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Definite le regole e indicato il percorso per migliorare l'offerta formativa delle Università
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1. Definite le regole e indicato il percorso per migliorare l'offerta formativa delle Università
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Una nota del Ministro Letizia Moratti ai Rettori
Definite le regole e indicato il percorso per migliorare l'offerta formativa delle Università

Adeguare i docenti al numero degli studenti
Almeno un tutor ogni 20 o 40 studenti
Finanziamenti agli atenei anche sulla base dei risultati

(Roma, 4 luglio 2003) Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha inviato ai rettori delle università italiane e al Cnvsu, Comitato nazionale di valutazione del Sistema universitario, una nota con la quale indica il percorso e definisce le regole per il miglioramento dell'offerta formativa da parte delle università, in modo da orientare le scelte degli studenti sulla base di informazioni confrontabili e dare concrete garanzie di qualità agli studenti, ai laureati e alle famiglie.
"Nel complessivo disegno di affermazione dello spazio europeo dell'istruzione superiore", scrive il Ministro Moratti, "il processo di riforma dell'autonomia didattica degli Atenei persegue obiettivi preordinati al superamento delle criticità del nostro sistema, messe in luce sia in sede di valutazione di indicatori nazionali, sia, soprattutto, in sede di confronto con gli omologhi sistemi dell'Unione Europea".
"Pur in presenza, nel corso degli ultimi anni", aggiunge il Ministro, "di un miglioramento di alcuni risultati, quali l'incremento del numero di laureati e la riduzione degli abbandoni degli studenti iscritti, l'obiettivo primario di una maggiore qualità ed efficacia della didattica - e quindi del livello e dei tempi di apprendimento degli studenti del sistema universitario italiano - resta ancora una priorità assoluta".
Il Ministro pertanto si propone di intervenire ulteriormente per:


ridurre i tassi di abbandono;

aumentare il numero di studenti attivi;

ridurre i tempi necessari per il conseguimento dei titoli di studio;

rafforzare la coerenza tra formazione erogata e fabbisogni del mercato del lavoro;

aumentare la mobilità nazionale ed internazionale degli studenti e dei docenti.

Si tratta di un percorso che intende predisporre forme di accreditamento dei corsi di studio e delle relative strutture didattiche passando attraverso la definizione di parametri sia strutturali che di processo, in modo da completare l'iter avviato due anni fa con la definizione dei "requisiti minimi" ritenuti indispensabili per attivare un corso di livello universitario.
Quale tappa necessaria di questo percorso dovranno essere adottate misure per assicurare obiettivi di qualità, definendo criteri di valutazione riguardanti:


l'erogazione dei servizi formativi, con riferimento alla specifiche esigenze dell'utenza;

adeguati e differenziati rapporti tra studenti iscritti e docenti richiesti;

effettiva disponibilità e fruibilità di strutture appropriate;

attività di orientamento e tutorato;

inserimento dei laureati nel mondo del lavoro.

Sviluppando le indicazioni del Cnvsu, il Ministro invita le Università a potenziare il quadro delle informazioni della Banca dati dell'offerta formativa (www.miur.it, sezione Università), ricordando che gli atenei, a partire dall'anno accademico 2005-2006, non potranno più attivare corsi che non siano almeno in possesso dei requisiti minimi.
Per le lauree specialistiche viene richiesto, a partire dal 2003/2004, che nella sede in cui si svolge l'attività di formazione, esistano strutture di ricerca adeguate e sia garantita la presenza di almeno tre docenti di ruolo, da considerare elemento stabile di riferimento.
Inoltre il Ministero sta avviando l'adozione di azioni di monitoraggio, che saranno accompagnate anche da idonee misure di incentivazione e/o disincentivazione, in grado di valutare l'attenzione rivolta dalle Università all'efficienza dei processi formativi, con particolare riferimento al rapporto tra gli studenti iscritti e il totale della docenza impegnata (di ruolo e a contratto).
Nella prima farse di applicazione della nota ministeriale il numero massimo di studenti per corso va da 75 a 300, differenziati in relazione alla tipologia dei corsi (i corsi delle classi scientifiche con necessità di utilizzo di laboratori hanno un numero più basso, quelli delle classi giuridiche il numero più alto). Oltre tali limiti la docenza dovrà essere adeguata al numero degli studenti per garantire il corretto rapporto studenti/docenti.
A tal fine nessun docente potrà essere impegnato in attività di didattica frontale, espletata nella facoltà di appartenenza o in altra, per un numero di ore superiore a 180, assumendosi come ordinario il numero di 120 per anno.
Per le attività di tutorato è necessario assicurare la disponibilità di tutor in ragione di almeno uno ogni 20 o 40 studenti iscritti, a seconda dei tipi di corsi, potendosi utilizzare a tal fine i docenti, gli iscritti ai corsi di laurea specialistica e ai corsi di dottorato di ricerca, come previsto dal decreto-legge 9 maggio 2003 in corso di conversione nonché altri soggetti previsti dai regolamenti d'ateneo.
Nel nuovo modello di ripartizione delle risorse finanziarie, in corso di predisposizione da parte del Comitato, dall'anno accademico 2005-2006 si terrà conto anche dei risultati di processo considerando in particolare:


la percentuale di abbandoni dopo il 1° anno di iscrizione;

la percentuale di immatricolati che nell'anno di prima iscrizione non abbiano ottenuto una adeguata percentuale di crediti;

la percentuale di laureati nel limite della durata del corso;

la percentuale di occupati, ad un anno dal conseguimento del titolo, in relazione alla diversa tipologia delle lauree ed alla situazione di contesto.

La nota del Ministro, con i relativi allegati, è consultabile sul sito www.miur.it alla voce Università, Atti ministeriali.


http://www.edscuola.it
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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 04 Jul, 2003 on 20:10
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