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Via Internet i servizi dei Comuni
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da La Stampa
3 aprile 2003

IL MINISTRO PER L´INNOVAZIONE STANCA: «PRESTO 80 INIZIATIVE SIA PER I CITTADINI CHE PER LE IMPRESE»

Via Internet i servizi dei Comuni
Dall´iscrizione a scuola al pagamento delle multe

ROMA - Cambio di residenza on line, iscrizione dei figli a scuola, pagamento di multe, ma anche la possibilità, per chi lo desiderasse, di seguire via web-cam le riunioni del consiglio comunale. In grave ritardo rispetto all´Europa, ma con passo accelerato, l´e-government - l´amministrazione pubblica informatizzata - arriva nei comuni italiani. Il ministro per le Innovazioni e le tecnologie Lucio Stanca ha annunciato ieri che il governo si appresta a spendere altri 350 milioni di euro per varare misure aggiuntive che riguardano gli ottomila comuni d´Italia. «La pubblica amministrazione elettronica è lo strumento per trasformare il rapporto dello Stato con i cittadini, evitare code inutili e ridurre i passaggi della burocrazia», ha detto Stanca inaugurando il salone delle autonomie locali Euro P.a. ieri a Rimini. «In questo contesto le autonomie locali hanno un ruolo determinante: sono lo sportello digitale cui il cittadino si rivolge». Attualmente la pubblica amministrazione italiana dispone di tremila siti su Internet, ma quasi tutti offrono soltanto informazioni e non servizi. Il progetto generale di e-government messo a punto da Stanca prevede di portare in rete 80 servizi pubblici prioritari: 40 per i cittadini e 40 per le aziende. Entro la fine della legislatura ogni dipendente pubblico dovrebbe avere il suo indirizzo e mail. L´asse portante del piano per l´informatizzazione dell´amministrazione pubblica è formata da 138 progetti. «Ben 119 di questi 138 hanno concluso il loro iter amministrativo, mentre per gli altri le procedure sono a buon punto», ha aggiunto il ministro. Tra i progetti approvati c´è anche quello di permettere agli italiani che si trovano all´estero di votare in Italia per via elettronica. «Con un primo finanziamento di 15 milioni di euro per due anni razionalizzeremo la rete di collegamento di tutte le strutture italiane all´estero. Speriamo di poter incominciare a utilizzare questa infrastruttura a partire dalle Europee del 2004. La tecnologia ci consente la piena salvaguardia della sicurezza e della riservatezza dei dati». Stanca, che prima di entrare nel governo Berlusconi dirigeva la Ibm in Italia, sostiene che il piano nazionale di e-government che sta entrando in vigore dovrebbe «esaltare» il ruolo delle autonomie locali: «Il ponte per l´ammodernamento del Paese è stato gettato, aprendo la strada al federalismo efficiente». Questo «ponte» dovrebbe tra l´altro aiutare l´Italia a ridurre il ritardo accumulato negli anni rispetto agli altri paesi più sviluppati. Un´impietosa classifica stilata di recente da Accenture, la più grande società mondiale nell´applicazione della tecnologia al management e all´organizzazione d´impresa, piazzava l´Italia al ventunesimo posto, davanti a Messico e Sudafrica e dietro a Brasile, Portogallo e Malaysia. Stanca riconosce l´esistenza di questo notevole gap telematico, ma ribatte che «si tratta di un´eredità ricevuta dai precedenti governi» (in realtà l´informatizzazione della pubblica amministrazione fu avviata dal ministro diessino Bassanini). E insiste che questo governo ha comunque impresso una forte accelerazione: «Siamo infatti secondi per numero di nuovi servizi messi in rete nella pubblica amministrazione tra la seconda metà del 2001 ed oggi». Il ministro è convinto che «il colloquio in rete è destinato a migliorare la qualità dei servizi, portandola quantomeno a livello europeo». Ma ci vorrà una maggiore collaborazione tra comuni, province, regioni e stato centrale, per dare vita ad un sistema nazionale pubblico integrato. Alla fine del mese prossimo dovrebbe diventare operativo un portale unico nazionale della pubblica amministrazione (italia.gov.it). «L´Europa ci valuta e ci classifica, ed ha registrato questi miglioramenti», assicura Stanca. Siamo davvero così vicini alla fine di quel mondo tedioso e frustrante fatto di code, di carte e di lunghe malinconiche attese? «Questo è il sogno», dice il ministro. «La fine di tutte le file e di tutte le carte. Sia chiaro però: è un sogno, nel senso che non riusciremo a realizzare tutto domani mattina. Ma non è neanche un´utopia. Ci vorranno ancora un paio di legislature, forse anche tre».

a.d.r.


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Date: 03 Apr, 2003 on 09:07
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