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LA MATURITA’ LA SECONDA PROVA
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1. LA MATURITA’ LA SECONDA PROVA
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da Il Corriere della Sera
20 giugno 2003

LA MATURITA’ LA SECONDA PROVA
«Ho i testi». Su Internet la corsa alle soluzioni

Gara tra studenti e siti per svelare la seconda prova. Copiature via telefonino: «Seneca? Tradotto con 30 sms silenziosi»

Ore 8 e 28 di ieri. Mancano due minuti all’inizio ufficiale della seconda prova scritta della maturità, quella diversa per ogni ordine di istituto. Un giovane internauta - che si firma Vale - rompe la cortina di silenzio sulla temutissima versione di latino, liceo classico. «Raga: si dice, anzi è sicuro, che l’autore sia Seneca...». La «gola profonda» (un maturando? un ex?) lancia il suo sasso nello stagno del forum di Studenti.it, il sito più gettonato dai maturandi. «Siete stati grandi - scrive in risposta uno studente che si nasconde dietro lo pseudonimo "Yeah" -. Ora mettete la traduzione, please». Detto, fatto. In un attimo si scatena la caccia. Internet si fa rovente. Un fiume di messaggi invade i forum online. Arrivano le traduzioni del brano che gli studenti stanno affrontando nelle classi. Poi è il momento del problema di matematica destinato al liceo scientifico: sono le 10 e 15 e a svelarlo in anticipo sugli altri è il sito di Radio Capital.

POLEMICHE - Gli studenti sono ancora chini sui banchi. Fuori iniziano polemiche e competizioni. Altri siti e portali affermano di essere i primi ad aver rivelato quale fosse la versione da tradurre. «Noi - dicono Luca Siciliano e Giuseppe Schipani, rispettivamente responsabile e webmaster del sito Latine.net - abbiamo pubblicato per primi la notizia su Seneca, alle 8 e 16. E alle 8 e 47 abbiamo messo online la traduzione». Verena Gioia, caporedattore di Studenti.it: «Non abbiamo partecipato ad alcuna gara - dice - ci siamo limitati a fornire una piazza virtuale, il forum, dove gli studenti hanno liberamente pubblicato notizie, indiscrezioni e anche qualche burla».
Per la polizia postale è tutto regolare. «Può esserci stato un anticipo nella lettura delle tracce da parte di qualche presidente di commissione - afferma Claudio Caroselli, direttore della Divisione operativa - questo spiega la pubblicazione su Internet. Ma non si tratta di un illecito».

AIUTINO - Illecito o meno, il forum di Studenti.it è stato, ieri mattina, una specie di vulcano in eruzione. Molti i messaggi che rivelavano come ci fosse un collegamento tra chi «stava fuori» e chi, nelle classi, attendeva «un aiutino». Cri Cri: «Mia sorella che è a scuola con l’auricolare mi ha dettato la traccia di matematica! Adesso gliela risolvo! Che bella cosa la tecnologia!». Mark: «Sto comunicando da 15 minuti con un mio amico che fa l’esame allo scientifico tramite Gprs del palmare. Praticamente stiamo facendo tutto insieme». Vero? Falso? «Tutto assolutamente vero - conferma Marco, maturando in un liceo classico di Torino -. Io ho ricevuto la versione di Seneca via sms entro le 9 e 30. Come ho fatto a copiare? Il mio cellulare era silenzioso. Ogni sms era una frase. Ne ho ricevuti una trentina. Quando non ero sotto lo sguardo dei commissari, lo estraevo velocemente e copiavo sul foglio. Come me, lo hanno fatto in molti. Non mi vergogno: anzi».
Ha senso una maturità in questo modo? «Noi puntiamo all’abolizione dell’esame di Stato - afferma Simone Paini, presidente di Alternativastudentesca (il cui omonimo sito ha partecipato alla "gara" per svelare le soluzioni) -. Copiare fa parte di questa campagna».

Paolo Salom


E rischia di saltare chi ha scelto la frase del premier
Nuova contestazione: dal testo di Gramellini tagliato il riferimento a Tangentopoli

