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Università, il labirinto delle rette E la sfida dei «prestiti d’onore»
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1. Università, il labirinto delle rette E la sfida dei «prestiti d’onore»
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da Il Corriere della Sera
9 agosto 2003

Università, il labirinto delle rette E la sfida dei «prestiti d’onore»
Le tasse variano per le «statali» da un minimo di 160 a 2.500 euro

Rette diversificate di facoltà in facoltà, affitti mai «calmierati», ulteriori spese per libri, mensa, trasporti: è il panorama che si prospetta per chi quest’autunno si iscriverà a un’università italiana. Un mare magnum in cui è sempre più difficile orientarsi. I costi variano con una facilità impressionante dalle statali alle private, di fascia di reddito in fascia di reddito. E sul fronte dei finanziamenti da parte delle banche, la giungla si fa ancora più intricata. In media, secondo gli ultimi dati del Ministero uno studente pagava circa 850 euro di tasse universitarie. Ma la «forbice» reale va da una tassa minima di iscrizione di 164,15 euro a cifre che oltrepassano i 2.500 euro (per alcuni studenti della Statale di Bologna, Milano e Torino). Per le private, la questione è ancora diversa. A Roma una matricola della Luiss contribuirà quest’anno con una retta fissa di 5.700 euro (ma chi entra in graduatoria per le borse di studio ne è esentato), mentre a Milano la Bocconi prevede quattro fasce, con quote tra 3.700 e 8.300 euro.

MENSE E COLLEGI - Alle rette vanno aggiunti vitto e alloggio, trasporti, libri, computer. E se la questione-cibo è spesso risolta dalle mense (in molti casi con prezzi variati per reddito), la casa è il vero tasto dolente. Il costo di una camera in affitto, complice un mercato senza controlli, ha raggiunto livelli inauditi. Restano i collegi, ma anche qui il «balletto delle cifre» è disorientante: a Milano si va dai 1.900 euro l’anno versati da un bocconiano «di prima fascia» nelle residenze del campus, agli 8.500 euro per una singola nel Collegio universitario Città Studi (con un reddito inferiore a 18.076 euro e un voto di maturità di almeno 70/100). Passando per i 5.200 euro di contribuzione massima dello storico Ghislieri di Pavia, dove le rette sono diversificate. Ci sono, è vero, le borse di studio. Ma spesso non sono sufficienti, soprattutto se il reddito «sfora» i limiti Ise (gli Indicatori della situazione economica).

PRESTITO D’ONORE - Una soluzione ci sarebbe: è il prestito d’onore destinato a universitari o a chi frequenta master di specializzazione. E’ stato istituito per legge 12 anni fa. Ma dal ’98 a oggi ne hanno usufruito solo 500 studenti. Avrebbe dovuto avere poche quanto chiare caratteristiche: la richiesta di nessuna garanzia se non un corso di studi regolare e senza interruzioni e la possibilità di restituzione una volta trovato il primo lavoro. In Gran Bretagna, Germania e Usa è ormai uno strumento consolidato. In Italia, nonostante sia stato introdotto nel dicembre 1991 con la legge 390 sul diritto allo studio, è ancora un oggetto misterioso. Sarà per il fatto che il governo non ha mai emesso il decreto attuativo, o perché le banche non hanno avuto interesse a promuoverlo, fatto sta che ai 148 prestiti universitari erogati in Italia nel 2001 ne corrispondono 960 mila in Gran Bretagna e 730 mila in Germania. «Da noi in realtà non è mai decollato - dice Tommaso Agasisti, presidente del Consiglio nazionale studenti universitari -. Le banche non si sono mai lanciate con convinzione. Quel che è stato fatto lo si deve solo allo spirito d’iniziativa di cinque Regioni, per importi che, fino allo scorso anno, non superavano i 3.100 euro l’anno da restituire entro 37 mesi».

