AL NORD INVESTITI OLTRE 11 MILIONI DI EURO NEI SERVIZI TELEMATICI

Regioni in rete, Sud in grave ritardo
Stanca: con le nuove tecnologie il federalismo sarà più efficiente

TORINO - «L’E-government può rendere il federalismo più efficiente perché può far coesistere le varie realtà autonome ma in una logica di integrità e coerenza nazionale altrimenti si rischia la balcanizzazione delle pubblica amministrazione». Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, subordina a «questa visione condivisa» il via libera alla concessione alle Regioni e agli enti locali di 120 milioni di e necessari per finanziare progetti che permettano di realizzare «la pubblica amministrazione elettronica», per intenderci i servizi pubblici (richiedere un certificato, pagare le tasse o prenotare una visita medica) rivolti a cittadini ed imprese che sono forniti non solo dal web ma anche dal cellulare, dal telefono e, in un prossimo futuro, anche attraverso la televisione. Quei fondi costituiscono la prima tranche di un piano nazionale che ha permesso di finanziare 138 grandi progetti presentati da Regioni, Comuni, province e comunità montane e che adesso, alla vigilia della seconda fase, «è necessario rafforzare sul fronte della cooperazione non solo per usare meglio le risorse ma anche per aiutarci fra di noi perché - prosegue Stanca - i più forti aiutino i più deboli altrimenti creiamo un altro divario nel nostro paese tra una pubblica amministrazione più moderna e una meno moderna e più tradizionale. Questo è inaccettabile». Le preoccupazioni del ministro nascono dalla lettura del primo rapporto sull’innovazione nelle regioni d’Italia presentato ieri al Lingotto durante il convegno «Innovazione e federalismo» organizzato dal ministero e dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Quei numeri dimostrano che le Regioni del Nord Ovest hanno investito nell’Informazione Tecnologica quasi sette milioni e mezzo di e; quelle del Centro circa 5 milioni e settecentomila, il Nordest oltre 4 milioni e il Sud e le Isole poco più di 2 milioni e mezzo. Ecco perché il ministro sottolinea con forza la necessità «di rafforzare la condivisione dell’architettura di questa casa pubblica federale che però deve restare sempre nazionale». E le parole del ministro trovano una eco attenta nel presidente della Conferenza dei Governatori. Secondo Enzo Ghigo, infatti, «non ci sarà federalismo delle decisioni se non avremo realizzato prima un federalismo dell’informazione». Se questa è la premessa, allora la «sede istituzionale per avviare forme concrete di confronto e cooperazione tra centro e periferia potrebbe essere la nuova Agenzia nazionale per l’innovazione tecnologica». Ghigo però avverte «solo con la partecipazione paritetica delle diverse amministrazioni dello Stato, delle Regioni e degli enti locali, l’Agenzia potrebbe rappresentare un punto di riferimento per la riforma federale».

Maurizio Tropeano