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Scuola, sì al contratto
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1. Scuola, sì al contratto
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da La Stampa
17 maggio 2003

MORATTI: «COSI’ SI RIVALUTA UN RUOLO IMPORTANTE»

Scuola, sì al contratto
Per i prof la possibilità di una «progressione di carriera» e di insegnare in istituti diversi dal proprio. L’accordo dopo sette mesi di trattative

ROMA - Un milione e centomila lavoratori della scuola - la più numerosa categoria del pubblico impiego - ha da ieri un nuovo contratto, a distanza di un anno e mezzo dalla scadenza del precedente e dopo sette mesi di trattative. Gli 850 mila docenti avranno, a regime, 147 euro di aumento, mentre il personale Ata (amministrativo, tecnico ed ausiliario) ne avrà 93. L’accordo tra l’Aran (l’Agenzia che per conto del governo si occupa dei contratti pubblici) e Cgil, Cisl, Uil e Snals è stato siglato ieri alle 13,34. La Gilda ha abbandonato le trattative nei giorni scorsi, mentre Unicobas e i Cobas non le hanno neppure iniziate. Questi tre sindacati sono ora su posizioni estremamente critiche. Soddisfatissima Letizia Moratti: «E’ un accordo che riconosce, anche economicamente, l’importante funzione svolta dagli insegnanti». Il nuovo accordo consta di due parti, una normativa, di durata quadriennale, 2002-2005, e una economica di durata biennale che scadrà alla fine di quest’anno, reinnescando quindi - proprio tra pochi mesi - un’altra battaglia sindacale che si prevede non da poco, considerati i bilanci dello Stato. Il contratto in questione riguarda circa 850 mila insegnanti e 260 mila impiegati Ata. Le trattative sono state condotte avendo presente un obiettivo ambizioso che non si è raggiunto, ma al quale ci si è comunque avvicinati: l’adeguamento retributivo agli standard europei. Quando la scuola otterrà i soldi che il governo ha più volte promesso (8-10 miliardi di euro in cinque anni) allora, forse, il traguardo anche di quell’ambita meta sarà raggiunto. Ora agli insegnanti andrà un aumento di 147 euro «a regime»: 89 di incremento stipendio, 35 di aumento medio sulla «retribuzione professionale docenti» in sigla Rpd, 14 per il fondo destinato alla contrattazione integrativa; gli ulteriori 9 euro servono a coprire il costo «del conglobamento dell'indennità integrativa speciale nella voce stipendio», un'operazione, cioè, che permetterà di avere una indennità di buonuscita più alta per coloro che andranno in pensione dopo il primo gennaio 2003. Per il personale Ata, l’aumento sarà di 93 euro: 65 destinati alla voce stipendio, 9 per aumentare il compenso individuale accessorio e 10 destinati ad alimentare le risorse della contrattazione integrativa. Queste cifre sono però solo indicative, in quanto l’ammontare concreto varia a seconda dell’inquadramento contrattuale e dell’anzianità. Così, per esempio, l'aumento complessivo mensile di un insegnante con 15-20 anni di lavoro alle spalle sarà di 118,85 euro se si tratta di un docente di scuola materna ed elementare, 126,89 euro per uno delle medie e 129,64 euro per un docente di scuola superiore. Per tutto il personale l'aumento di stipendio avverrà in due tranches: la prima dal primo gennaio 2002 e la seconda dal primo gennaio 2003. Più complicati gli aspetti normativi. Il principale di questi riguarda il riordino di tutti gli accordi finora sottoscritti (ben 19) che verranno recepiti nel contratto come una sorta di «testo unico». La contrattazione integrativa - poi- viene trasferita quasi totalmente a livello locale (regionale e di istituto), mantenendo solo la voce «mobilità» a livello nazionale. Un altro elemento innovativo - anche se per ora assai aleatorio - è quello di prevedere una progressione di carriera per i docenti: la formula giusta non si è ancora trovata e per questo il contratto prevede una «commissione» che entro quest’anno dovrebbe sortire una proposta «tecnica». Interessante anche il fatto che i docenti possano - sia pur con un contratto a termine - andare a lavorare in una scuola diversa dalla propria «per ordine e grado» (un insegnante elementare che ne abbia i requisiti, per esempio, può fare due anni in un liceo) e che, su richiesta, possano usufruire di un anno di aspettativa non retribuita per fare una differente esperienza professionale. Assai semplificato, infine, l’inquadramento contrattuale e la carriera del personale Ata, le cui funzioni sono state raggruppate in cinque figure rispetto alle 11 di un tempo.

Raffaello Masci


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Date: 17 May, 2003 on 08:27
Scuola, sì al contratto
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