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da La Stampa
Mercoledì 8 Agosto 2001

Buon compleanno Mister Personal

IL 12 AGOSTO DI VENT’ANNI FA APPARIVA IL COMPUTER CHE AVREBBE RIVOLUZIONATO IL MERCATO, FACENDO ENTRARE L’INFORMATICA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

IL personal computer compie vent’anni. Due decenni fa, dodici ingegneri della Ibm - soprannominati «la sporca dozzina» - partorirono il primo «pc». A Boca Raton, in Florida, lavorarono con l’obiettivo di creare la macchina più veloce e più economica sulla piazza, quella che avrebbe potuto trasformare l'industria informatica e fissarono standard che sono ancor oggi in uso. A quei tempi, il personal computer era un prodotto appena nato in una piccola industria emergente dominata da piccole realtà della Silicon Valley, tra cui nomi ormai mitici come Commodore, Tandy, Osborne e Apple Computer. Nel 1980, tutte queste aziende messe insieme avevano venduto in tutto 327 mila unità. Ma la Ibm, un gigante poco abituato a muoversi rapidamente, vide un grande potenziale nel pc. E il 12 agosto 1981 la Ibm presentò la sua nuova creazione: una macchina a 2.665 dollari con un monitor in bianco e nero e 64 kilobytes di memoria. «Nessuno si immaginava che avrebbe avuto tutto questo successo» ha dichiarato Mark Dean, un ingegnere della Ibm che allora aveva sviluppato la scheda grafica del primo pc Ibm. Visti i tempi stretti, si pensò di rompere con la tradizione di Big Blue (il soprannome della Ibm) e di ricorrere per la tecnologia a fornitori esterni. Era necessario trovare un microprocessore (un processore centrale su singolo chip) adatto e la scelta cadde sul chip chiamato 8088 prodotto dalla Intel. Le alternative, pressoché equivalenti, erano i processori Z80 della Zilog e quelli della Motorola. Più difficile si sarebbe rivelata la ricerca del software di cui dotare la macchina. Gli ingegneri di Boca Raton volevano che fossero disponibili, al momento del lancio della macchina, un linguaggio Basic, un Cobol (particolarmente adatto per la realizzazione di programmi di contabilità e di gestione aziendale) e un Fortran per il calcolo scientifico. Linguaggi del genere ce n'erano già molti, anche nei magazzini di casa, ma stavolta si trattava di costruirli dal nulla, perché dovevano «girare» su processori del tutto diversi. Soprattutto serviva un sistema operativo, cioè un software di base che, per così dire, facesse da mediatore tra l’hardware sottostante (il processore e i dischi di memoria) e i programmi applicativi. Gli uomini in blu si misero in viaggio con destinazione West Coast, il luogo dei giovani e geniali inventori di software. Il primo candidato per il sistema operativo non era Bill Gates, ma Gary Kindall della Digital Research, che aveva già un prodotto facilmente adattabile alle esigenze Ibm. Ma in quell'estate del 1980, Gary Kindall perse l'occasione di diventare miliardario. L'episodio è stato chiarito anni dopo: pare fosse andato a pescare, e la moglie non sapeva come rintracciarlo.
A cogliere al volo quella possibilità fu invece un altro ragazzo di Seattle, bravo a bluffare. Infatti, la Microsoft non aveva un sistema operativo adatto a quei processori, ma Gates comunque si impegnò a fornirlo nei tempi giusti. Per riuscirci si rivolse a un altro sistema operativo, il Qdos, realizzato dalla Seattle Computer Products di Tim Paterson. Allora non era prassi comune brevettare il software, anzi la si considerava una cosa eticamente discutibile. Accuratamente tacendo che stava trattando con la Ibm, Gates ottenne da Peterson un accordo di licenza non esclusivo, con la possibilità di rivendere il prodotto. Spese in tutto 25 mila dollari, un'inezia. Il nome del prodotto divenne Ms-Dos e in seguito la Microsoft avrebbe comprato tutti i diritti dalla Seattle Computer Products e assunto lo stesso Tim Peterson; riuscì così a detenere l'intera proprietà del sistema: era l'inizio del monopolio.
Il Pc Ibm nacque il 12 agosto 1981 e da allora il registratore di cassa di Bill Gates ha continuato a girare: per ogni personal computer venduto con il suo software incassa la sua royalty. Oggi molti considerano vecchio il pc. Grazie a Internet potrebbero in effetti uscire una gran quantità di macchine meno complicate e meno costose in grado di fare quello che fanno i pc connettendosi alla Rete. I tentativi non mancano, anzi, ce n'è per tutti i gusti.
Ma il «vecchio» pc in fondo ha solo vent'anni: è in grado di trasformarsi costantemente per assorbire la gran parte delle funzioni delle nuove macchine che dovrebbero fargli concorrenza, mentre sul piano dei prezzi resta un avversario durissimo, grazie alla loro caduta inarrestabile. È di ieri l'ultima notizia Intel, che offre il suo nuovo microprocessore a metà prezzo. Sarà criticabile, il pc, ma il suo difetto principale è anche il suo indiscutibile pregio: è uno standard. Il che fa bene a chi ne monopolizza le tecnologie di base, come Intel e Microsoft, ma anche a chi compete per scrivere i programmi applicativi e a chi assembla e distribuisce. Con un arricchimento generale di tutta l'industria.

anna.masera@lastampa.it


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Date: 08 Aug, 2001 on 06:29
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