ROMA - Letizia Moratti ribadisce la sua idea di tema per la maturità: «Ho cercato di scegliere argomenti che aiutassero i ragazzi a riflettere sui valori umani fondamentali e sui principi di vita. L’ho fatto perché mi sembra importante spingere i ragazzi in questa direzione». Tracce che non servono soltanto a misurare delle capacità, ma piuttosto aiutano a esprimere valori, idee, punti di vista. Le parole del ministro sono quasi sommerse dalle polemiche. Ieri alla frase del premier sull’acqua, alla citazione del «Libro nero sul comunismo» si è aggiunta la censura a «Buongiorno», la rubrica a cura di Massimo Gramellini, pubblicata sulla prima pagina de «La Stampa». L’autore si rallegra nel constatare che il «Buongiorno» del 20 novembre è stato utilizzato come allegato per una traccia. Ma subito dopo afferma, con un certo sconforto, che il testo è stato censurato. Si parlava del Pio Albergo Trivulzio, «l’ospizio da cui partì Tangentopoli». Però al posto del breve inciso sono comparsi solo tre puntini.
Le tracce della maturità hanno sempre fatto discutere: imprecisioni, svarioni. Ogni ministro ricorda i suoi infortuni. Il rito bizantino della elaborazione dei temi ogni anno continua a mietere qualche vittima. Ma i responsabili veri, gli autori delle sviste non dovranno mai rispondere pubblicamente delle loro scelte. Gli esperti che hanno proposto i temi di italiano più contestati degli ultimi anni resteranno senza nome. Segretezza: è la prima regola della maturità, il dogma su cui si regge l’esame. Così il «pensatoio» delle tracce è sopravvissuto per decenni al susseguirsi delle stagioni politiche. Circa quaranta ispettori coordinati da una super ispettrice - apprezzata da Berlinguer e ancor più dalla Moratti - che da vent’anni producono il materiale secondo protocolli di massima riservatezza e lo consegnano al ministro che sceglie in solitudine. Quaranta esperti selezionati per competenza, serietà e soprattutto capacità di tenere la bocca chiusa. Il prossimo anno forse ce ne sarà uno in meno. Con tutta probabilità quello che ha suggerito la citazione del premier. Eccesso di zelo, dovuto forse al clima d’insicurezza che si respira a viale Trastevere tra i dirigenti per via dello spoil system . La macchina piuttosto artigianale che ha tenuto col fiato sospeso generazioni di studenti continuerà comunque a funzionare. Fino al 2005 quando gli ispettori - secondo i programmi del centrodestra - saranno sostituiti nell’ideazione delle prove dai supertecnici dell’Invalsi.
«Sono stati utilizzati solo documenti ufficiali - spiegano -. Non c’era una parola tratta da un comizio o da un discorso politico. Il documento della traccia sull’acqua attribuito al presidente del Consiglio, poi, era quasi un documento istituzionale. Era inserito nel catalogo di una mostra realizzata dal ministero degli Esteri, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, con tanto di sponsorizzazione della Presidenza della Repubblica». I toni della polemica sui temi di italiano della maturità 2003 non intaccano le certezze dei creatori delle tracce. «Non ci importa nulla di citare questo o quello - insistono -. Noi lavoriamo per gli insegnanti, ci interessa solo quello che serve alla scuola». Ma l’opposizione incalza. I Ds hanno chiesto al ministro di venire in Parlamento e «spiegare le ragioni per cui sono state scelte quelle tracce». Il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha domandato quali sono stati i motivi che hanno spinto i curatori delle tracce a omettere il riferimento alla vicenda di Tangentopoli.

Giulio Benedetti


La polemica

LA CITAZIONE
Una frase pronunciata dal presidente del Consiglio in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione del 2002 finisce in una delle tracce (quella sull’acqua) scelte per la prima prova scritta di maturità
IL LIBRO NERO
Nel tema dedicato al terrore e alla repressione nei sistemi totalitari del ’900 c’è anche un brano tratto dal «Libro nero del comunismo», libro che il Cavaliere regalò ai delegati di An al congresso di Verona
IL TAGLIO
Il «Buongiorno», rubrica quotidiana di Massimo Gramellini su «La Stampa» viene utilizzato come allegato per una traccia d’esame. Ma il testo, che ricorda un concorso di poesia per anziani organizzato dal «Pio Albergo Trivulzio» di Milano, ha eliminato dalla versione originale il riferimento a Tangentopoli

In un liceo di Messina
Preso con il cellulare

Stop alla maturità perché copiava le risposte del compito di matematica e per farlo utilizzava il telefonino. Le soluzioni ai quesiti gli arrivavano con messaggi via Sms, silenziosi e soprattutto precisi. Un commissario però l’ha scoperto e il ragazzo è stato espulso dall’aula. Rifarà l’esame l’anno prossimo. E’ successo in un liceo scientifico della provincia di Messina: il primo caso in Italia. Con tono rammaricato, il provveditore Gustavo Ricevuto ha detto: «Le regole sono regole e vanno osservate, senza sconti per nessuno. Di fronte a una frode così palese non c’erano alternative. Che ne sarebbe stato del ruolo formativo della scuola se avessimo chiuso un occhio?».

