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Dottori già in tre anni Altri due e si raggiunge la specializzazione
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1. Dottori già in tre anni Altri due e si raggiunge la specializzazione
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da La Stampa
19 aprile 2003

IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE: ARRIVANO LE NUOVE REGOLE

Dottori già in tre anni Altri due e si raggiunge la specializzazione
Nasce la laurea «magistralis», mentre resta invariato il dottorato di ricerca Le università dovranno creare «punti di eccellenza» in singole discipline

ROMA - La formula del 3+2 nelle università italiane (tre anni per la laurea breve più due per quella specialistica) non è sbagliata: il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti l’ha detto molte volte. Non è stata però adeguatamente sperimentata, e così ha mostrato in questi quasi tre anni di vita alcune incongruenze applicative. Da qui la necessità di «rivisitarla» con un nuovo regolamento attuativo che, varato proprio ieri, prevede il percorso universitario come un processo graduale di apprendimento che da una base di conoscenze ampia e generale si orienti sempre di più verso la specializzazione e la professionalizzazione. Il limite della formula 3+2 fin qui applicata, invece, stava proprio - in alcuni casi - nel proporre nel biennio di specializzazione quanto già studiato nel triennio precedente senza una effettiva specializzazione. Ma vediamo da vicino alcune delle novità introdotte. LAUREA BREVE. La laurea breve resterà di tre anni, costituiti ciascuno in 60 crediti formativi (180 il totale), ma avrà una articolazione al suo interno. Nello specifico, i primi 60 crediti (corrispondenti al primo anno di corso) costituiranno per ogni laurea uno zoccolo di base. Dopo di che lo studente si troverà di fronte a un duplice indirizzo: un percorso di studi più professionalizzante e mirato alla spendibilità del titolo sul mercato del lavoro, oppure un indirizzo più «metodologico» orientato invece alla ricerca o all’approfondimento accademico. I tecnici del ministero parlano di una Y con una base propedeutica comune e due rami diversi, ciascuno pari a 120 crediti (due anni). Titolo conseguito: dottore. LAUREA «MAGISTRALIS». Dopo la laurea breve, che lo studente italiano consegue all’incirca alla stessa età degli altri laureati europei, si può andare a lavorare con una preparazione specifica già definita. Oppure, per chi lo desideri, si può continuare con la «laurea magistralis», specialistica, alla quale si può accedere indipendentemente dal ramo della Y che si sia percorso (metodologico o professionalizzante). Alla fine si ottiene il titolo di «dottore magistrale». DOTTORATO DI RICERCA. Invariata resta la disciplina del dottorato di ricerca: un’esperienza consigliata specialmente a chi voglia dedicarsi alla carriera accademica o di ricerca. Il titolo cui dà diritto è quello di «dottore di ricerca». Ci saranno quindi tre tipi di «dottori», anche se l’integrazione europea porterà sempre di più all’abolizione di questi titoli nell’uso quotidiano. CERTIFICAZIONE. Il titolo di studio (laurea breve o magistralis) sarà corredato da un documento che si chiama «supplemento al diploma» e che certificherà le competenze che lo studente ha acquisito nel suo itinerario formativo, in maniera che si possa sapere cosa si cela dietro - per esempio - una laurea in lettere o in fisica. Il tutto al fine di chiarire nei dettagli il curriculum del singolo studente e di consentirgli così di spenderlo meglio in una prospettiva internazionale. PUNTI DI ECCELLENZA. Ogni corso di laurea analogo dovrà avere uno standard di materie comuni sul piano nazionale, per una quota tra il 50 e il 65%, per il resto le singole università dovranno caratterizzare la proposta formativa sia in base alle esigenze del territorio, sia con l’obiettivo di fare di ogni università un punto di eccellenza in una specifica disciplina. Così, per esempio, la facoltà di lettere di Roma avrà come punto di eccellenza gli studi archeologici, quella di Torino gli studi egittologici, quella di Bologna la biblioteconomia, eccetera. E chi volesse approfondire una di queste branche sa anche a chi rivolgersi. TEMPI. Il nuovo regolamento ha iniziato un iter di approvazioni, tutte amministrative, dopo di che sarà pubblicato in Gazzetta ed entrerà in vigore. Il ministro Moratti ha comunque assicurato che «le modifiche potranno essere recepite dagli atenei con tutta la gradualità necessaria, per evitare disagi sia agli atenei stessi sia agli studenti».

Raffaello Masci


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Date: 19 Apr, 2003 on 09:26
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