ALTRI FINANZIAMENTI - Quasi tutte le banche, da Unicredito a Bnl, da San Paolo-Imi a Mps e Capitalia, in realtà, mettono a disposizione dei finanziamenti per facilitare l’accesso all’università o ai master post laurea. In linea di massima però è un adattamento di prestiti personali tradizionali, con la richiesta di specifiche garanzie e il rimborso in rate prestabilite con l’aggiunta degli interessi. La Banca Popolare di Bergamo offre agli universitari il «Prestito Laurea» (2.500 euro l’importo massimo erogabile). La Banca Regionale Europea offre il conto «Creso Università» con finanziamenti a tasso particolare. E la Banca Sella ha da poco annunciato il lancio del suo «Prestito d’onore», per italiani che vogliono frequentare Master italiani e internazionali, o per stranieri che intendono iscriversi a Master italiani.
La sola iniziativa simile allo spirito originario del prestito d’onore è quella lanciata da Intesa. A partire dal prossimo anno accademico, gli studenti dei Politecnici di Milano, Torino e Bari, potranno usare «IntesaBridge», il prestito messo a punto dall’istituto milanese. Frutto di un accordo tra Politecnici e Fondazione Cariplo, prevede l’erogazione di importi da 5 mila a 15 mila euro per una durata da 10 a 12 anni e dà tempo 8 anni per la restituzione in rate mensili. Non sono richieste garanzie personali (conta solo mantenere il ritmo degli studi); il tasso del prestito, al 5,6% annuo, è bloccato fino al 1° settembre 2004 e alla conclusione degli studi c’è un anno-ponte per cercare lavoro (la prima rata si paga dunque 2-4 anni dopo aver ricevuto il prestito). «A un mese dall’annuncio di questa iniziativa, che per inciso diventerà operativa da settembre, abbiamo già ricevuto un centinaio di prenotazioni -precisa Marco Morganti di Banca Intesa, artefice del progetto -E’ un atto di fiducia nei confronti degli imprenditori di domani. Ecco, il nostro obiettivo è di riuscire ad attivare una catena di valore della fiducia nei confronti dei ragazzi. Raggiunto il traguardo dei primi 500 apriremo la possibilità di partecipare a questa iniziativa anche ad altre università». Come si vede dai numeri la strada del prestito d’onore è ancora tutta da costruire.

Gabriele Dossena Gabriela Jacomella

LA LEGGE 390/1991 Il prestito d’onore
Nel dicembre 1991 è stato introdotto in Italia, con la legge 390 sul diritto allo studio, il «Prestito d’onore» per studenti, per il quale l’unica garanzia richiesta è l’impegno a frequentare regolarmente il programma di studi. La stessa legge precisa poi che il rimborso del prestito dovrà essere fatto «ratealmente, senza interessi, dopo il completamento degli studi e non prima dell’inizio di un’attività di lavoro». La disciplina delle modalità di concessione dei prestiti è stata affidata alle Regioni, sulla base di criteri che il ministero del Tesoro avrebbe dovuto definire attraverso un apposito decreto. Decreto che però finora non è stato emanato

FINANZIAMENTI BANCARI Aiuti privati
Per facilitare l’accesso alle università o ai master post laurea, quasi tutte le banche mettono dei finanziamenti a disposizione degli studenti. Si tratta però quasi sempre dei tradizionali prestiti personali, che richiedono specifiche garanzie e rimborsi in rate prestabilite con l’aggiunta di interessi. Banca Sella ha da poco lanciato il suo «Prestito d’onore per studenti» (50 mila euro di importo massimo per frequentare Master di specializzazione). L’ultima novità, per ora riservata agli studenti dei Politecnici di Milano, Torino e Bari, è di Banca Intesa e si chiama «IntesaBridge» (15 mila euro di importo massimo erogabile)

NEGLI STATI UNITI
Ad Harvard la frequenza costa 26 mila dollari, alla Kansas State 3 mila

