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Siamo i pària della scuola
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1. Siamo i pària della scuola
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da liberazione.it
Venerdì, 1 Agosto 2003

Protestano gli insegnanti precari, beffati dal ministero e senza lavoro. A rischio l'inizio dei corsi a settembre
Siamo i pària della scuola


Arrabbiati ed esausti gli insegnanti precari della scuola, per il secondo anno di fila, non sanno se avranno un posto di lavoro a settembre. Il ministero in 24 ore cambia le graduatorie per l'assegnazione dei posti e li getta nella disperazione. In duecento, soprattutto donne, sono giunte davanti a Montecitorio da molte regioni d'Italia, in rappresentanza dei circa 200mila precari "storici" della scuola. «Ma chiamateci solo "precarie"», dice una di loro. E' quello che gli resta. Una definizione che suona come una clamorosa beffa e una condanna esistenziale. «Ci siamo abilitate con le sole e uniche procedure che esistevano», correva l'anno 1999, «abbiamo anzianità e titoli, oltre ad avere dedicato la nostra vita a questa professione, studiando, preparandoci e vincendo i concorsi. Ci sembra sacrosanto il nostro diritto ai posti e al mantenimento delle graduatorie».
Dall'altra parte ci sono circa 20mila insegnanti abilitati delle Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (Siss), che hanno ottenuto dal Tar l'annullamento dei 18 punti di graduatoria assegnati agli "storici". L'anno scorso era successo il contrario, con gli "storici" a ricorrere al tribunale amministrativo contro i 30 punti che la Moratti aveva assegnato agli specializzati Siss. Una guerra delle graduatorie insensata, nata dalla confusione del Ministero che sembra impegnarsi a fondo per creare il caos. «I Siss sono venuti dopo di noi - spiegano le insegnanti - per procedure e tempi, non contestiamo loro, ma vogliamo vengano rispettati i nostri diritti legalmente conquistati. Non ci si può chiedere di prendere un'altra abilitazione dopo che ne abbiamo già una con tanto di concorso vinto». Ovvio. Come, d'altra parte, sembra ovvio a uno specializzando che paga 3.300 euro per un corso di avviamento alla professione avere un riconoscimento in punteggio. Dietro a questo conflitto, si intravedono le lunghe mani degli interessi privati sulla formazione della scuola. E lo spezzatino in cui la Moratti sta riducendo tutto il sistema pubblico. Chi ci guadagna?

I precari si appellano «a tutte le realtà sindacali e politiche», si riconoscono nel Movimento interregonale insegnanti precari (Miip), ma ci sono altri coordinamenti come il Cip (Comitato insegnanti precari). «Siamo la base della base», dicono. Non erano teneri con il governo di centrosinistra, ma picchiano duro su quello attuale: «Le forze che ci governano si sono contraddistinte per incompetenza e volontà distruttrice delle più elementari regole della democrazia». Ce n'è per tutti, anche per chi nella maggioranza si straccia le vesti, come Udc e An; e si chiedono: «Incapacità o strategia politica?».

Per correre ai ripari il governo annuncia un disegno di legge di riordino (lo dice Giovanardi) ovvero, se va bene, un anno o due. «Non ha senso - rispondono - perchè le nomine si chiudono oggi e noi cosa facciamo? Restiamo a casa ad aspettare?». Non sembrano molto intenzionate.

Intanto il caso è scoppiato dentro gli ex provveditorati presi d'assalto dagli insegnanti, con tensioni, qualche rissa e attese estenuanti fino a tarda notte. Alcuni sono disperati, hanno perso duecento posti in graduatoria, altri sono ritornati dalle vacanze per paura di non potersele permettere. Si annunciano altri ricorsi al Tar e agitazioni negli uffici provinciali.

Il caos nella scuola è tale da mettere a serio rischio la partenza del prossimo settembre. Non solo per i precari, ma per le migliaia di supplenze di bidelli e personale tecnico e amministrativo bloccate dal ministero (e scaricate sugli ex provveditorati). «Alla ripresa dell'anno scolastico sarà necessaria una dura stagione di lotte di tutti i sindacati per tutelare i diritti negati dei docenti e dei tecnici e amministrativi inseriti nelle graduatorie permanenti», annuncia il segretario della Cgil-scuola Enrico Panini. D'accordo lo Snals che proclama già lo «stato di agitazione di tutto il personale della scuola». Mentre i Cobas ricordano che la lotta per i diritti dei precari è cominciata tanto tempo fa, mentre i sindacati ex-concertativi «spalleggiavano la precarizzazione permanente di docenti e personale Ata, con esternalizzazioni e tagli che hanno creato le condizioni per il passaggio all'attuale fase». Adesso il fronte sindacale e delle proteste sembra compattarsi. I soli miracoli del governo.

Claudio Jampaglia


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Date: 01 Aug, 2003 on 10:54
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