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Scuola, l’anticipo porterà nelle aule altri 90 mila allievi Problemi in vista
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da Il Messaggero
Venerdì 14 Marzo 2003

Scuola, l’anticipo porterà nelle aule altri 90 mila allievi Problemi in vista

ROMA — Già dal prossimo settembre sarà possibile iscrivere a scuola bambini di 2 e 5 anni e mezzo. Non è un obbligo, ma un’opzione. «I soldi ci sono, riaprirò le iscrizioni», ha affermato il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti.
Sono almeno 89 mila, su un totale di 260 mila con le caratteristiche anagrafiche richieste, i nuovi alunni che busseranno alle porte degli istituti. Per entrare dovranno compiere 6 e 3 anni entro il 28 febbraio 2004. Si parla anche di 2.550 insegnanti da assumere e 2.000 classi da attivare. Ma sindacati e opposizione accusano: «Problemi in vista, manca la copertura finanziaria». La sperimentazione a Roma. Novità per i professori: spariranno i concorsi.

A FAVORE
Bertagna: «Una sfida senza precedenti:istruzione e formazione sullo stesso piano»

ROMA — La riforma è classista?
«Macchè, semmai il contrario. Non teorizza scuole di serie “A" e "B" e lancia una sfida che non ha precedenti: mette sullo stesso piano la scuola e la formazione professionale, partendo dal concetto, assolutamente rivoluzionario, che questi due canali formativi, tenuti finora separati, possono invece avere eguali obiettivi e risultati». Parla Giuseppe Bertagna, pedagogista, ispiratore della riforma morattiana.
Professor Bertagna, tra le principali accuse c’è quella di avviare precocemente al lavoro, costringendo a scegliere a 13 anni. Che cosa risponde?
«Chi avvalora questa interpretazione mostra di non avere capito nulla. Il fine dell’istruzione professionale non è quello di allenare i giovani all’apprendimento esecutivo del lavoro. Ma prevede l’educazione completa dell’individuo. Anche un parrucchiere, per esempio, dovrà avere sensibilità, gusto estetico, preparazione culturale. Quello che conta è il traguardo finale, indipendentemente dal percorso scelto».
Non le sembra utopistico pensare alla effettiva parità tra licei e formazione professionale?
«E’ difficile, certo, ma possibile. Importante è che ci sia lo strumento giusto: per la prima volta è stata varata una riforma della scuola che esce dall’orizzonte statalista di stampo napoleonico, introduce concetti nuovi e, contrariamente a quanto si dice, non gerarchizza il sapere. La formazione deve essere di qualità per tutti».
Le novità di maggior rilievo?
«Non si parlerà più di programmi, che prevedono l’esecutività, ma di indicazioni, che esigono dei progetti. E’ come dire, ti dò i mattoni, poi pensa tu a costruire il muro».

A. Ser.


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Date: 14 Mar, 2003 on 13:59
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