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Opere da manuale
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1. Opere da manuale
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da La Stampa
14 marzo 2003

Opere da manuale

inviato a Milano

CHE cosa hanno in comune una «Garzantina», rassicurante e cordiale come una zia molto amata, e un libro che si intitola minacciosamente Cromofobia, narra la storia dei colori in rapporto al bianco nella nostra civiltà, e si legge tutto d´un fiato? Prima di chiederlo ai loro editori, la Garzanti appunto e la Bruno Mondadori, è consigliabile una visita in libreria dove, da qualche anno, c´è sempre più saggistica sui banconi, almeno come numero di titoli se non come copie in assoluto. Ma a poco a poco, pur nel mercato editoriale italiano che non cresce, né per fatturato né per numero di lettori, una lenta marcia verso quella che si usa definire l´educazione permanente è in corso. Assecondarla significa per gli editori creare libri «di servizio». E´ l´ora delle mini-enciclopedie a tema, o per essere più precisi di quei vecchi, cari manuali che nel frattempo hanno cambiato pelle. Tutti ricordano quelli della Hoepli, che hanno insegnato a generazioni di italiani come riparare un motore a scoppio o costruire una bicicletta, un ponte ferroviario o magari un tostapane, ma hanno raccontato anche i miti greci o le avventure della stilistica e delle retorica. Nella biblioteca tradizionale c´erano manuali ed enciclopedie. Da qualche anno domina una specie diversa: i nuovi manuali, che hanno digerito la lezione di quelli «tecnici», per applicarla nel campo delle scienze sociali e della cultura in generale. Come ci dice Francesco Cataluccio, direttore editoriale della Bruno Mondadori, si dirigono a chi, anche dopo aver concluso il suo ciclo scolastico e universitario, sente il bisogno di continuare ad aggiornarsi e studiare. C´è stato un tempo in cui le famiglie affidavano questa funzione all´enciclopedia in molti volumi acquistata una volta e per sempre. Adesso, ribadisce Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale della Garzanti, «finita l´epoca dei grandi progetti totalizzanti, i nostri sono strumenti che orientano all´interno dei vari campi specialistici, a metà strada tra l´enciclopedia e il manuale come li si intendeva una volta». La «Garzantina», che non è affatto così giovane, perché vide la luce per la prima volta nel `62, rappresenta bene continuità e rottura col passato. Tra pochi giorni uscirà l´edizione dei quarant´anni per l´«Universale», e sarà l´occasione per fare il punto su uno strumento straordinariamente longevo. Nacque prima ancora che la casa editrice, allora guidata da Livio Garzanti, varasse l´ambizioso progetto dell´Enciclopedia Europea. Le è sopravvissuta adattandosi ai cambiamenti di costume. «Le prime erano legate alle materie fondamentali del liceo, dalla letteratura alla geografia - ricorda Ponte di Pino - poi la gamma si è allargata». La Garzantina riflette la specializzazione dei saperi contemporanei, e anche la loro frammentazione. Se per lungo tempo c´è stata quella dedicata al diritto, oggi è divisa in tre diverse edizioni: diritto, economia e finanza. Può essere «firmata» (il Cinema è a cura di Gianni Canova, quella dedicata a Fiori e giardini è di Ippolito Pizzetti), e può concedersi qualche libertà. C´è la «Garzantina» delle citazioni, curata da Elena Spagnol, o quella della Puericultura, che è un vero manuale, così come L´italiano di Luca Serianni, un po´ manuale, un po´ grammatica e molto glossario. E´ un´enciclopedia che diventa libro. Sul lato opposto del bancone, apparentemente molto lontano, c´è invece il libro che diventa quasi un´enciclopedia. In questo caso, il modello è diverso, un po´ sorprendente. «Quando abbiamo cominciato questa avventura, e cioè nel `95, avevamo in mente, insieme con l´amministratore delegato della Bruno Mondadori, Alberto Gulli, un modello abbastanza preciso. Forse non l´abbiamo nominato, ma certo pensavamo entrambi a quello», dice Francesco Cataluccio. «Erano i libri su cui la nostra generazione aveva studiato, la Pbe dell´Einaudi. Opere con una forte funzione educativa, che si potevano usare per preparare gli esami all´Università e parallelamente per inseguire i nostri interessi». Con questa idea in testa la casa editrice, che fa parte del gruppo Paravia-Bruno Mondadori, terzo colosso italiano nel campo della scolastica, è sbarcata sul mercato della varia. «Il nostro obbiettivo erano le 1500 copie in prima battuta, sapendo che, se l´opera avesse funzionato, l´anno seguente avrebbe potuto essere adottata per corsi universitari, il che in molti casi raddoppia le vendite». Il sistema ha funzionato sino alla riforma. A quel punto alla Bruno Mondadori si sono accorti che i loro libri erano troppo difficili per gli studenti del triennio, ed è nata l´esigenza di differenziare le linee editoriali. «Da una parte opere pensate per la nuova università, per esempio la collana Campus, o quelle di letteratura comparata, in un momento in cui le cattedre dedicate a questa disciplina si moltiplicavano in Italia; dall´altra proposte specifiche "per la libreria": sempre di servizio, ma con impronta manualistica. Cromofobia, di David Batchelor, era uno di questi: ha venduto 5000 copie». Ma con che criterio viene scelto un libro? Come nasce un «manuale» di questi tipo? Le risposte ovviamente divergono, dato anche il diverso impegno necessario alle due casi editrici per i loro prodotti. «Le Garzantine richiedono