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Per i fuorisede allarme-affitti
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1. Per i fuorisede allarme-affitti
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da Repubblica.it

In due anni prezzi raddoppiati, Roma e Milano le città più care
Il 90% dei contratti di affitti è illegale, spesso in nero

Per i fuorisede allarme-affitti
Una stanza costa anche 500 euro

L'Unione degli studenti: serve maggiore offerta pubblica
di ALESSANDRO RAMPIETTI

Allarme affitti per gli universitari italiani. Andare a studiare fuori sede è spesso una necessità, e a volte un sogno per affrancarsi dalla vita in famiglia; farlo nel nostro Paese è però sempre più difficile e oneroso. Da luglio a settembre scatta la corsa per accaparrasi gli appartamenti ma per uno studente trovare un posto letto con un contratto regolare ad un prezzo ragionevole sta diventando quasi impossibile. Chi ci riesce diventa un privilegiato, guardato con sospetto dalla grande massa che si accontenta di appartamenti fatiscenti a prezzi da suite di grande albergo. Eppure la casa è un diritto per chi studia, sancito dalle leggi dello Stato.

Ovviamente la situazione cambia da città a città ed esiste qualche isola felice, ma nei grandi poli universitari i prezzi rasentano il ridicolo e i contratti sono spesso irregolari. Non esiste un monitoraggio completo della situazione da parte delle associazioni in difesa degli inquilini, ma le tre principali, (Sunia, Sicet e Uniat) concordano nel dire che il 90% degli affitti a studenti sono in qualche modo fuori norma, spesso completamente in nero, senza contratto, senza ricevute, e senza registrazione. In pratica non esistono.

All'illegalità si aggiunge il fatto che negli ultimi due-tre anni gli affitti sono raddoppiati. Secondo una ricerca compiuta l'anno scorso dall'Udu, il sindacato degli universitari, una stanza singola, non solo nelle zone centrali e vicine agli atenei, viaggia intorno ai 300 euro. Ma basta fare qualche telefonata o collegarsi ai molti siti di annunci in Internet per scoprire che la realtà è ulteriormente peggiorata. A Roma e Milano un posto letto può costare anche più di 500 euro per una media che si va stabilizzando intorno ai 350 euro al mese. Più di 300 euro anche a Bologna, Parma, Pisa, Genova, Padova e Torino. Stesse difficoltà a Siena e Firenze. La situazione migliora invece al sud e nelle piccole città come Teramo e Cosenza.

"Il problema non è solo il prezzo spiega Ilaria Lani dell'Udu ma la condizione delle case. Molto spesso non si ha una stanza in comune, o uno spazio vitale dove poter studiare. Visti i prezzi si subaffitta, e in case con tre stanze e un bagno si vive anche in sei". Nelle grandi città è anche difficile riuscire a trovare proprietari disposti a dare case agli studenti: dove la domanda di affitti è molto alta, è sempre più probabile trovare annunci che poco cordialmente escludono gli universitari.

Per cercare di affrontare il problema, nel 1998 la legge 431 (sostitutiva del vecchio equo canone) ha istituito nuovi tipi di contratto per studenti che prevedono prezzi fissi, detrazioni fiscali e incentivi per i locatari. In effetti la nuova normativa ha aiutato a far emergere una parte del sommerso, circa il 20%, ma la situazione non è migliorata. "Svolgendo la nostra ricerca spiega ancora Ilaria Lani abbiamo scoperto che gli affittuari costringono gli studenti ad accettare contratti fittizi. In pratica sul contratto si indica un prezzo, ma in realtà si paga molto di più. Inizialmente era più semplice scoprire queste irregolarità i proprietari si facevano pagare con bonifici e assegni, ora hanno imparato e vogliono solo contanti". Per di più la nuova normativa permette contratti di soli sei mesi e chi non asseconda il proprietario può trovarsi in mezzo alla strada a metà anno accademico.

Se nel settore privato vige l'illegalità, le cose non vanno molto meglio nel pubblico, che dovrebbe assicurare le case per gli studenti maggiormente bisognosi. A fronte di una popolazione di fuori sede di 500.000 studenti, i posti letto messi a disposizione dalle università rasentano i 30.000. E anche qui spesso le sistemazioni si riducono a dormitori poco attrezzati, privi di spazi ricreativi, sale studio e laboratori multimediali. Una situazione non riscontrabile in nessuno dei principali Paesi europei. "Serve maggiore offerta pubblica conclude la Lai - più case per gli studenti, un maggior controllo statale. Pensate che in Francia gli enti pubblici arrivano addirittura a rimborsare parte degli affitti privati".

Nonostante le difficoltà, l'esperienza fuori sede resta una delle più amate dagli studenti: permette di crescere, imparare a gestirsi e diventare adulti. I consigli per chi cerca casa restano allora sempre gli stessi. Cominciare il prima possibile la ricerca, spulciando le bacheche e gli annunci in facoltà, o comperando i giornali immobiliari della zona. Bussare alle agenzie affidabili e chiedere aiuto agli uffici del diritto allo studio della propria università. E per i posti pubblici, attenzione alle scadenze: le richieste vanno inoltrate negli Atenei quasi sempre entro il mese di settembre.

(15 luglio 2003)


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Date: 15 Jul, 2003 on 18:06
Per i fuorisede allarme-affitti
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