LA VITA Il filosofo
Lucio Anneo Seneca (I secolo dopo Cristo), filosofo latino, nacque a Cordova, in Spagna. Precettore di Nerone fino al 62, seguì lo stoicismo, ma senza sistematicità. Centrale è il concetto di virtus , la vittoria della ragione sulle passioni
LE OPERE
I Dialoghi
Oltre alle Epistulae morales ad Lucilium (in 20 libri), Seneca compose 10 Dialoghi tra cui De brevitate vitae , De clementia . Per il teatro scrisse, tra l’altro, Medea e Hercules Furens

IL COMMENTO

La superstizione e la conoscenza
di LUCIANO CANFORA

«Quando ero professore di filosofia a Sedan, nel dicembre 1680, apparve una cometa, e in quella occasione mi toccò di far fronte alle incessanti domande di parecchie persone mosse dalla curiosità o dal timore. Per quanto mi era possibile cercavo di rassicurare quelli che erano allarmati da tale presunto cattivo presagio. Ma le mie argomentazioni filosofiche sortivano scarsi risultati. Mi si rispondeva invariabilmente che Dio fa apparire questi grandi fenomeni per dare modo ai peccatori di scongiurare con la penitenza i mali che incombono sul loro capo. Pensai dunque che fosse assolutamente inutile spendere altro tempo in ragionamenti, a meno che non riuscissi a dimostrare che agli attributi di Dio ripugna l’idea che egli destini le comete a un tale scopo», scriveva Pierre Bayle nella prefazione alla terza edizione (1699) dei Pensieri diversi sulla cometa . Scoraggiato, il prudente e saggio autore del Dictionnaire trasse spunto da tale delusione - e siamo alla fine del secolo XVII, in piena «nuova scienza» - per elaborare un mirabile trattatello contro la superstizione e in difesa della spiegazione scientifica dei fenomeni naturali. Ma la strada onde la luce disperde le tenebre è molto lunga ed è lastricata di delusioni, di marce indietro, di «miracoli» sapientemente sfruttati per impressionare le masse: è una storia che giunge fino a noi. La pagina di Seneca, che è un inno al progresso della scienza, e insieme un riconoscimento del cammino lunghissimo che a tale progresso si prospetta, prende spunto proprio dalla domanda, ab antiquo ricorrente, sulla natura delle sempre sgomentanti comete. Come gli è consueto, Seneca argomenta per paragoni. L’andamento retoricamente incalzante della sua prosa ne fa - come spesso nelle Questioni naturali - più che uno scienziato, un apologeta della scienza. Ma quel che è più caratteristico di questo brano non è tale «avvocatesca» passione ma la lucida intuizione del carattere costantemente progressivo dell’indagine scientifica. Ha osservato opportunamente Piergiorgio Parroni, nella sua recente ottima edizione delle Questioni naturali per la Collezione Valla (testo che sarebbe stato bene prendere a base piuttosto che quello vecchio e ormai sorpassato della Collection Budé ), che a differenza di Plinio il Vecchio, portato a una visione più statica e per così dire conclusiva del sapere scientifico, Seneca propende per una visione dinamica della scienza come «libro aperto dove le generazioni a venire, pronte a sorridere dell’ingenuità del passato, sapranno leggere molto di più». Da tale visione Seneca è portato però a una proposta non priva di ingenuità, che figura nel seguito dello stesso brano: quella cioè di additare una maggiore dedizione agli studi filosofici come rimedio unico possibile all’inevitabile provvisorietà del sapere scientifico. Una illusione che conferma il carattere esterno, rispetto alla vera e propria indagine, dell’appassionamento nei confronti della scienza sentito e alimentato da Seneca nell’ultimo tempo della sua vita.

