DAI DITTATORI ALLE STRAGI: COME SI PUÒ REVISIONARE LA STORIA DEL SECOLO BREVE AL DI FUORI DELLE IDEOLOGIE. DUE ESEMPI
La nuova Garzantina

LA locuzione «E´ scritto sulla Garzantina» assume molto spesso la perentorietà dogmatica racchiusa in quel «L´ha detto la televisione» che compendia l´indiscutibilità ex cathedra con cui viene convalidata qualunque informazione provenga dalla Grande Sorella. A differenza della Tv, che fonda la sua influenza sull´immediatezza acritica con cui viene accolto il suo messaggio, l´autorevolezza della Garzantina si è tuttavia sedimentata grazie alla sua capacità di divulgazione enciclopedica acquisita in tanti anni di lavoro di sintesi, di condensazione delle informazioni essenziali, di professionalità nel cogliere il cuore di una questione per il miglior uso degli utenti che la consultano. Per questo assume un significato particolare la decisione di aggiornare nella nuova Garzantina «Universale» le voci sulla politica e sulla storia del Novecento, affidando a Maurizio Caprara il compito di riscrivere, o di scrivere per la prima volta, alcuni passaggi essenziali della storia, tenendo conto delle nuove acquisizioni documentarie e critiche. Voci ex novo, innanzitutto. Si va dalla scelta (sofisticata) di includere il lemma «Bojcot» («tortura cui venivano sottoposti in Jugoslavia i prigionieri politici dopo la rottura (1948) nel movimento comunista internazionale tra il Cominform e Tito») o quella del manuale Cencelli («metodo di calcolo per definire quanti posti di ministro e sottosegretario spettassero a ciascuna corrente della Dc in rapporto alla propria forza nel partito misurata in tessere»). Dalla voce sul dottor Mengele a quella sul Mossad, dall´inclusione del lemma dedicato al Pkk, il partito dei curdi di Ocalan, a quella sul totalitarismo, dove si precisa che «regimi totalitari, anche se ispirati da differenti ideologie, sono stati nel `900, tra gli altri, la Germania nazista e l´Unione Sovietica». Non sempre le scelte adottate dagli estensori della nuova Garzantina sono chiare: basti pensare che la citata voce «Bojcot», meritoriamente inclusa da Maurizio Caprara, occupa più spazio, in termini meramente quantitativi, della voce «Gulag», visto che nei campi sovietici vennero inghiottiti milioni e milioni di esseri umani. Ma certamente l´impianto della Garzantina risulta, al termine di questi ritocchi e integrazioni, decisamente più equilibrata del passato. E non perché a qualcuno sia venuto in mente di riscrivere orwellianamente la storia, ma perché l´acquisizione di nuove informazioni, la rivelazione di nuovi dettagli rende più credibile l´impianto complessivo di un´opera divulgativa la cui solidità è direttamente proporzionale al miglioramento dei contenuti. Perciò è stata integrata, precisata e migliorata alla luce delle risultanze processuali successive alla stesura della precedente Garzantina la voce su «Tangentopoli» in cui ora non vengono sottaciute le eventuali «forzature processuali» e viene messo in evidenza come «risultati variegati, in più occasioni disomogenei, hanno dato i procedimenti per corruzione, concussione, ricettazione» grazie all´alternarsi di condanne e assoluzioni. La precedente voce su Arafat si concludeva con il «premio Nobel per la pace nel 1994». Quella nuova, aggiornata, precisa anche: «la sua leadership ha conosciuto una fase di difficoltà dalla fine del 2000», con la ripresa del conflitto con Israele e il «moltiplicarsi degli atti terroristici di estremisti palestinesi contro civili israeliani che per un lungo periodo Arafat non è stato in grado di fermare». Un´aggiunta informativa doverosa, che non rovescia il giudizio ma fornisce dati nuovi e più aggiornati. «E´ scritto sulla Garzantina» è davvero un titolo di merito.

Pierluigi Battista