Nelle università americane il solo costo della «tuition» (iscrizione e frequenza) varia da poco meno di 3 mila dollari fino a 26 mila dollari (come per Harvard, Mit, Columbia e Yale). La Kansas State University di Manhattan (Kansas) è la meno cara in assoluto: 2.961 dollari per i residenti e 10.325 dollari per i non residenti.
Ci sono però anche università molto buone e poco costose, anche se non famosissime. Per esempio il costo della sola «tuition» alla Virginia Polytechnic di Blacksburg, in Virginia, (specializzata in matematica e statistica) è di 4.190 dollari per i residenti e di 14.074 dollari per i non residenti. Alla University of Maryland (College Park, Maryland), con una forte specializzazione in linguistica e scienze cognitive, il costo varia da 6.759 dollari per i residenti a 17.433 dollari per i non residenti. Per la University of Iowa (Iowa City), specializzata in neuroscienze, il costo è di 4.993 dollari per i residenti, 15.285 dollari per i non residenti; la State University of New York (biologia e psicologia del comportamento) costa 4.350 dollari per i residenti, 10.300 dollari per i non residenti.

COSA SONO I «GRANTS» Sussidi Usa
L’anno scorso il governo federale ha speso 60 miliardi di dollari in borse di studio e sussidi agli studenti. Di norma l’università stessa agisce come «agente» del Department of Education (equivalente al ministero della Pubblica istruzione) ed elargisce individualmente sussidi e borse di studio, e prestiti per frequentare. I «grants» (sovvenzioni studio) non devono essere ripagati, e sono concessi in base al merito e alle necessità familiari. Quelli federali sono elargiti fino ad un massimo di 4 mila dollari all’anno per studente

I TIPI DI «LOANS» Prestiti
I prestiti («loans») devono poi essere ripagati, dopo la laurea. Quelli sovvenzionati dagli enti federali («subsidized») non hanno interessi. Quelli non sovvenzionati («unsubsidized») vengono ripagati dopo la laurea con interessi prefissati. Vanno da 2.625 dollari a 18.500 dollari all’anno, rinnovabili fino al completamento degli studi. Anche gli «honor loans» erogati da privati e fondazioni vengono amministrati dalle università. In genere non comportano interessi. Lo studente si impegna a terminare con profitto tutti gli esami richiesti e a mantenere un profilo economico ineccepibile. Alcune associazioni di categoria elargiscono ulteriori «grants» e prestiti a studenti promettenti e bisognosi

LE UNIVERSITA’ PUBBLICHE

La tassa minima di iscrizione universitaria stabilita per legge dal ministero per l’anno accademico 2002/2003 era di 164,15 euro. Secondo gli ultimi dati, riferiti al 2001, la maggior parte degli studenti universitari pagava una retta compresa tra i 206 e gli 826 euro l’anno. Si va sopra i 2.500 euro, in alcuni casi, alla Statale di Bologna, Torino e Milano. La media complessiva per uno studente italiano è di 851 euro

GLI ATENEI PRIVATI

Le forme di contribuzione variano per le università private. A Milano, la Bocconi (sopra, lo stemma) prevede 4 fasce per reddito. Anche gli alloggi e il costo della mensa sono differenziati e per il 2003/2004 sono disponibili 753 borse di studio (www.uni-bocconi.it ). Tassa unica di 5.700 euro per gli studenti della Luiss di Roma, ma chi ha un reddito basso è esentato (www.luiss.it )

I COLLEGI DEL MINISTERO

I collegi legalmente riconosciuti dal ministero sono enti privati che uniscono il diritto allo studio (tramite borse e agevolazioni) all’eccellenza universitaria, con servizi di tutorato e iniziative culturali interdisciplinari. Attualmente sono disponibili 4.000 posti annuali suddivisi in 40 sedi, da Torino a Catania (l’elenco completo è disponibile sul sito www.collegiuniversitari.it )


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 09 Aug, 2003 on 09:29
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