DISCUSSIONI La scomparsa di prestigiose collane non riguarda soltanto la letteratura italiana

Classici addio, anche per la filosofia

L’articolo di Paolo Di Stefano, uscito sul Corriere di ieri, dedicato alla drastica riduzione delle collane dei classici italiani, merita una piccola aggiunta sulla filosofia. In questi ultimi anni numerose collane sono state seppellite, a volte in silenzio, altre volte con l’estrema unzione dei bilanci. Innanzitutto: le due serie che hanno plasmato il linguaggio filosofico italiano del ’900 sono state chiuse: sono i Classici della filosofia moderna e i Filosofi antichi e medievali di Laterza. La prima è stata soppressa nel 1984, la seconda nel 1978. Alcuni titoli sopravvivono nelle ristampe, ma il progetto di Croce e Gentile (firmato a quattro mani in calce ad alcuni dei primi volumi usciti) e continuato da Garin, è un ricordo. Certo, Laterza pubblica ancora classici (nella Bul sono appena uscite le Lezioni sulla filosofia della storia di Hegel) ma non si può considerare più l’editore di riferimento per il genere. Altra collana da rimpiangere è quella «gialla» di Einaudi, deceduta negli Anni ’80. Poi quella - Anni ’60 e ’70 - di Zanichelli (classici del pensiero moderno). La casa bolognese prima di Natale ha chiuso anche la sua collana di autori latini (chissà se e come finirà Aulo Gellio...). Aveva pubblicato opere di Hamann, Marsilio Ficino, Campanella, Cusano, di altri illustri sfrattati dai cataloghi.
Inoltre, un danno è stato il taglio delle collane de La Nuova Italia. La «Biblioteca di studi superiori», dove erano pubblicati i frammenti dei Sofisti curati da Untersteiner o quelli dei Pitagorici della Timpanaro Cardini, per limitarci a due esempi, è sostanzialmente morta. E così le collane «Il pensiero filosofico» e «Il pensiero storico» di questa editrice: opere interrotte, volumi preziosi da cercare in antiquariato. Poi, tra le tante, c’è il danno causato dalla morte - Anni ’80 - delle collane filosofiche della Sansoni. La sigla c’è ancora, i libri no.
La situazione, tuttavia, non è tragica. La Bompiani, con le collane dirette di Giovanni Reale, facendo vivere un progetto della Rusconi avviato da Ferruccio Viviani, diventa il riferimento più importante del mercato italiano. C’è inoltre la serie della Utet, fondata da Abbagnano e ora diretta da Tullio Gregory. Né vanno dimenticati i grandi pensatori cristiani di Città Nuova (Sant’Agostino sta per finire: per la prima volta lo avremo tutto in italiano). Né Mursia che, seppur lentamente, continua. E poi Adelphi: ha una collana filosofica e ottimi testi nei suoi classici. Peccato non abbia pubblicato Il mondo di Schopenhauer (curato da Giametta su antico invito di Giorgio Colli, finito nella Bur). Per questo alziamo dinanzi all’illustre editore il cartellino giallo.

Armando Torno