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Il costo dell'ignoranza
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da ZDNet

RISORSE
Il costo dell'ignoranza

Non basta avere il computer, bisogna saperlo utilizzare al meglio. Un convegno che ha visto la partecipazione del mondo accademico, delle imprese e della PA, ha messo in luce l'importanza di diffondere l'alfabetizzazione informatica

di Agnese Ananasso
Tech Update Italia
19 marzo 2003

La sede dell'Università LUISS Guido Carli di Roma è stata sede dell'incontro tra esponenti del mondo accademico, dell'impresa, del lavoro e della Pubblica Amministrazione. Tema "Il costo dell'ignoranza nella società dell'informazione", titolo del primo rapporto stilato da AICA, l'Associazione Italiana per l'Informatica e il calcolo Automatico, in collaborazione con la SDA (Scuola di Amministrazione) Bocconi.

Patrocinata dalla Commissione Europea e dal ministero per l'Innovazione Tecnologica, la conferenza è stata aperta dal rettore della LUISS Adriano de Maio e dal Presidente dell'AICA Giulio Occhini e argomentata da Luciano Conte, della Commissione Europea, da Pier Franco Camussone, della SDA Bocconi e da Fulvia Sala, dell'AICA.

"Ci piacerebbe che questo rapporto sia solo il primo di una serie - esordisce Occhini - perché è importante quantificare il costo dell'ignoranza informatica nella società di oggi e smettere di ragionare in termini qualitativi. Solo sapendo oggettivamente a quanto ammonta la perdita produttiva dovuta alla scarsa familiarità con la tecnologia, si possono approntare gli strumenti per correre ai ripari. Sono stati sbagliati anche i parametri di valutazione utilizzati fino a oggi. Alte vendite di computer o alto numero di collegamenti a Internet non sono indicativi di uno sviluppo delle competenze informatiche, ma solo indici di un buon livello di addestramento all'utilizzo di determinati mezzi tecnologici".

E' importante la distinzione tra addestramento, formazione e sviluppo di competenze. Per favorire la crescita, non solo in Italia ma anche in Europa, del tasso di alfabetizzazione informatica è stato avviato a Lisbona nel marzo 2000 dal Consiglio Europeo un progetto che ha come obiettivo aumentare entro il 2010 la competitività economica europea nell'Information and Communication Technology.

"La Commissione Europea - spiega Conte - ha innanzitutto studiato delle linee guida che puntano sulla formazione, in particolare di docenti e studenti, e sull'apprendimento per l'intero arco vitale, senza dimenticare l'aspetto sociale, permettendo a tutti, in particolare ai disabili, di poter usufruire dei vantaggi dell'apprendimento in ICT".

L'e-learning, che fa parte del progetto e-Europe, sembra essere la chiave di lettura per la realizzazione degli obiettivi europei. Dal punto di vista finanziario i Fondi Sociali Europei (FSE) costituiscono il sostegno economico che la Commissione Europea dà a strutture pubbliche e private per la formazione in ICT.

"Qualunque tipo di indicatore usiamo per misurare il livello di informatizzazione - afferma Fulvia Sala - l'Italia risulta sempre a un livello bassissimo, questo perché l'informatica non è un insegnamento curricolare nella scuola secondaria superiore: mancano le infrastrutture, la domanda e l'offerta di servizi via canale elettronico, il potenziale di competenze per poter usare certe tecnologie. L'ECDL (European Computing Driving Licence), la patente europea del computer, è un mezzo per migliorare il livello di competenza in ICT, è una certificazione delle competenze. Dal 1999 a oggi il numero di coloro che la conseguono è triplicato. C'è apertura, fiducia, sia da parte di chi già ha un impiego, sia da parte di chi lo sta cercando. Ed effettivamente chi la prende è spinto dalla necessità di accrescere le proprie competenze. Un dato allarmante è che, specialmente nel privato, da parte dei datori di lavoro non c'è nessuno stimolo a conseguirla, perché la formazione viene avvertita ancora come un costo e non come un investimento per accrescere la produttività".

Il problema è che il nostro Sistema Impresa è costituito da piccole e medie aziende che non hanno una visione prospettica come accade invece nella grande impresa pubblica. Infatti buona parte di chi decide di prendere la ECDL segue un corso privato a pagamento perché percepisce l'importanza di investire su se stesso. Forse i corsi finanziati da FSE sono ancora troppo pochi sul territorio ma un passo avanti è stato fatto a livello di Sistema Paese, ora l'altro scoglio da superare è appunto il Sistema Impresa.

"Per riuscire a raggiungere il traguardo del 2010 bisognerebbe ridefinire l'intero quadro socio-economico italiano ed europeo - sostiene Camussone - aumentare l'incidenza dell' ICT sul PIL, ridisegnare i processi interni e relazionali delle aziende, per aumentarne la produttività, aumentare la domanda di informazioni da parte degli utenti aziendali. L'informazione è un bene che va fatto circolare, che va scambiato. Non possiamo competere con un paese come gli Stati Uniti dove gli investimenti in ICT rappresentano il 38% degli investimenti totali. Noi siamo ancora lontani da questi livelli e non ci rendiamo conto, o meglio le aziende non si rendono conto, che l'ignoranza pregiudica la realizzazione dei progetti europei, diminuisce la produttività delle imprese, rende più difficile il ricollocamento dei lavoratori in mobilità. Il conto che abbiamo fatto per quantificare la perdita di produttività è molto semplice: abbiamo calcolato che circa 11 milioni di italiani usano il computer per lavorare e di questi gli specialisti sono circa 2.5 milioni. I non specialisti perdono, tra aiutare il collega in difficoltà, districarsi con stampanti che non funzionano, risolvere problemi legati a tentativi impropri di accesso a Internet ecc, circa 171 minuti a settimana, pari a circa 114-115 milioni di giornate perse in un anno, che, moltiplicate per 136 euro, fanno arrivare la perdita di produttività a 15.6 miliardi di euro. La formazione può ridurre tale costo e lo abbiamo dimostrato sottoponendo a un test un campione di lavoratori prima e dopo aver conseguito la EDCL. Abbiamo rilevato che potrebbe esserci una riduzione dei costi dovuti all'ignoranza di circa duemila milioni di euro. Ovviamente i veri miglioramenti si hanno quando si sono metabolizzati gli insegnamenti e si è dato loro applicazione".

In effetti le aziende manifatturiere dove sono stati tenuti i corsi per il conseguimento della patente europea del computer hanno rilevato che i dipendenti svolgono il loro lavoro più velocemente, meglio e in più utilizzano applicazioni che prima non erano in grado di usare. C'e da dire che nuovi costi possono derivare dalla richiesta di supporti informatici più evoluti o dall'uso personale del pc in ufficio.


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Date: 19 Mar, 2003 on 08:26
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