TELECOMUNICAZIONI

Tiscali al Tar: il Wi Fi non va confinato
Chiesto l'annullamento del decreto ministeriale che stabilisce limiti relativi all'ambito di applicazione

ROMA. Per Tiscali sono troppo stretti i confini del wi fi, la nuova tecnologia per l'accesso «senza fili» ad internet ad alta velocità, oggi limitata alla copertura di aree pubbliche circoscritte (come aeroporti e grandi alberghi).

La società ha chiesto al tar l'annullamento del decreto del ministro per le comunicazioni del 28 maggio (che lancia il wi fi, stabilendo le condizioni per il rilascio delle autorizzazioni): vuole l'eliminazione
dei limiti relativi all'ambito di applicazione, quindi un via libera per la copertura di intere aree del paese.

tiscali ha depositato il ricorso al tar lo scorso 6 agosto. Un analogo
ricorso è stato presentato, lo stesso giorno, anche dalle società alet.Net, entec e unidata. Chiedono che venga rivisto l'articolo 2, primo comma, del decreto tecnico del ministro per le comunicazioni dello scorso 28 maggio, che limita la nuova tecnologia wi fi ad applicazioni «in locali aperti al pubblico o in aree confinate a frequentazione
pubblica quali aeroporti, stazioni ferroviarie e marittime e centro commerciali». Estendere la copertura delle reti radio su larga banda wi fi anche a intere aree all'aperto (strade, quartieri, paesi... ) Aprirebbe nuovi mercati, consentendo a operatori telefonici e internet provider di entrare in diretta concorrenza con gli operatori di telefonia mobile
nel settore di internet e della trasmissione dati (punto di forza dei telefonini di nuova generazione).

In pratica, il wi fi consente di collegare «senza fili», grazie ad una
copertura radio, computer portatili o semplici palmari alla rete di telefonia fissa per la trasmissione internet/dati ad alta velocità.
L'idea di estendere l'applicazione del wi fi non è tuttavia esclusa dalle strategie del ministero per le comunicazioni, che sta sperimentando la fattibilità di diversi ambiti di applicazione. Si pensa alla possibilità di copertura di intere aree del territorio come strumento per portare la larga banda nelle aree tecnologicamente svantaggiate (dove è
più lento lo sviluppo di reti basate su altre tecnologie). Lo studio della fattibilità del progetto è oggetto di una sperimentazione avviata dal ministero il primo agosto. «Intendiamo valutare - aveva spiegato il ministro maurizio gasparri - l'impatto nelle aree periferiche ed a minor reddito. Sappiamo che in italia, come in europa e in tutto il
mondo, esiste un divario tecnologico tra le aree a maggiore e a minor reddito. Ci sono aree in cui la tecnologia si afferma spontaneamente, mentre ce ne sono altre svantaggiate dal punto di vista geografico o economico in cui questo processo non va avanti spontaneamente. Nel corso della sperimentazione - aveva sottolineato gasparri
- valuteremo come queste tecnologie possono armonizzarsi con il territorio, soprattutto in assenza di altre infrastrutture in grado di contenere il digital divide».