investimenti sempre maggiori - risponde Ponte di Pino -. Ogni nuovo titolo implica quindi uno studio molto attento, che tiene conto del soggetto da scegliere, dei costi e di chi può realizzare il lavoro, visto che ci affidiamo a team esterni, coordinati dalla redazione. Certo il principio è quello di ampliare il numero di materie su cui vogliamo intervenire. Ma bisogna ricordare che si tratta sempre di un´impresa gigantesca: significa almeno due anni di lavoro, e il copia-incolla non funziona. Bisogna ricontrollare tutto, anche quando si fa la nuova edizione. Le tirature iniziali variano tra le 15 e le 30 mila copie, con l´obbiettivo di ristampare nel giro di pochi anni». E´ un grosso impegno: l´anno scorso ne sono uscite cinque, tra aggiornamenti e nuove edizioni, quest´anno dopo l´Universale dei 40 anni, è previsto un Atlante storico e l´Enciclopedia della radio, curata da Barbara Scaramucci e Peppino Ortoleva. Diverso il caso delle monografie-manuale della Bruno Mondadori, dove si riunisce un «piccolo gruppo con gusti specifici», composta da direttore editoriale, amministratore delegato, responsabile commerciale e da un consulente generale, il professor Alberto De Bernardi dell´Università di Bologna. «La discussione parte della domanda: che cosa mi piacerebbe leggere e che cosa non trovo se vado in libreria», spiega Cataluccio. C´è poi un tipo di libro preferito su tutti: di servizio più che non di interpretazione, e con un approccio interdisciplinare. «Le faccio un esempio: meglio un´introduzione a Cartesio che un grosso e raffinato libro di interpretazione su Cartesio e l´arte barocca. Tendiamo a non pubblicare studi fortemente specialistici». L´investimento iniziale può variare, ma non dimentichiamo, aggiunge Cataluccio, che un «indice dei nomi» costa da solo 600 euro, ed è quasi sempre irrinunciabile. Comunque sia il punto di pareggio è sulle 1500 copie. L´altro versante editoriale, l´Università, ha ovviamente regole sue: qui al criterio del gusto si aggiunge, fino a prevalere, quello di vedere che cosa manca in un dato momento sul mercato. Ma questo sistema vale anche per la parte più strettamente manualistica. «Ci siamo ovviamente accorti che c´erano le Garzantine in posizione dominante, però mancavano repertori che parlassero degli incroci culturali. Così, per fare un esempio, abbiamo tradotto un dizionario olandese sui miti del mondo classico». Non sembra che ci sia carenza di repertori simili... «Questo però ha una caratteristica unica. Non offre solo la descrizione di Achille ma aggiunge, a parte, Achille nella letteratura, nell´arte, nella musica e così via. Uno strumento utilissimo». Un po' vi fate concorrenza, e un po´ intervenite su settori diversi del mercato. Quali sono allora i vostri maggiori successi? La Bruno Mondadori ha osato molto nell´architettura, perché, dice Cataluccio, «avevamo consulenti, passione e ci sembrava un settore che anche nell´Università avesse bisogno di aria fresca». E´ fiero di aver portato in italia una importante studiosa d´arte e soprattutto di fotografia come Rosalind Krauss, col suo Passaggi (che uscì in America nell´81). Ora sta per pubblicare una collana dedicata alle città: guide colte, non turistiche, ma monografie di luoghi e reportage fotografici per lanciare nuovi nomi. Ma il best seller assoluto, dice, è Il Novecento e le sue storie di Scipione Guarracino, mentre va molto bene l´Atlante storico della Resistenza italiana. Per Oliviero Ponte di Pino la risposta è fin troppo ovvia: «L´Universale ha venduto 2 milioni di copie». Ma è un dato a sé, difficile da paragonare. Il direttore editoriale della Garzanti sa di avere dalla sua la forza di un marchio che ha fatto scuola: «Quello della Garzantina è talmente forte che siamo diventati sinonimo di enciclopedia tematica di medio volume. Ora ne abbiamo 28 in commercio: a comprarle tutte si spenderebbero meno di mille euro, il che significa un prezzo a pagina di 0,3 euro. Piuttosto economico, vero?». Nello stesso tempo invita a non trascurare il resto della casa editrice, che pubblica romanzi e saggi, e ha autori come Claudio Magris o Michael Crichton. Le Garzantine rappresentano un quarto dell´intera attività editoriale, accanto alla «varia», ai tascabili e ai classici. «Siamo una casa generalista che ha un forte filone di impegno civile. Attenta alla storia, pensi ai libri di Joachim Fest, ai nuovi autori italiani, come Culicchia, e nella saggistica a settori come la realtà contemporanea, il modo ebraico, la tv e lo spettacolo, la religione e i problemi della Chiesa». Le varie facce si riverberano l´una sull´altra. Ma le Garzantine restano il prodotto più popolare, fra i cui acquirenti non mancano i lettori della Settimana enigmistica, a quel che si dice. Il tramonto delle «grandi opere», chiediamo, vi ha aiutati? «Credo che non ci abbia toccato. In 40 anni abbiamo venduto 6 milioni e mezzo di esemplari, di cui appunto due milioni per la "Universale". E lo stesso discorso vale per Internet, che per il momento non è una minaccia. Se poi si rivelasse davvero un´opportunità, abbiamo i contenuti e gli strumenti per sfruttarla». Fin´ora i contatti con la rete sono andati piuttosto bene. «A Natale tra i 100 libri più venduti di Internet Bookshop Italia, la grande libreria on-line, c´erano otto Garzantine. Ciò significa che anche il pubblico molto informatizzato continua a comprarci».

Mario Baudino


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Date: 14 Mar, 2003 on 08:51
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