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Satelliti, intesa Italia-Germania su Galileo
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1. Satelliti, intesa Italia-Germania su Galileo
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da Il Corriere della Sera
29 marzo 2003

Il Gps europeo sfiderà il sistema americano. Il direttore dell’Agenzia spaziale: 150 mila posti di lavoro in più

Satelliti, intesa Italia-Germania su Galileo
Sbloccato il progetto per una rete di comunicazione mondiale. Un investimento di 3.300 milioni di euro

MILANO - I governi di Roma e Berlino hanno trovato un accordo per sbloccare il programma di navigazione satellitare Galileo; un piano giudicato strategico dall’Unione per lo sviluppo economico europeo. Da mesi si discuteva senza risultati perché ognuno dei due Paesi ambiva ad avere una leadership. «Sono soddisfatto - dice Antonio Rodotà, direttore generale dell’Esa a Parigi sotto il cui ombrello si materializza il progetto - perché significa che i quattro grandi Paesi contributori, cioè Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna, hanno accettato il peso paritetico con una quota del 17,5 per cento ciascuno. Il 2 aprile prossimo il consiglio dell’Esa formalizzerà il tutto avviando la realizzazione del programma». Il braccio di ferro tra Germania e Italia (alla base del quale c’erano le richieste dei gruppi industriali Eads e Finmeccanica) riguardava soprattutto la gestione industriale. «Ora è stata chiarita la strada per un positivo sviluppo con la dislocazione della sede della società in Germania come la leadership della parte spaziale», precisa un comunicato tedesco. All’Italia spetteranno una sede legale, la Galileo Industries Italy, e un viceamministratore delegato. Per questo - secondo alcuni - Roma ne è uscita insoddisfatta.
«Le discussioni fin qui condotte non avevano molto senso perché il programma Galileo - precisa Rodotà - è formato da molte parti che vanno ben oltre la costruzione dei satelliti e coinvolgono la rete delle stazioni di terra, i servizi da creare eccetera; per cui era impraticabile pensare ad un gruppo che prevalesse sugli altri».
Intanto sono passati quattro anni e nemmeno la disponibilità dei fondi da parte dell’Esa (550 milioni di euro) e altrettanti da parte di Bruxelles necessari per far partire il piano era bastata a sbloccare la situazione. Oltre i 1.100 milioni di euro iniziali saranno necessari altri 2.200 milioni di euro per completare il programma che prevede una costellazione di 30 satelliti in orbita pronti a funzionare per il 2008.
«Le risorse rimanenti dovranno essere trovate sul mercato - aggiunge Rodotà - ma già ci sono istituzioni e altri Paesi che premono per entrare e tra questi anche la Russia perché il loro sistema di navigazione Glonass ha dimostrato di non funzionare. Con Mosca, a corto di liquidità, si dovrà tuttavia trovare una forma diversa di contribuzione».
La costellazione Galileo è, in pratica, il Gps europeo. Ma il suo servizio di localizazione sarà più preciso (intorno al metro) di quello americano gestito dal Pentagono che lo può spegnere o degradare nelle prestazioni per ragioni di interesse nazionale, come è accaduto durante la guerra nella ex Jugoslavia.
Ma oltre la localizzazione dei mezzi mobili, Galileo garantirà anche un riferimento di tempo importante nelle transazioni finanziarie e una serie di servizi aggiunti di varia natura: dal controllo degli spostamenti delle materie pericolose o delle derrate alimentari ai chip di guida per i non vedenti.
«Si stima - sottolinea Antonio Rodotà - che proprio questa fioritura di servizi creerà 150 mila posti di lavoro in Europa ed un fatturato annuo di circa dieci miliardi quando si sarà a pieno regime».
Insomma, le prospettive sembrano positive se si rispetta una tabella di marcia. «Subito assegneremo la costruzione del primo satellite da lanciare entro il 2005 per garantirci l’uso della frequenza assegnata. Altrimenti la perdiamo» ricorda Rodotà. Per fortuna gli Stati Uniti hanno preso un po’ di ritardo sulla nuova generazione di satelliti Gps che vogliono lanciare e che non sarà pronta prima del 2010. Ciò offre qualche opportunità di mercato in più agli europei. I due sistemi saranno comunque perfettamente trasparenti e utilizzabili insieme.
«L’Italia avrà la responsabilità di integrazione dei satelliti - precisa Giorgio Zappa presidente di Alenia Spazio - oltre alla verifica del sistema, alla certificazione e alla sicurezza dei dati». Per la sede, invece, della futura agenzia che dovrà governare l’impiego di Galileo la guerra è ancora aperta.

Giovanni Caprara


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Date: 29 Mar, 2003 on 08:57
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