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Usa, guerra casa per casa alla pirateria online
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da Repubblica.it

Partono le denunce per gli utenti del file-sharing
Iniziativa senza precedenti. A rischio milioni di persone

Usa, guerra casa per casa alla pirateria online

WASHINGTON - La Recording Industry Association of America (Riaa), potentissima organizzazione dei discografici statunitensi, alza il tiro nella sua guerra alla pirateria online. Forte di una recente sentenza che le dà il diritto di conoscere, anche senza l'autorizzazione preventiva di un tribunale, l'identità di chi è sospettato di scaricare e distribuire in Rete materiale protetto da copyright, la Riaa ha deciso per la prima volta di perseguire legalmente i comuni utenti dei network di file-sharing. Un'iniziativa senza precedenti, che espone al rischio di denuncia letteralmente milioni di persone.

Varie volte i discografici avevano minacciato un intervento del genere. L'ultima volta una settimana fa, quando cinque utenti di servizi peer-to-peer avevano ricevuto una lettera di ammonimento. Ma ora si passa ai fatti: "Ogni singolo utente che continui a rubare musica dovrà rendere conto del suo comportamento", ha avvertito Cary Sherman, presidente della Riaa. A partire da oggi, per le prossime 8-10 settimane, i segugi dell'associazione saranno sguinzagliati in Rete a caccia di pirati. Le denunce, promette Sherman, saranno "almeno alcune migliaia". I discografici hanno dichiarato che colpiranno soltanto chi distribuisce materiale protetto sui network peer-to-peer, non chi si limita a scaricarlo. Una premessa in realtà ben poco rassicurante per i downloader, dal momento che molti servizi di file-sharing rendono di fatto impossibile qualunque scambio se non si mette a disposizione degli altri membri una buona quantità di file.

Secondo alcuni studi, sono 57 milioni le persone che scambiano musica e film online nei soli Stati Uniti. KaZaA, il software più utilizzato a questo scopo, è stato scaricato 242 milioni di volte. Sono proprio la diffusione e la capillarità del fenomeno file-sharing a suscitare le maggiori perplessità circa l'azione della Riaa. "Hanno perso completamente il contatto con la realtà", ha commentato Fred von Lohmann, avvocato della Electronic Frontier Foundation. Wayne Rosso, a capo del popolare servizio di file-sharing Grokster, ha osservato sarcasticamente: "Voglio proprio vedere cosa accadrà quando beccheranno il figlio di un deputato o di un senatore".

Quella della Riaa appare, in effetti, una prova di forza e di debolezza al tempo stesso. L'attacco diretto agli utenti è stato deciso dopo che, in aprile, un giudice federale aveva giudicato non perseguibili i fornitori di programmi per lo scambio di file. In sostanza, aveva detto il giudice, i produttori di questi software non possono essere considerati responsabili per il loro uso illegale da parte degli utenti. Il file-sharing, in sé, è un'attività perfettamente legittima. Diventa perseguibile solo quando si scambia materiale protetto dal diritto d'autore.

Una sentenza che ha smontato la strategia applicata dalla Riaa fino ad allora con discreto successo. La stessa strategia che aveva portato, nell'estate di due anni fa, alla chiusura di Napster. Oggi, l'unica via legale percorribile dalla Riaa resta la persecuzione diretta dei pirati, consentita dal Digital Millennium Copyright Act, la legge sul copyright digitale approvata dal Congresso nel 1998. Secondo il Dmca, chi ritiene lesi i propri diritti d'autore può chiedere ai provider di conoscere l'identità dei presunti pirati anche senza avere l'autorizzazione preventiva di un giudice. Le leggi federali statunitensi prevedono un risarcimento variabile tra i 750 e i 150 mila dollari per ogni violazione del copyright.

(26 giugno 2003)


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Date: 26 Jun, 2003 on 18:10
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