Molte sono le cose di cui riconosciamo l’esistenza; ma qual è la loro natura? Non lo sappiamo. Tutti saranno pronti ad ammettere che abbiamo un’anima, dal cui comando veniamo ora spinti all’azione, ora trattenuti; che cosa sia però quell’anima, che ci fa da guida e padrona, nessuno potrà spiegartelo, più di quanto possa spiegarti dove sia . Qualcuno dirà che è un soffio, altri una sorta di armonia, altri una forza divina e particella di Dio, altri la componente più sottile del principio vitale, altri un’energia incorporea; non mancherà chi dica che è sangue, chi dica che è calore. E’ impossibile all’anima avere una conoscenza limpida del resto, tanto è ancora alla ricerca di se stessa. Perché allora ci stupiamo che le comete, spettacolo così raro nell’universo, non siano ancora definite da leggi rigorose né che si conosca l’origine e la fine di quei corpi celesti, il cui ritorno si verifica a lunghi intervalli? Non sono ancora passati mille e cinquecento anni da che la Grecia «numerò le stelle e diede loro un nome», eppure a tutt’oggi molti sono i popoli che conoscono l’universo soltanto come appare, che ancora non sanno perché la luna si eclissi, perché si veli d’ombra. Anche presso di noi solo da poco la scienza è giunta a una definizione certa di questi fenomeni.
Verrà un giorno in cui uno studio protratto e approfondito nei secoli porterà alla luce ciò che ora è oscuro. Una sola vita non basta all’indagine di fenomeni di tale portata, per quanto si dedichi totalmente allo studio dei fenomeni celesti; e noi, che dividiamo senza equilibrio un numero così esiguo di anni tra lo studio e il vizio? Insomma, questi fenomeni si chiariranno nel lungo succedersi di generazioni. Verrà un giorno in cui i nostri discendenti si meraviglieranno che non avessimo conoscenza di cose tanto evidenti.
Liceo Classico "E. Setti Carraro
Dalla Chiesa", Milano

Laura Pizzetti Paola Tamburini


Il rapporto tra esperienza del mondo e formazione scolastica

Quesito n° 1 L’affermazione di H. Gardner invita a riflettere sulla differenza tra assimilazione di conoscenze teoriche (sapere) e acquisizione di competenze (saper fare), che possano valorizzare l’apprendimento rendendolo flessibile e applicabile anche fuori dall’aula. A tal fine è necessario, come specifica anche Bruner, favorire il processo di categorizzazione intesa come «disciplina della mente». Così il sapere teorico acquisisce applicabilità e flessibilità, nonché efficacia e utilità. Gardner sottolinea l’opportunità di configurare le conoscenze in forme inedite e creative; si può fare qui riferimento al pensiero laterale di De Bono, che apre filoni di ricerca alternativi, o al pensiero divergente di Guilford, con la capacità di discostarsi da percorsi convenzionali. L’iter del pensiero creativo può essere favorito attraverso l’ insight , l’intuizione creativa, che per lo psicologo gestaltista Khoeler è la fase che permette di pervenire a risultati inediti. Analoga importanza ha il brainstorming , che fa affiorare spontaneamente nuove idee o approcci diversi ai problemi. Per alcune scuole anche l’errore andrebbe «tollerato» come punto di partenza per rielaborazioni non consuete. L’ambito extrascolastico può contribuire al raccordo tra apprendimento e realtà esterna migliorando le capacità cognitive, portando la scuola all’esterno o la realtà esterna nella struttura scolastica. Anche l’apporto dei mezzi di comunicazione di massa può essere poi recuperato con una «didattica dei mass media» che comporta una conoscenza di tecnica e contenuti, ma anche delle implicazioni psico-sociali della loro fruizione.
Quesito n° 2
Si ripropone un dibattito in cui pedagogisti e psicologi di orientamento diverso non sono concordi. Per Bruner il problema non va risolto né con la formazione di classi speciali né con l’appiattimento sullo standard più basso, bensì con la ricerca di una metodologia che integri caratteristiche cognitive, personalità e apporti individuali diversi. Si dovrà valorizzare ogni alunno con un percorso di apprendimento individualizzato. A.S. Neill, nella sua scuola di Summerhill, ha saputo favorire la varietà dei talenti anche sul piano creativo o del lavoro manuale. In questo modo le diversità di tipo sociale (sottolineate da Bernstein, che parla di codice linguistico semplice ed elaborato in classi sociali diverse) o di tipo geografico-culturale potranno essere superate. Per gli alunni di cultura diversa nell’ambito dell’autonomia scolastica si potrebbero proporre corsi di intercultura. L’antropologa Callari Galli parla di «cultura a mosaico» che educa ad acquisire visioni del mondo molteplici e fluttuanti. L’individuazione di un percorso diverso a seconda dei livelli cognitivi di partenza implica compiti nuovi per il docente, come la strutturazione di prove di livello diverso, l’aumento delle verifiche formative e di recupero o l’organizzazione di gruppi di confronto. Ciascuno può raggiungere un grado di «eccellenza relativa» commisurata a livello di partenza, possibilità o aspirazioni e partecipare, come sottolineava J. Dewey, alla vita collettiva partendo da presupposti democratici. Secondo gli innatisti contrapposti a Bruner invece l’eccellenza va incentivata con l’inserimento dei soggetti più capaci in gruppi omogenei, senza che si crei emarginazione, perché il loro lavoro andrà a vantaggio di tutta la società.
Quesito n° 3
Con una ripresa dei temi del secondo quesito, il candidato è invitato a riflettere sulla metodologia del lavoro di gruppo e individualizzato, che devono rappresentare due momenti integrati. L’invito è quello di rielaborare la proposta di correttivi didattici presentata da J.H. Block, vagliandone la funzionalità. E’ doveroso un richiamo alla didattica del mastery learning , con la strutturazione di tecniche basate su diagrammi di flusso che favoriscono un apprendimento costruttivo per più dell’80% degli studenti attraverso uno schema applicativo basato su continui rinforzi e riprese dell’argomento. Secondo I. Calonghi questo metodo potrebbe compromettere però l’equilibrio psichico con le continue e quasi ossessive ripetizioni del percorso e emarginare chi non raggiunge la padronanza prevista. Il mastery learning svolge la funzione di rinforzo, dispositivo che ha una matrice teorica nel comportamentismo, come ha dimostrato Skinner. Altri orientamenti pedagogici sono contrari all’eccesso di rinforzi perché fungerebbero da motivazioni estrinseche e trascurerebbero quella intrinseca, che si è rivelata più produttiva e duratura, comportando una modificazione strutturale e permanente nel soggetto.
Quesito n° 4
Il quarto tema, pur attuale e innovativo, presenta più insidie e difficoltà. Orefice fa riferimento alla produzione materiale e simbolica umana, carica di significati antropologici, culturali ed emotivi, nei confronti dei quali ipotizza un diffuso analfabetismo, eclatante in una realtà italiana ricca di testimonianze storiche, artistiche e naturali. C’è un implicito invito a trattare i temi all’interno dell’educazione permanente, rivolta anche all’adulto. Un pedagogista a cui riferirsi è G.M. Bertin, che auspica l’educazione «integrale» del soggetto mediante sei direzioni educative, tra cui l’educazione fisica, anche come conoscenza ed escursione sul territorio ( orienteering ), e l’educazione estetica alla fruizione e alla produzione di oggetti d’arte. L’ultima consegna riguarda il rapporto tra i processi formativi e l’ambiente sociale, artistico, naturale e tecnologico. Un riferimento può essere il pedagogista O. Decroly, che nel suo trittico metodologico «osservazione-associazione-espressione» invitava ad esaminare nella prima fase «l’ambiente vicino e lontano» in modo diretto e problematico da parte del discente. Un altro richiamo pertinente è la «Casa dei bambini» di Maria Montessori, dove è abolita la frattura tra ambiente scolastico austero e realtà familiare accogliente.

