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«Chip e telecamere, siamo prigionieri di un guinzaglio elettronico»
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1. «Chip e telecamere, siamo prigionieri di un guinzaglio elettronico»
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da Il Corriere della Sera
21 maggio 2003

La relazione alle Camere del Garante per la privacy. Ma Pera: in alcuni casi la sicurezza è più importante

«Chip e telecamere, siamo prigionieri di un guinzaglio elettronico»

Relazione annuale alle Camere del Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà: «Cittadini prigionieri di un guinzaglio elettronico, troppi chip e telecamere». Il presidente del Senato, Pera, ribatte che «contro il terrorismo, per esempio, la sicurezza può prevalere sulla privacy»

Rodotà invoca una «Costituzione per Internet». Pera: ma la riservatezza non vada a scapito della sicurezza

«Addio privacy, i chip spiano il nostro corpo»

Allarmata relazione del Garante: genetica ed elettronica ormai ci tengono al guinzaglio

ROMA - Con la relazione annuale del Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, ieri mattina a Palazzo Giustiniani, davanti ai presidenti delle Repubblica e del Senato, il linguaggio di Matrix è entrato nell’agenda della politica italiana. Dopo aver denunciato i rischi di una «società della sorveglianza», Rodotà ha parlato di guinzagli elettronici, furti d’identità, chip sotto pelle, interazione tra genetica e Internet. Una terminologia da film di fantascienza, per descrivere problemi allarmanti e concreti.

TUTTI SORVEGLIATI - «I luoghi pubblici vengono sottoposti a un controllo capillare - ha detto Rodotà -. I dati riguardanti il traffico telefonico, la posta elettronica, la navigazione su Internet, vengono conservati per periodi sempre più lunghi. Ognuno di noi ha un corpo elettronico, fatto di informazioni che ci riguardano, distribuite nelle banche informatiche». Dati sulle nostre condizioni di salute e il nostro profilo di consumatori. Ma le informazioni sul Dna potrebbero essere usate per discriminare una persona al momento della ricerca d’impiego o della stipula di un’assicurazione. Per acquisire un codice genetico (e rubare un’identità) basta procurarsi un tovagliolo o un bicchiere usati.
I test genetici vengono offerti perfino via Internet. «Esiste un problema di consenso - spiega il Garante - per i test di paternità, ordinariamente chiesti dal padre dubbioso, utilizzando materiale genetico di un minore all’insaputa della madre».
I dati biometrici vengono usati al posto delle parole chiave, nei sistemi di protezione: non soltanto le impronte digitali, ma la mappa dell’iride, i tratti del volto, lo stesso Dna. Il corpo diventa una password e come tale registrato e scannerizzato in altre banche dati raggiungibili via Internet. Come proteggere questi dati da una schedatura centralizzata di massa? «Dovremo concordare a livello internazionale - risponde Rodotà - una "Costituzione di Internet", altrimenti le regole verranno dettate dalla tecnologia e dal mercato».

GUINZAGLIO ELETTRONICO - «Il telefono mobile - avverte Rodotà - con la tecnologia attuale diventa un invisibile filo elettronico che permette di seguire ogni nostro movimento». In alcuni prodotti il chip viene inserito per controllare il comportamento del consumatore, come una specie di guinzaglio elettronico. Inquietante il caso della Gran Bretagna, dove il terrore per gli episodi di violenza sui minori, ha portato alla progettazione di chip da inserire sotto la pelle dei figli per renderli reperibili. Su questi temi e su altri, come lo spamming (invio di email indesiderate), il Garante lavora di concerto con l’Unione Europea. Ma ora il modello europeo è messo alla prova dalla richiesta americana di avere tutti i dati su chi vola dall’Europa verso gli Usa. Richiesta contrastata dal Parlamento europeo. «Un atteggiamento di fermezza - dice Rodotà - che dovrebbe essere fatto valere dall’Ue anche a proposito del «Programma per la conoscenza totale delle informazioni» che l’amministrazione Usa intende utilizzare per il controllo di tutte le comunicazioni di ogni cittadino del pianeta, eccezion fatta per gli americani».
Una materia scottante sulla quale è intervenuto anche il presidente del Senato, Marcello Pera: «Caso per caso bisogna trovare un punto d’equilibrio. Vi sono circostanze in cui la sicurezza, ad esempio contro il terrorismo, può prevalere sulla privacy».


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Date: 21 May, 2003 on 09:00
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