da Il Corriere della Sera
29 marzo 2003La concorrenza e Internet senza fili
di FRANCO CARLINI
L’inerzia dei governi favorisce i monopoli, e poco importa se consapevolmente o meno. Nella grande ristrutturazione finanziaria della catena di controllo Telecom a molti è sfuggita una piccola acquisizione da «soli» 11,5 milioni di euro. Per quella somma l’operatore telefonico dominante ha comprato il 100% del capitale di Megabeam Italia. Questa società, creata dal fondo Angel Ventures di Gianfilippo Cuneo, aveva coraggiosamente cominciato a sperimentare i punti caldi di accesso con tecnologia «Wi-Fi» (senza fili) in aeroporti e hotel, ma la piena commercializzazione del servizio era fondamentalmente rimasta bloccata dal ministero delle Comunicazioni, sotto l’ambiguo termine di «sperimentazione». Il ministro Maurizio Gasparri si era coperto dietro una richiesta di normativa unificata da parte dell’Unione Europea, che non è mai arrivata. Nell’attesa Megabeam e tutti gli altri che stanno scommettendo su questa tecnologia senza fili assai promettente hanno continuato a lavorare in perdita. Ma per fortuna ci pensa la vecchia cara Sip: soldi da investire ne ha, e pagando uno sproposito comincia a sgomberare il campo dalla concorrenza potenziale. Gli azionisti di Megabeam, per parte loro, hanno incassato con dignitoso compiacimento: loro sono finanzieri, mica industriali. L’efficacia dell’accordo è condizionata all’ottenimento dell'autorizzazione da parte dell’autorità Antitrust, ma sicuramente i lobbisti di Telecom si daranno da fare per ottenere da Gasparri quello che Megabeam non era riuscita a ottenere, e nel frattempo accumulano un vantaggio di partenza sugli altri operatori. Intanto altri Paesi europei non stanno fermi e anzi favoriscono il nuovo settore, in particolare la Gran Bretagna: l’ultima notizia è che in tremila pub sarà possibile navigare in rete, seduti al tavolino davanti a una mezza pinta di birra rossa.
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