I telefonini, le foto e la nuova frontiera

di FRANCO CARLINI

Tutti alla ricerca, gli operatori cellulari, della «killer application» che non c’è. O meglio, che è sotto i loro occhi, anche se non la vedono. C’è chi spera di vendere (a caro prezzo) i microfilmati dei gol delle partite, chi le notizie dei quotidiani, chi dei giochi dal sapore vagamente erotico, il tutto attraverso i telefoni di Gprs o di terza generazione, i quali peraltro sono tuttora penosamente lenti nelle connessioni e incompatibili nelle prestazioni. Siamo ai rudimenti della nuova tecnologia cellulare e ci vorrà ancora tempo perché i telefonini e le reti siano all’altezza delle aspettative dei venditori e dei clienti. Nell’attesa, pazienza? In realtà c’è un’unica cosa che funziona davvero nei nuovi telefoni, ed è la fotografia: le vendite dei nuovi apparati cominciano a impennarsi e i prezzi inevitabilmente dovranno scendere, attestandosi sui 300 euro, rispetto ai 500 attuali, condizione essenziale per arrivare al pubblico vasto. Ormai la definizione e i colori dei monitor sono più che soddisfacenti e il gesto di estrarre il telefono e scattare già non è più un giochino da ragazzi: non è difficile immaginare che appena il numero di possessori di telefoni-fotocamera avrà raggiunto una certa percentuale, dilagheranno di conseguenza anche gli Mms, messaggi visuali con testo (o voce) associati, anche in questo caso se i prezzi dell’invio diventeranno meno esosi. Come nel caso dei brevi messaggi di testo (Sms), anche per le immagini sono gli stessi consumatori a generare i contenuti e a produrre il relativo traffico, senza bisogno di andarli a comprare dalle reti televisivi o dai gruppi editoriali, e in questo percorso entra in gioco la fantasia creativa (e talora distruttiva) delle masse giovanili e non, ponendo tra l’altro nuovi problemi legali. A cominciare da quelli legati alla privacy , come fotografare delle persone e catturarne abusivamente l’immagine.

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