Elementari, riforma vicina

ROMA - Inglese e computer in tutte le prime classi delle elementari. Il decreto di Letizia Moratti che dà il via alla riforma dal prossimo settembre, approda oggi al Cnpi (Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione). Rispetto a una prima versione (si veda «Il Sole-24Ore» del 10 luglio), che aveva sollevato diverse perplessità, il provvedimento è stato corretto e potrebbe avere un percorso meno accidentato nell'iter previsto. Il verdetto del parlamentino dell'Istruzione è obbligatorio, ma di ordine consultivo. Il decreto in esame, in qualche modo, è il secondo atto di una riforma che ha già avuto il suo prologo l'anno scorso in 251 scuole. Una sperimentazione che, secondo la relazione finale del Miur appena pubblicata, è stata un'esperienza molto positiva. Il documento passa in rassegna punto per punto le novità introdotte per le scuole che hanno chiesto di "provare" la riforma. Anticipo delle iscrizioni nella scuola dell'infanzia e in quella primaria, introduzione dell'insegnante-tutor, flessibilità organizzativa, portfolio delle competenze, alfabetizzazione informatica e lingua inglese, tra i punti più importanti del reticolo di applicazione della riforma Moratti. Secondo l'analisi di Viale Trastevere la "mini sperimentazione" ha svolto in pieno il compito richiesto: rappresentare l'avamposto della riforma Moratti. I punti di forza riscontrati durante l'anno scolastico riguardano l'avvio di un rapporto più costruttivo con le famiglie e il buon successo del percorso di alfabetizzazione informatica e dello studio della lingua inglese. L'attività laboratoriale è passata soprattutto attraverso modelli di flessibilità organizzativa. Le scuole statali hanno, in genere, offerto agli alunni la possibilità di optare fra 27 e 30 ore settimanali, con rientri pomeridiani aggiuntivi; quelle paritarie hanno proposto laboratori e doposcuola, adeguandosi alla domanda individuale. Tra gli esiti più attesi c'era sicuramente riguardante l'impatto della figura dell'insegnante-tutor. E il ministero descrive la varietà dei riscontri: «In tutte le realtà scolastiche le famiglie hanno gradito la figura di riferimento del tutor e la visibilità della sua funzione. In alcune regioni si teme, invece, il rischio che possano crearsi team non integrati e funzionali». Nel documento vengono sottolineati altri punti di maggior successo: l'incremento della capacità di realizzare l'unitarietà del processo di insegnamento-apprendimento, la maggiore consapevolezza dell'esistenza di modi e stili diversificati di relazione e apprendimento anche tra bambini omogenei per età e la cognizione della responsabilità educativa in ordine ai risultati di apprendimento e sviluppo di ciascun bambino. Inoltre, la relazione di Viale Trastevere non nasconde, tra i punti problematici «il rischio, avvertito da una parte delle scuole, di irrigidire l'azione didattico-educativa con itinerari eccessivamente precostituiti». Tar Lazio sulle graduatorie. Dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio arriva in queste ore la decisione sul decreto Moratti che rivede i punteggi delle graduatorie per le supplenze. Il provvedimento ministeriale prevede, in particolare, un bonus di 18 punti per i docenti precari, assegnato per colmare i 30 punti previsti per i diplomati delle Ssis (scuole di specializzazione all'insegnamento secondario). Proprio questi hanno fatto ricorso e, secondo le prime indiscrezioni, il Tar avrebbe accolto l'istanza concedendo la sospensiva dell'efficacia del decreto e rinviando al prossimo 6 ottobre per la decisione di merito.

LUIGI ILLIANO