Pasquale Picone
psicoanalista junghiano

Il 29 e 30 marzo 2003, nel castello di Santa Severina (KR) si celebra un solenne memorial di Marcello Gigante, a cura dell’ AICC-Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione di Santa Severina.

M. Gigante fu un insigne grecista e appassionato animatore dell’AICC. Il seminario di studi in programma a Santa Severina, prevede interventi dei prof. Antonino Pala, grecista del Liceo Classico di S. Severina, del prof. Serafino Parisi, direttore dei Quaderni Siberenensi, del prof. Luigi Enrico Rossi, dell’Università La Sapienza di Roma e della prof.ssa Maria Cannatà Fera della ‘Università Statale di Messina.

Nella giornata di domenica 30 marzo, dopo la messa in suffragio di M. Gigante, ci sarà la solenne cerimonia di intitolazione di una piazza di S. Severina, un centro del crotonese già definito come agorà della civiltà mediterranea, e l’inaugurazione di una lapide di cui ho potuto vedere il calco in argilla del bassorilievo di M. Gigante, il cui realismo e la qualità della fattura mi ha veramente impressionato.

La scuola e le comunità del crotonese, dunque, celebrano con rituali di civiltà e di continuità di memoria, il culto della Paideia; dell’amore e della conoscenza del mondo classico.

Se si va a leggere in profondità, tali iniziative, ci si accorge di non trovarsi in presenza di passaggi formalistici e autoreferenziali.
L’organizzatore del memorial, Antonino Pala, si è rivelato, nel corso del suo insegnamento al Liceo Classico di S. Severina, un animatore instancabile di cultura, un umanista nel senso pieno della definizione.

Ha promosso iniziative di teatro greco in cui ha coinvolto la comunità locale, la cui Amministrazione ha realizzato il teatro all’aperto di Monte Fuscaldo. Simili animazioni hanno trovato riverberi e diffusione nella valorizzazione della storia, della cultura e delle tradizioni locali, sia attraverso gli impulsi che hanno portato al restauro e alla valorizzazione del castello di S. Severina, sia attraverso la rivista Quaderni Siberenensi. Dove confluiscono i contatti e gli studi del Centro Giochimita di S. Giovanni in Fiore, in parallelo agli impulsi della Pro Loco di S. Severina e alla attività annuale della AICC.

Uomo schivo, modesto, sempre interno al suo ruolo di formatore, sia nel rapporto con gli allievi, in orario scolastico, sia nel rapporto con l’umanità locale, si può dire di lui ciò che dice il preside Michele Grande, altro uomo di scuola di rilievo che con Pala ha un sodalizio privilegiato: “ogni volta che incontro A. Pala mi commuovo per la sua spiritualità”. E’ un problema di affinità elettive tra uomini di scuola. Quell’affinità elettiva che rappresenta la Paideia, il prezioso potenziale formativo per le nuove generazioni.

Lo stesso Michele Grande, attualmente al Nautico di Crotone, non è da meno. Là dove è stato dirigente scolastico, le diverse realtà della scuola calabrese, anche nei contesti difficili e di frontiera del reggino, sono migliorati e accresciuti.

Attraverso la frequentazione di tali uomini si prende coscienza di un altro aspetto del dramma che vive la scuola in Occidente: la crisi di formazione degli studi classici.

Non vi è dubbio che, con una progressiva affermazione della cultura dell’avere, del possedere e del primeggiare, si sia oscurata e subordinata la cultura dell’essere, del cambiamento e del miglioramento continuo del Sé individuale.

Alle domande sulla finalizzazione e sull’uso della conoscenza del mondo classico che, legittimamente, i giovani possono rivolgere, pochi docenti veramente appassionati riescono a rispondere in modo persuasivo.

Gli studi classici servono a costruire ciò di cui l’uomo moderno ha bisogno più di tutto il resto, in qualsiasi settore e attività in cui si ritrova per estrinsecare la sua identità: l’energia morale, l’energia interiore, la motivazione alla qualità della vita.

Gli studi classici non rappresentano nozioni e bagaglio da eruditi, che stanno là, nei libri di greco e di latino. Come ogni altro vero apprendimento essi determinano una modifica del comportamento. Gli studi classici consistono in un lavoro di consapevolezza, di una graduale integrazione alla coscienza, di zone profonde della nostra anima individuale. Basti pensare solo al ruolo e al significato dei tragici che, con la catarsi della rappresentazione scenica, realizzano veri e propri effetti terapeutici.

Ce lo hanno mostrato i più grandi interpreti scientifici dell’anima moderna, i fondatori della psicoanalisi, S. Freud e C. G. Jung, quando ritornano al mito, attingono dal mito classico le chiavi descrittive della complessità dell’apparato psichico.

Questo ha fatto M. Gigante nella sua vita di docente e questo continuano a fare A. Pala e M. Grande in terra di Calabria.
Una simile eredità può essere trasmessa e diffusa attraverso l’attività che l’AICC organizza ogni anno nei Licei Classici d’Italia. Se, a certo scolasticismo del rituale, più finalizzato alla vetrina del liceo-bene della città di provincia, si affiancherà anche una politica di aggiornamento e formazione permanente dei docenti di lingue classiche.