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CARLO BO L'ultimo testimone della letteratura
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1. CARLO BO L'ultimo testimone della letteratura
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 22 Luglio 2001

MAESTRI E' morto ieri notte a novant'anni il grande critico. Profondamente cattolico, era stato nominato senatore a vita nel 1984. Professore a soli 27 anni, fu rettore di Urbino dal 1947

CARLO BO L'ultimo testimone della letteratura

Era ricoverato in una clinica di Genova dopo una caduta nella casa di Sestri Levante


Carlo Bo, il critico letterario più autorevole del nostro Paese, Magnifico rettore dell'Università di Urbino, senatore a vita per i suoi alti meriti culturali, è morto ieri sera. Era ricoverato in una clinica di Genova, la «Montallegro», a seguito di una banale caduta nella sua casa di Sestri Levante, il 9 luglio scorso. Aveva novant'anni, la sua pur forte fibra ha ceduto ai devastanti effetti di un embolo polmonare, causato, è da presumere, dalle lesioni alle costole conseguenza dell'incidente. Il caso ha voluto che uno dei più grandi esponenti della cultura italiana agonizzasse in una casa di cura della stessa città in quelle ore messa a ferro e fuoco dalle frange più violente della contestazione antiglobalizzazione scese in campo per protestare contro la riunione del G8. Ma lui, il saggio professore, il critico cui la cultura italiana guardava come a un oracolo, non si è accorto della coincidenza. L'altro ieri mattina era entrato in coma, assistito dai medici e dai nipoti (non aveva figli) che hanno trascorso le ultime ore accanto al suo letto, vegliandolo e sperando in un miracolo. Del resto, Carlo Bo era riuscito altre volte a superare situazioni critiche; anche dopo la recentissima caduta dalle scale di casa a Sestri, aveva reagito con sorprendente forza, tanto che dopo il ricovero d'urgenza all'ospedale San Martino di Genova, dopo neanche ventiquattro ore, per sua stessa volontà, era stato trasportato in clinica, dove sembrava stesse superando nel migliore dei modi quella che veniva considerata una normale convalescenza.
Con lui, quando il senatore è caduto dalle scale di casa, era la sua governante Antonia, la donna che per anni lo ha accudito, facendogli pesare meno la sua condizione di anziano vedovo. La moglie, Marise Ferro, era morta nove anni fa. La signora Antonia era sempre lì, ad accogliere i suoi amici, a risolvere ogni tipo di problema domestico, a Milano, nella casa di via Maria Teresa; a Urbino, nell'abitazione prossima alla sede universitaria; a Sestri Levante. E ieri sera era lì, in clinica, accanto a una delle nipoti del professore, la signora Marcella, quando il respiro dell'infermo si è arrestato.
Al telefono, il segretario di Bo, Renzo Cavallarin, ieri a tarda sera, dopo che la notizia del decesso era stata resa pubblica (anche se i familiari presenti in clinica non avevano voluto confermarla ufficialmente), con la voce rotta dall'emozione ci ha parlato dell'ultimo loro incontro. Era avvenuto l'altro ieri mattina, prima che il senatore perdesse conoscenza. Da Milano, Cavallarin aveva raggiunto una Genova assediata dalle forze dell'ordine. «Abbiamo parlato di questioni di fede, come spesso facevamo, dato che io sono un evangelico», ha riferito il segretario. «Sembrava fuori pericolo», ha aggiunto, «tanto che si era preoccupato che andassimo a mangiare qualcosa, io e la signora Antonia».
«Non è un merito arrivare a novant'anni», ci aveva detto Carlo Bo in gennaio quando per il Corriere eravamo andati a trovarlo per festeggiare il suo compleanno. E aveva spiegato: «Tutto quello che avevo da dire come studioso l'ho detto in un arco di tempo che arriva al 1945. Quel che è venuto dopo è stanchezza, delusione, erosione della fede nella letteratura». E poi, imprevedibilmente, con l'umiltà di un grande, aveva aggiunto: «Mi rammarico del tempo perduto, degli studi che non ho fatto». In quelle ore che per lui dovevano essere di festa, mentre a Urbino, a Roma, a Milano, in Liguria gli amici e le autorità si preparavano a rendergli omaggio, aveva trovato per sé questa formula, sconcertante e per certi versi inquietante: «Mi definirei un aspirante cattolico».


Matteo Collura


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Date: 22 Jul, 2001 on 08:52
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