Ora gli alunni più piccoli in prima elementare sono il 5 per cento

In classe a 5 anni e mezzo
Quasi il 40% di chi aveva i requisiti. Il ministero: un successo

ROMA - Si prevedevano 80 mila iscrizioni anticipate alla prima elementare, l’intera leva di bambini che compiranno 6 anni tra il 31 dicembre 2003 e la fine del febbraio 2004. Ma evidentemente non tutti i genitori considerano un vantaggio mandare i propri figli a scuola un anno prima del previsto. Secondo fonti non ufficiali del ministero dell’Istruzione, gli alunni per i quali la campanella suonerà in anticipo sono circa 30 mila, un terzo rispetto a quanti avrebbero potuto avvalersi di questa novità introdotta dalla Riforma Moratti.

SCELTA D'ELITE - Andare in prima elementare a cinque anni resta per il momento una scelta di élite. Ma non è improbabile che il numero dei bambini sia destinato ad aumentare nei prossimi anni, man mano che l’informazione si diffonderà. A viale Trastevere le trentamila iscrizioni anticipate sono considerate un successo. Le famiglie hanno risposto all’offerta, anche se non in modo massiccio. Un numero molto elevato di bambini - 60 o 70 mila - avrebbe costretto il ministero ad assumere molti maestri con un conseguente aumento della spesa. La previsione di 1.400 insegnanti si è rivelata corretta per coprire le nuove cattedre.

LA MAPPA - Secondo stime ufficiali gli alunni che frequentano le elementari con un anno di anticipo sono il 5 per cento, con una maggiore concentrazione al Sud. Al Nord il fenomeno è quasi sconosciuto. Si tratta di bambini che dopo aver frequentato a cinque anni una classe preparatoria, detta «primina», in scuole private, passano direttamente in seconda elementare con un esame di ammissione. Nel dato non ufficiale del 30 per cento di iscrizioni anticipate sono probabilmente confluiti i bambini che, in mancanza della riforma, sarebbero stati indirizzati dai genitori verso le «primine» e anche un’altra quota, difficile da quantificare, che finora è sfuggita alle statistiche.

I «CLANDESTINI» - E’ sempre esistito infatti un fenomeno di frequenze «clandestine», tollerate da alcuni dirigenti scolastici, di alunni che stavano sui banchi di prima elementare pur non avendo l’età. I piccoli «clandestini» della scuola per quel poco che se ne sa risultano concentrati nelle elementari delle grandi città del Centro-Sud, in particolare in quelle dei centri storici. Attraverso la riforma tutti questi fenomeni, fino ad ora più o meno sommersi, dovrebbero esaurirsi dal momento che la frequenza anticipata, ritenuta da molti genitori un importante vantaggio, entrano a far parte dell’ordinamento della nostra scuola.

NUOVA SFIDA - Da settembre avremo nella medesima classe bambini di sette anni accanto a bambini di cinque anni e mezzo. Toccherà ai dirigenti e ai maestri, in particolare al maestro tutor, risolvere i complessi problemi pedagogici ed educativi che la differenza di età e di capacità apprendimento comportano. Si apre, per la nostra scuola, una nuova sfida.

G. Ben.

La riforma

LA LEGGE
La possibilità di andare a scuola un anno prima rappresenta il primo atto della riforma Moratti

LE NOVITÀ
Oltre all’ingresso anticipato alla prima elementare, la riforma prevede l’introduzione del maestro prevalente, della figura dei «tutor» e dei responsabili di laboratorio, il potenziamento dello studio dell’informatica e dell’inglese