Istituto socio - psicopedagogico Virgilio, Milano
Batilde Bacci, Carla Pellifroni

Tracce belle, ma inadatte. Il dialetto porta fuori tema

Delle tre tracce proposte solo la prima riguarda la lingua nella sua accezione letteraria e artistica. Il tema della letteratura come fonte di ispirazione per la pittura e per la musica strumentale o operistica è in sé molto bello e suggestivo, ma risulta estremamente arduo per le conoscenze che si possono considerare comuni negli studenti liceali. Si richiede infatti non solo un’informazione e una competenza simultanea nell’ambito di arti diverse, ma anche una capacità di descrivere il loro rapporto attraverso l’esame di opere storicamente determinate: un compito più adatto a una tesi di laurea, tanto più che si sollecitano nel merito «personali considerazioni». Le altre due tracce si riferiscono piuttosto alla lingua intesa come comunicazione: in un caso riferita al regionalismo o al localismo, nell’altro alla pubblicità. Si tratta di argomenti di evidente attualità, ma è abbastanza curioso che allo studente non venga richiesta un’osservazione e una caratterizzazione di tipo linguistico dei due fenomeni, bensì una valutazione socio-antropologica da un lato, economica dall’altro. L’esperienza linguistica, sia dialettale sia commerciale, è presumibilmente la sola con la quale lo studente abbia un rapporto diretto, sul quale formulare le proprie considerazioni; laddove valutazioni e previsioni di carattere globale, come quelle imposte dalle tracce, rischiano di cadere nell’arbitrario o nel generico o nell’ovvio.
Se ne può concludere che, nella formulazione dei temi, occorrerebbe tener conto del carattere e dei limiti della cultura di un liceale di oggi; della conoscenza personale e diretta che può avere dei fenomeni; della specificità linguistica del liceo che frequenta e, infine, del fatto che deve fornire la sua prova in un idioma straniero, con tutte le conseguenze che ciò comporta.


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Date: 20 Jun, 2003 on 07:07
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