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1. La guerra con Apple
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da La Stampa
Mercoledì 8 Agosto 2001

La guerra con Apple

Il Mac è come un’isola dove si può star soli

Luca De Biase LA lunga partita dei personal computer è finita anni fa. La bellissima squadra della Apple, con la sua tecnica sopraffina, fronteggiava i giganti della Microsoft, perfettamente piazzati sul campo. La Apple giocava benissimo e sembrava sola in campo fino alla fine degli anni Settanta. Ha cominciato a subire il peso degli avversari nei primi anni Ottanta. Nel 1984 ha segnato un goal rimasto nella storia, uscendo con un computer dal volto umano che si manovrava con il mouse, cliccando sulle figure disegnate i n bianco e nero sullo schermo che rappresentavano fogli di carta e raccoglitori appoggiati in ordine sulla scrivania. Il resto del mondo era ancora alle prese con pc dai comandi incomprensibili e schermi neri popolati di segni verdi come marziani. L'entrata in gioco del Macintosh fece credere alla Apple di aver vinto. E anche l'avversario, pensò la stessa cosa, tanto che Bill Gates tese la mano: proponendo un accordo secondo il quale la Apple avrebbe avuto il monopolio del sistema operativo e la Microsoft si sarebbe concentrata sulle applicazioni, come i programmi per scrivere, archiviare e far di conto. Il fondatore, l'anima della Apple, Steve Jobs non era lì a valutare l'offerta, cacciato circa un anno prima: i suoi successori respinsero la proposta di Gates e si misero definitivamente nei guai. Perché lento ma inesorabile il mondo Microsoft si lasciò senza pudore ispirare dalle invenzioni della Apple, le chiamò Windows e le applicò al vastissimo territorio di pc venduti alle aziende dall'Ibm e da decine di clonatori, come la Compaq e la Dell. Poco importava che gli artisti, i giornalisti, i grafici preferissero la macchina migliore, più veloce, più facile e più flessibile: gli uffici compravano in massa le macchine standardizzate delle grandi case serie e dai forti muscoli commerciali e tendevano a evitare quelle simpatiche ma un po' troppo frivole con il segno della Mela. E come in un circolo virtuoso, più macchine compatibili con il sistema Microsoft si vendevano, più programmatori scrivevano software per quelle macchine e più le rendevano utili, contribuendo alla loro diffusione. E lasciando definitivamente indietro il mondo Apple, chiuso nel suo splendido isolamento. Sembra storia antica, quella dei personal computer e della concorrenza tra Apple e Microsoft. Ma pur essendo storia antica, è ancora sentita e vissuta con partecipazione. In un bar di Roma, poco tempo fa, una conversazione accesissima che opponeva macintoshisti e windowsiani si è conclusa con una metafora decisiva: «Il Mac è come un'isola der Pacifico. È bellissima. Ma stai da solo!». C'è chi lo preferisce. La maggioranza no.


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Date: 08 Aug, 2001 on 06:30
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