajiwara e la nobile disciplina del bonsai. O con lo spettacolo The field degli australiani Strange Fruit, che mescolano circo, teatro e danza.

Ci sono anche lo swing di Nicola Arigliano (in concerto il 5), e Montesole, il tour-concerto-album di Giovanni Lindo Ferretti (il 6) dedicato alla memoria di don Dossetti. E poi c'è Raghunat Manet, fra i massimi interpreti della tradizione indiana dei "danzatori del tempio" (il 6 lo spettacolo Pondichéry). Più accessibili tanghi, valzer e tradizionali, ogni sera a "Balla coi libri". E danze zingare con gli Acquaragia Drom.

Il 5 settembre, un appuntamento da non trascurare. Quello con Attraverso, un progetto pensato per il Festivaletteratura e destinato ad essere replicato in giro per l'Italia. Che traduce in spettacolo le pagine di Erri De Luca. Un lavoro realizzato dallo scrittore insieme con l'attore-autore Marco Paolini, con il violoncellista Mario Brunello, il jazzista Gabriele Mirabassi, il cantautore Gianmaria Testa. "La saga italiana. La storia rimossa del nostro Paese" è invece il titolo dell'incontro, in programma il 7 settembre, con il regista Marco Tullio Giordana, dopo il successo del film La meglio gioventù.

Ma il Festivaletteratura offre anche una straordinaria opportunità ai più piccini (oltre ad aver approntato per loro incontri con autori e spettacoli): imparare un mestiere. Fra i più entusiasmanti. Le lezioni si tengono in piazza Virgiliana, dove si va "A scuola di circo". E si gettano solide basi per diventare, a scelta, giocoliere, equilibrista o clown.

(1 settembre 2003)


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Date: 01 Sep, 2003 on 19:50
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