Il triduo pasquale dei 7000 di Gioventù studentesca

Settemila giovani, in un silenzio attento e commosso, hanno ascoltato le parole di monsignor Luigi Giussani nella giornata conclusiva del triduo pasquale di Gioventù studentesca che si è concluso ieri a Rimini. Il cuore di ogni uomo sente di dover cercare l'eternità nell'istante, ha detto Giussani: è la Bibbia a sottolineare che la vita di ogni uomo è segnata dalla ricerca della felicità, una tensione che i giovani vivono come dimensione costitutiva del loro esistere.
Il fondatore di Comunione e liberazione, che parlava in videoconferenza ai ragazzi che gremivano il Palasport, ha spronato loro, gli insegnanti e i sacerdoti che li accompagnano nel cammino educativo, a impegnarsi nella ricerca della felicità, fino ad accorgersi che le risposte si trovano solo «appoggiando la testa sulle spalle di Cristo». Nella parte finale del suo intervento Giussani ha ripreso il tema del triduo pasquale, sottolineando che il compito della vita è capire, abbracciare e portare ovunque la forza di Dio che è gioia per l'umano. «La forza del Signore è la gioia del suo popolo» è stata la frase con cui si è congedato, come una consegna data ai settemila giovani che lo hanno applaudito commossi.
Prima del suo intervento gli studenti avevano vissuto un altro momento di grande intensità. In un collegamento in videoconferenza con Kansas City, il capitano dell'esercito americano, David Jones, ha raccontato la storia del suo incontro con il cristianesimo. Con la determinazione di chi ha scoperto in Gesù la possibilità di vivere fino in fondo l'avventura umana, Jones ha testimoniato il cambiamento avvenuto nella sua vita, che ha coinvolto tutto, dalla famiglia fino al suo lavoro nell'esercito. Grande fascino ha destato la sua testimonianza di come si possa servire Cristo anche facendo il proprio dovere nell'esercito. Nella coscienza che essere cattolici ed essere soldati non sono due cose inconciliabili, David Jones ha comunicato l'umiltà e la determinazione che caratterizza le sue giornate, il suo svegliarsi ogni mattina con la consapevolezza che è Cristo che si deve innanzitutto servire nel proprio lavoro. Una conseguenza di questo modo di svolgere il suo lavoro di ufficiale è la capacità di comprendere e valorizzare la dignità umana di ogni soldato. La sua testimonianza ha evidenziato che «la resurrezione di Cristo si manifesta nel cambiamento che la sua presenza genera nel mondo», come aveva sottolineato don Giorgio Pontiggia nelle meditazioni che hanno guidato il triduo di Gioventù studentesca. Infatti si può a ragione e con certezza dire che Gesù è risorto e risorge oggi perché si incontrano uomini la cui vita è cambiata dall'appartenere a Lui.
Particolarmente significativa era stata la via crucis di venerdì pomeriggio tra le colline di San Leo: seguendo il cammino della croce nell'affascinante cornice della cittadina marchigiana, i giovani hanno testimoniato come il sacrificio, di cui comunque sono capaci, non è fine a se stesso, ma è la strada che porta alla realizzazione piena della persona.