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Scuola: graduatorie da rifare, bloccate le nomine
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1. Scuola: graduatorie da rifare, bloccate le nomine
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da corriere.it
Venerdì, 25 Luglio 2003

La decisione premia i docenti che hanno seguito le specializzazioni. Il ministero fa riscrivere gli elenchi dei precari


Scuola: graduatorie da rifare, bloccate le nomine

Il Tar ha annullato i 18 punti concessi agli insegnanti «storici». A rischio il regolare inizio dell’anno scolastico


ROMA - Benedette graduatorie. Disperazione degli insegnanti italiani. Simbolo di anni di precariato, di punti conquistati e persi, di speranze prima riaccese e poi spente d’improvviso, a colpi di sentenze dei Tar. In attesa della sospirata «immissione in ruolo». Simbolo anche, tra riforme vecchie e nuove, di quell’antico della scuola italiana che ancora resiste e che ogni anno appare di più difficile gestione. Ieri, a pochi giorni dalla sentenza del Tar del Lazio che annullava i 18 punti concessi ai precari storici per riequilibrare le loro sorti rispetto ai precari che hanno seguito scuole di specializzazione («sissini»), il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha deciso di adeguarsi. E con una circolare ha chiesto ai direttori regionali (gli ex provveditori) di modificare le graduatorie.
Tutto da rifare. Con un grave rischio: quello di non essere pronti con le nomine per l’inizio del nuovo anno scolastico. Dal ministero minimizzano: «Adesso è tutto informatizzato, non ci saranno grossi problemi». Anche perché, dicono i direttori regionali, le graduatorie non saranno riaperte, basterà togliere i 18 punti. Ma i sindacati ci credono poco, e parlano di «conseguenze gravissime sia sul personale sia sul funzionamento delle scuole» (Snals-Confsal), di «regolare inizio delle lezioni compromesso» (Cisl), di «esiti disastrosi sull’avvio dell’anno scolastico» (Gilda).
Anche la Cgil accusa. Per il responsabile scuola Enrico Panini «la gestione del precariato da parte del ministero è un totale fallimento». In due anni, dice, il Miur ha cambiato linea, e graduatorie, sei volte. Ora privilegiando gli specializzati, ora gli altri. Alla fine, tutti litigano contro tutti, il contenzioso aumenta e le immissioni in ruolo, a fronte di non meno di 90 mila posti vacanti, non vengono fatte.
Ma che cosa è accaduto in questi due anni? I «sissini», premiati dal ministro con un bonus di 30 punti per la specializzazione, hanno finito spesso per scavalcare nelle graduatorie i precari «storici». Questi ultimi erano insorti, soprattutto dopo la decisione del ministero di cumulare i punti del bonus con quelli di eventuali supplenze svolte nello stesso periodo della scuola di specializzazione, e si erano rivolti al Tar, un anno fa, che aveva dato loro ragione. E, in appello, anche il Consiglio di Stato. Niente cumulo dei punti.
Ora, sono di nuovo i precari delle Ssis a esultare. Perché il decreto ministeriale dello scorso aprile, che su pressione del Parlamento aveva concesso ai precari storici 18 punti, è stato «bocciato» dal Tar. Che ci sia un vuoto normativo, e politico, a questo punto è evidente. Il ministro ieri non ha voluto fare commenti. «Le sentenze vanno applicate», hanno detto a viale Trastevere. Il nodo tuttavia resta. La delusione di chi si vedrà nuovamente scavalcato a poche settimane da un incarico dato per certo è enorme. Per non parlare del conflitto che si scatenerebbe se il governo decidesse di fare quelle 30 mila immissioni in ruolo attese. Perché in quel caso si tratterà di perdere il «treno» del posto di lavoro definitivo.
Lo Snals esprime dunque «totale dissenso» sulla scelta operata dal ministro di abbandonare il criterio del «riequilibrio» e Gilda chiede un «incontro urgentissimo», perché «è tempo che della materia si occupino le aule parlamentari». Daniela Colturani, leader della Cisl scuola, sottolinea il fatto che questo provoca un’assurda «guerra tra poveri, precari l’uno contro l’altro armati». A testimonianza che la questione è aperta, la posizione di due esponenti della Cdl. Giuseppe Valditara (An) chiede «una decisione chiara, equa, per risolvere una vicenda dai risvolti umani e sociali delicati». Maurizio Ronconi (Udc) parla di «gruppi di pressione» e aggiunge che la circolare fa comprendere «la vera volontà del ministero». Chieste soluzioni urgenti anche dai Ds.
Una buona notizia è comunque arrivata ieri per oltre un milione di docenti e non docenti. È stato firmato il nuovo contratto: in busta paga ci saranno aumenti da 61 a 175 euro da settembre. E ad agosto arriveranno gli arretrati (da 856 a 2.612 euro).

Mariolina Iossa


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Date: 25 Jul, 2003 on 06:36
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