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Connessioni-truffa: stangata sul web
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1. Connessioni-truffa: stangata sul web
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da Il Corriere della Sera
14 giugn0 2003

Connessioni-truffa: stangata sul web

La trappola dei «cavalli di Troia» che fanno gonfiare le bollette: in due mesi 25 mila denunce

Tesine fatte, temi già scritti, soluzioni pronte. In questo momento vanno forte gli «aiutini», più o meno leciti, per l’imminente esame di maturità. La contropartita è salata: decine di euro addebitate sulla bolletta, per la gioia di papà e mamma. Si chiamano «dialer» e su Internet spopolano da tempo. La maggior parte dei siti, dai portali più prestigiosi alle pagine amatoriali più scalcinate, ne sono pieni. Si tratta di programmi che connettono l’utente a numeri telefonici a pagamento, in cambio della promessa di servizi di vario genere: loghi e suonerie per i telefonini, contenuti erotici, brani musicali. Si pensa di navigare con la solita tariffa e invece si finisce per pagare cifre choc, anche 3 euro al minuto.
Ieri la Polizia postale di Napoli ha multato quattro operatori di telefonia per oltre 620 mila euro. Un illecito amministrativo, visto che erano stati utilizzati numeri con i prefissi 702 e 709 per scopi diversi da quelli cui erano stati destinati dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. Prefissi nati per creare nuove forme di connessione a pagamento alla rete e per favorire i piccoli provider, ma che, nei fatti, oggi si ritrovano associati ai cari e spesso truffaldini dialer.
Il problema ha toccato già le tasche di decine di migliaia di italiani. «Abbiamo avuto oltre 25 mila denunce solo negli ultimi due mesi», dicono alla Polizia postale. Un numero in continua crescita.
Di per sé, né un «709» né un «dialer» costituisce una truffa. «Il dialer è un sistema utilizzato in tutto il mondo come sistema di pagamento alternativo alle carte di credito, da molti percepite come non sicure», spiega Jacopo Giacomini, amministratore di Webline, principale società del settore in Italia. «D’altronde il concetto dei contenuti a pagamento su Internet è ormai accettato - aggiunge Giacomini -. Creare prodotti come loghi e suonerie per cellulari e inviarli ha un costo».
Spesso, però, la truffa è in agguato: i più perfidi tra questi programmini, del genere «Trojan» («cavalli di Troia») si installano sul pc dell’utente senza neppure chiedere un’autorizzazione, lo disconnettono dall’abituale fornitore di accesso alla rete e lo riconnettono a un 709 o a un carissimo numero collocato in qualche isola del Pacifico.
Nella maggioranza dei casi, però, ci si può difendere. L’utente che cerca contenuti piccanti o una nuova melodia per il telefonino clicca su una pagina web e si vede comparire un avviso con frasi di questo tipo: «Questo programma vi connetterà al nostro server e avrete accesso a tutti i nostri contenuti. Non ci sono costi aggiuntivi, pagherete solo la telefonata: cinque centesimi al secondo più 60 centesimi di euro alla risposta per una durata massima di 75 minuti». I costi aggiuntivi non ci sono, ma la chiamata ci costerà 300 centesimi al minuto: quasi 6.000 delle vecchie lire. La connessione termina dopo 75 minuti, ma nel frattempo ci saranno addebitati 225 euro. E’ facile capire come le bollette possano lievitare su quote astronomiche. Per evitarlo, basta rispondere «No» quando il «dialer» si vuole installare sul nostro pc. Purtroppo, non sempre c’è un adulto davanti al monitor. E non sempre si leggono le piccole scritte contenute nella finestra di avviso.
I rimedi ci sono. Si può prevenire, chiamando il 187 di Telecom e chiedere che vengano disattivati i prefissi a rischio: 709, 166, 899 e altri numeri a pagamento. L’operazione è gratuita. Chi ha già ricevuto bollette gonfiate e si ritiene truffato deve evitare di pagare la parte dovuta ai dialer (è specificata in bolletta) precisando il fatto nella causale del bollettino postale. Successivamente, è necessario denunciare la frode alla Polizia postale. La Telecom si è anche impegnata a rimborsare chi ha dovuto pagare bollette indebitamente lievitate. Anche in questo caso è necessario sporgere denuncia e inviare tutta la documentazione.
Infine, esistono soluzioni tecnologiche contro i subdoli «cavalli di Troia»: ci sono ottimi programmi (antivirus e «firewall») in grado di bloccarli. Cacciarli dal pc una volta installati è invece assai più difficile: meglio avere a portata di telefono un amico a suo agio con mouse e tastiera.

Paolo Ottolina


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Date: 14 Jun, 2003 on 09:25
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