Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
Incas, una scrittura simile ai computer
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. Incas, una scrittura simile ai computer
Reply to this topic with quote Modify your message
da Il Corriere della Sera
25 giugno 2003

Incas, una scrittura simile ai computer
Il mistero delle cordicelle annodate: un sistema binario per esprimere numeri e racconti

Agli inizi del Cinquecento gli spagnoli conquistarono l’impero degli Incas e subito notarono che i signori delle Ande non avevano alcuna forma di scrittura che ricordasse la nostra, ma utilizzavano curiosi fasci di cordicelle con serie di nodi, detti quipu , che garantivano un complesso sistema di registrazione di informazioni numeriche. Grazie ai quipu l’amministrazione Inca poteva registrare quantitativi di merci, uomini, soldati, animali o altro: i diversi «soggetti» potevano essere indicati attraverso il differente colore delle cordicelle. Secoli di studi e di ricerche hanno mostrato la grande potenzialità del sistema dei quipu basato sui nodi, sul colore delle cordicelle e su altri particolari che via via gli studiosi hanno messo in evidenza, stimolati anche dal fatto che molti cronisti spagnoli dell’epoca della Conquista parlano dell’esistenza di quipu non solo numerici, ma anche in grado di dare informazioni di tipo storico, letterario, etc. Recentemente, però è stato messo in evidenza un aspetto che pare offrire possibilità intermedie tra l’informazione numerica e quella letteraria; un sistema peraltro basato sul codice binario, lo stesso impiegato dai nostri computer. William Conklin, del Textile Museum di Washington, ha fatto notare che il sistema quipu , grazie a un codice binario basato su 7 diverse possibilità è in grado di fornire ben 1536 differenti informazioni.
Cerchiamo di spiegarci tenendo comunque fermo il presupposto che i nodi indichino numeri. Il quipu può essere fatto con cordicelle di lana o di cotone e la stessa scelta del materiale può indicare, ad esempio, che i nodi-numeri si riferiscano a cose vive, piuttosto che inanimate. E così di seguito: gli avvolgimenti dei nodi possono essere «chiusi» sul lato di chi guarda il quipu o sul rovescio, può essere utilizzata una cordicella filata verso destra o verso sinistra, a sua volta questa cordicella può essere ritorta verso destra o verso sinistra e così via, con altre particolarità (7 in tutto) ciascuna in grado di dare un’informazione differente. A questo si aggiunge il fatto che nei quipu venivano impiegate cordicelle anche con 24 colori diversi, ciascuno dei quali poteva avere un significato differente. Quindi: due alla settima=128 che, moltiplicato per 24 (i colori), dà 1536. Tante erano le informazioni che potevano aggiungere significato ai nodi-numeri. Quindi, in questo caso, si potrebbe certamente parlare di quipu in grado di raccontare qualcosa di molto più complesso di un semplice elenco di cifre.
Il sistema, così descritto, sembra una stravaganza etnografica ma di fatto anche noi utilizziamo spesso cifre non per il loro valore numerico, ma perché contengono informazioni in codice. Ecco qualche esempio: il numero di avviamento postale ci indica il nome della città e persino uno specifico quartiere, il 146 indica un modello di auto dell’Alfa Romeo, il numero telefonico ci indica una persona mentre il valore delle cifre che abbiamo composto ci è assolutamente indifferente.
La ricerca di William Conklin è stata recentemente commentata dal più celebre degli specialisti di quipu , Gary Urton, antropologo della Harward University, che da tempo sta indagando proprio quello «spazio grigio» ancora esistente tra i quipu numerici - di cui si conoscono moltissimi esemplari - e quelli letterari, di cui finora si conosce solo un esempio ancora discusso dagli specialisti (si tratta dell’esemplare allegato ai manoscritti del Seicento conservati nella collezione Miccinelli di Napoli).
Urton ha ricordato che alcuni cronisti spagnoli dell’epoca della Conquista riferiscono di avere trascritto esattamente storie e resoconti contenuti in alcuni quipu e ha ricordato anche che oggi conosciamo qualche decina di quipu che, sebbene composti di nodi, non sono ordinati secondo il sistema decimale normalmente utilizzato nei quipu numerici. Proprio in questi esemplari anomali, dice Urton, potrebbero nascondersi informazioni e racconti che non siamo ancora in grado di interpretare: informazioni celate proprio in quel sistema binario identificato da William Conklin. Ma se non si troverà un testo scritto da qualche cronista spagnolo e il quipu da cui venne copiato - ha detto ancora Urton -, non riusciremo mai a capire i messaggi nascosti in questi quipu numerico-letterari.
Se l’ipotesi dei due ricercatori americani dovesse comunque affermarsi, sarà sempre più difficile ignorare o sottovalutare il quipu letterario contenuto nei documenti della collezione Miccinelli. Questi particolari quipu , è scritto negli antichi manoscritti Miccinelli, vennero distrutti per cancellare qualsiasi segno che indicasse l’alto livello culturale raggiunto dal mondo incaico. Ma evidentemente qualcosa sopravvisse e oggi ci nasconde i suoi segreti tra i nodi delle cordicelle scampate alla barbarie.

Viviano Domenici


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 25 Jun, 2003 on 06:53
Incas, una scrittura simile ai computer
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne