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Arrivano dall'Università i professionisti dell'informazione
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da Repubblica.it

Si moltiplicano le lauree in giornalismo negli Atenei
Pochi i corsi riconosciuti dall'Ordine: ecco la guida

Arrivano dall'Università i professionisti dell'informazione

Cresce l'offerta anche se il mercato è in stallo
Serventi Longhi: "Serve un accesso esclusivo alla professione"

di ALESSANDRO RAMPIETTI

Dalla storica Lettera 22 di Montanelli al futuro dei reportage in digitale, la professione del giornalista continua ad affascinare i giovani. Non è un caso che da quando la comunicazione è diventata una disciplina universitaria, ogni anno si moltiplichino i corsi di Laurea e i Master che si propongono di avviare alla carriera di giornalista. Anche perché la tendenza in atto è proprio quella di attribuire agli atenei il compito di formare le nuove professionalità dell'informazione.

Un compito che le università hanno assunto con particolare intraprendenza, visto che le lauree in giornalismo, o più in generale in editoria e media, sono presenti quasi ovunque. Ma attenzione: i corsi ufficialmente riconosciuti dall'Ordine professionale sono meno di 20, e solo 12 quelli che offrono il praticantato, ovvero il periodo di lavoro necessario per poter accedere all'esame di Stato e diventare giornalisti professionisti.

L'idea di una scuola per entrare nel mondo dell'informazione non è nuova. Tutto è cominciato più di vent'anni fa a Milano con l'Istituto di formazione al giornalismo, organizzato dall'Ordine regionale della Lombardia; poi sono arrivati la scuola radiotelevisiva di Perugia e i corsi di Bologna e Urbino. Infine, i veri e propri corsi universitari, come richiesto dalla Riforma e in linea con i progetti di legge, sempre abortiti, che vorrebbero istituire la laurea in giornalismo come unico accesso alla professione. Esattamente come avviene per avvocati, medici e architetti.

Ecco allora la guida ai corsi di Laurea e ai Master in giornalismo organizzati dalle università italiane che offrono il praticantato. Mentre altri, come l'Istituto di formazione di Milano, sono istituiti dal solo Ordine regionale, o, come nel caso di Urbino, dall'Ordine in collaborazione con gli Atenei pubblici.

Scuola Superiore di giornalismo di Bologna. Nata dall'Istituto per la formazione al giornalismo di Bologna, la scuola di durata biennale è aperta a chi è in possesso di una laurea di vecchio ordinamento, o di una laurea specialistica. La frequenza delle lezioni, stage e laboratori è obbligatoria. I posti a disposizione sono 30 ogni anno, e la domanda va presentata entro il 4 settembre 2003. Il costo del master è di 7.800 euro e assicura 6 mesi di stage in redazioni giornalistiche e televisive. Presidente onorario è Enzo Biagi.

Scuola di specializzazione in giornalismo Luiss. L'università privata romana organizza da diversi anni un master di giornalismo di durata biennale a numero chiuso per 40 laureati offrendo molti stage e borse di studio. La domanda di ammissione alle prove di selezione va presentata entro il 31 ottobre. Le lezioni cominciano a dicembre, l'iscrizione costa circa 5.000 euro l'anno. La frequenza, anche in questo caso obbligatoria, va dal lunedì al venerdì.

Master in giornalismo a stampa e radiotelevisivo Università del Sacro Cuore. E' il secondo corso di giornalismo di Milano dopo la scuola gestita dall'Ordine. Come ogni anno recluta 20 nuovi allievi. E' diviso in due curriculum: uno per la carta stampata e uno per il settore radio-televisivo. E' un percorso dal fondamentale impianto teorico, ma offre vari mesi di stage. Il bando scade ad ottobre.

Master in giornalismo e comunicazione di Roma Tor Vergata. Si tratta del primo corso riconosciuto dall'Ordine in un'università pubblica. Offre il praticantato a 20 studenti l'anno. E' di durata biennale, la frequenza è obbligatoria come nelle altre scuole, ma la struttura è di tipo universitario. L'anno è diviso in quattro trimestri con esami e prove pratiche. Gli stage sono concentrati nel secondo anno. La domanda di ammissione va presentata entro metà settembre e la rata è di circa 1000 euro l'anno.

Corso di laurea in Giornalismo della Lumsa di Roma. In questo piccolo ateneo privato romano è possibile ottenere il praticantato riconosciuto dall'Ordine all'interno del normale corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Gli iscritti all'indirizzo in Giornalismo devono sostenere un test per accedere al periodo di pratica, che consiste nella redazione del periodico Lumsa News. Ogni anno vengono selezionati 20 studenti, mentre gli altri proseguono con la Laurea normale. Sono previsti stage e borse di studio. Le tasse variano dai 1500 euro agli oltre 3000 per ogni anno accademico.

Corso di Laurea in Giornalismo dell'Università di Palermo. Come alla Lumsa, si accede al praticantato superando un test all'interno del normale corso di Laurea. In questo caso, però, bisogna iscriversi a Scienze della Formazione. Partito l'anno scorso, offre a 20 studenti di partecipare alla Laurea specialistica in Giornalismo professionistico.

Nel prossimo anno accademico, infine, partiranno i master in giornalismo allo Iulm (Libera università di lingue e comunicazione) di Milano e all'università di Sassari.

Un'offerta sempre più ricca, dunque, accompagnata dalle decine di corsi di laurea in giornalismo e in Scienze della comunicazione che pur non offrendo il praticantato assicurano una preparazione di alto livello per il mondo dell'informazione. Un modo per rispondere a una domanda in continuo aumento, che rischia però di saturare un mercato già in difficoltà. "Nel mondo del giornalismo italiano ci sono circa 35.000 precari a fronte di 12.000 dipendenti assunti regolarmente", spiega Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa, che da dieci anni fa pressioni per rinnovare l'accesso alla professione. "Serve una maggiore preparazione e qualificazione dei giornalisti italiani - continua Serventi Longhi - ma per ottenerla è necessaria una legge che finora è sempre stata osteggiata dagli editori ed elusa dai politici". Il timore dell'Ordine e della Federazione della Stampa è che l'attuale accesso alla professione sia eccessivamente frammentato e, dunque, difficilmente controllabile. Oggi infatti si tenta di diventare giornalisti attraverso l'Università, ma anche per scelta degli editori senza aver bisogno di un titolo, o attraverso corsi privati non riconosciuti dagli organi di rappresentanza.

"L'accesso alla professione deve avvenire attraverso un curriculum formativo riconosciuto - sostiene Lorenzo del Boca, segretario nazionale dell'Ordine dei Giornalisti - e quindi attraverso le università e le scuole". Una necessità, secondo Del Boca, determinata dalle nuove conoscenze che s'impongono a chi vuole entrare nella professione, a partire dalla multimedialità. Un percorso che richiede allora insegnamenti teorici, uniti a ore di laboratorio e stage nelle aziende. Invece, insiste ancora Serventi Longhi, "è necessario un percorso unico con modalità formative omogenee, e questa è una responsabilità che si deve assumere la politica". Per offrire, conclude, ai cittadini italiani "un giornalismo qualificato alla pari del resto d'Europa".

(13 agosto 2003)


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Date: 13 Aug, 2003 on 19:06
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