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La guerra divide ma non ferma le gite
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1. La guerra divide ma non ferma le gite
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da Il Corriere della Sera
31 marzo 2003

Malgrado le preoccupazioni di molti genitori gran parte dei ragazzi ha confermato la partenza. Privilegiate le destinazioni europee giudicate a basso rischio

La guerra divide ma non ferma le gite
Poche rinunce dopo la circolare ministeriale che invita a sospendere i viaggi all’estero. Un preside: inutile scatenare il panico

Tempo di gite scolastiche. Con il solito copione: genitori preoccupati, professori in agitazione, ragazzi fibrillanti all’idea di partire. Ma questa volta la questione è più seria. Con la guerra in corso, c’è in gioco l’incolumità di minorenni e dei loro accompagnatori. Ne sanno qualcosa i presidi. Da quando, nelle scuole di tutto il Paese, è arrivata la circolare del ministero dell’Istruzione che invita i dirigenti scolastici d’Italia a «prendere in considerazione l’ipotesi di sospendere viaggi d’istruzione all’estero». Seguita da una nota che segnala il sito www.viaggiaresicuri.mae.aci.it in cui vengono date indicazioni sul livello di attenzione relativo a ogni Paese.
Condizione sufficiente per scatenare genitori, consigli d’istituto, insegnanti. Riunioni convocate, telefonate a ogni ora del giorno, frasi come «tu non vai da nessuna parte» e colloqui serrati con le agenzie di viaggio che non garantiscono alcun rimborso a chi disdice all’ultimo momento. Anche se, alla fine, la maggior parte dei ragazzi è partita comunque.
«In consiglio di istituto - spiega Giovanni Gaglio, preside dell’istituto magistrale Agnesi, che nei giorno scorsi è stato tempestato di telefonate di genitori angosciati - abbiamo valutato i rischi dei viaggi all’estero. Ma, anche grazie al sito del ministero per gli Affari esteri, abbiamo visto che le mete dei ragazzi, Dublino, Praga, Monaco, non sono considerate pericolose. Inoltre, in questo periodo i controlli sono più severi e, quindi, aumenta la sicurezza».
Via libera alla gita, dunque. Anche per gli studenti del classico Carducci diretti a Parigi, Vienna, Napoli e in Provenza. Viaggi fortemente voluti dalla preside Mirella De Carolis. «Le gite - spiega - sono un prolungamento dell’attività curricolare: l’amore per la cultura nasce anche dai viaggi. Che andrebbero fatti in qualunque momento dell’anno, non solo adesso. Il ministero, comunque, ha fatto bene a metterci in guardia, ma abbiamo valutato caso per caso e, d’accordo con le famiglie, deciso di far partire i ragazzi».
La circolare, invece, non è affatto piaciuto a Michele D’Elia, preside dello scientifico Severi: «È un metodo del ministero per scaricare le responsabilità sul capo di istituto. Il quale non ha i poteri per annullare le gite, deliberate dagli organi collegiali. Il ministro ha scatenato il panico che il preside deve arginare. Per lo più troppo tardi: che ci si avvicinava alla guerra si sapeva molto prima del 20 marzo (data di emissione della prima circolare). Per fortuna, però, al Severi non si è creato panico, perché siamo stati noi a convocare i genitori che hanno confermato quanto deciso».
Più preoccupato, anche degli stessi genitori, Luigi Barbarino, preside del classico Manzoni: «Non ho dormito per due notti, dopo quella circolare. Il mio problema era la Grecia: 4 classi. Così, ho chiamato le famiglie che hanno scelto autonomamente se mandare o no i figli. Alla fine solo due ragazzi non sono partiti. Gli altri, tutti tranquilli. Tranne me, che li sento ogni giorno».
Prudenza, ma niente panico: sono queste le indicazioni. Lo conferma il direttore scolastico regionale Mario Dutto. «La circolare del ministero aiuta a individuare situazioni di rischio e, in base a queste, a capire cosa fare. Del resto, la scuola ha una grande responsabilità: bisogna tener conto delle informazioni e, con i genitori, prendere una decisione. Fondamentale, comunque, è non creare allarmismi. Ma, nello stesso tempo, mantenere alto il livello di attenzione e di prudenza».


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Date: 31 Mar, 2003 on 14:44
La guerra divide ma non ferma le gite
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