Scuola, ottomila professori in meno I sindacati: «Sciopero contro i tagli»
La riduzione di organici nell’insegnamento sarà concentrata al Sud

ROMA - Stamane il Senato approverà definitivamente, dopo due anni di iter parlamentare, il disegno di legge di riforma dell’istruzione. Il ministero ha già varato il decreto sugli organici del prossimo anno scolastico: è previsto un taglio di 8 mila professori. Continua invece a segnare il passo il contratto della scuola che riguarda un milione di persone. Al Tesoro è in corso da due mesi la verifica delle risorse certificate dal ministro Moratti. Senza il timbro di Tremonti la trattativa all’Aran non procede. I sindacati dei professori hanno proclamato uno sciopero nazionale per il giorno 24. I sindacati contestano anche i tagli agli organici e le mancate assunzioni in ruolo.

TAGLI - Nel prossimo anno scolastico ci saranno 8 mila insegnanti in meno. I tagli sono concentrati nelle regioni del Sud. E’ l’effetto della Finanziaria. Per i sindacati è stato raschiato il fondo del barile. «La scuola - dice Daniela Colturani, leader del sindacato dei professori della Cisl - è stata depauperata della ricchezza che veniva dagli organici funzionali, dai progetti, da un’offerta formativa di qualità». Nella scuola elementare è stata ridotta la quota di organico utilizzata in vari progetti, come l’inglese. Nelle medie e nelle superiori è stato ricondotto a diciotto ore l’impegno orario dei docenti che, per motivi organizzativi, non riuscivano a coprirlo interamente. Per quanto riguarda i posti di sostegno non ci sono variazioni. Ma in totale dagli 698.146 docenti dell’anno in corso nel prossimo scenderemo a 690.157. La differenza è di 7.989 professori, pari all’1,14 per cento. Immediata la protesta dell’opposizione: «È sintomatico che - dice Giovanni Manzini della Margherita - proprio nel momento in cui il Senato si appresta a varare definitivamente una riforma della scuola, senza la minima copertura finanziaria, la Moratti, ottemperando al dettato della legge Finanziaria, decida anche il taglio di 8 mila posti di insegnanti. È la conferma che il vero ministro dell’Istruzione non è la Moratti, ma Tremonti, per il quale l’unica cosa che conta è ridurre gli investimenti nel settore scolastico. Lo sapevamo. Per questo governo la scuola non solo non è una priorità, ma è considerata addirittura una spesa inutile da tagliare ».

RIFORMA - Le novità entreranno nelle aule dal prossimo anno. Si comincerà certamente con la prima elementare. Potrebbero essere coinvolti, ma con qualche difficoltà in più specialmente per i libri di testo, anche i bambini della seconda. Nell’anno scolastico 2004-2005, secondo fonti non ufficiali, la riforma dovrebbe approdare in prima media. E in quello successivo alle superiori. La riforma tuttavia non potrà partire se prima non verranno compiuti alcuni atti. Il ministro Moratti, entro 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale , dovrà definire il piano finanziario a sostegno del suo impegnativo progetto di cambiamento della scuola. Fino ad oggi gli investimenti hanno rappresentato una percentuale molto esigua del bilancio dell’istruzione. Ci sarà una inversione di tendenza? Subito, dopo il varo della riforma, il governo dovrà anche mettere mano ai decreti di attuazione della legge delega, cominciando dai più urgenti. Come quelli sull’anticipo delle iscrizioni alle materne ed elementari, sull’ordinamento del primo ciclo, cioè elementari e medie, sul servizio di valutazione delle scuole e sulla formazione universitaria dei docenti.

Giulio Benedetti