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SENZA CAMICE
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1. SENZA CAMICE
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da La Stampa
17 febbraio 2003

LA RIFORMA DEGLI ENTI DI RICERCA
SENZA CAMICE

IL progetto di riordino del Cnr e di altri enti di ricerca, annunciato dal governo, ha aperto com´è noto un conflitto con una larga parte della comunità scientifica, che ha indirizzato un appello al Presidente della Repubblica e ha organizzato una clamorosa protesta di piazza. Numerosi sono i punti di dissenso tra gli scienziati (e più in generale uomini di cultura) firmatari dell'appello al presidente Ciampi e al ministro Moratti (la quale - è doveroso ricordarlo - trova sostenitori anche nel mondo accademico): l'autonomia del lavoro di ricerca dalle ingerenze esterne, i rapporti tra pubblico e privato, le interrelazioni tra ricerca di base, ricerca applicata e mercato. Ma le questioni di fondo sono rimaste spesso in ombra. Com'è strutturata l'impresa scientifica nel suo complesso? Qual è il ruolo della scienza nella società di oggi? A simili interrogativi non si può rispondere in maniera improvvisata. L'epistemologia, da una parte, dall'altra la sociologia della scienza hanno chiarito, da punti di vista spesso opposti, che nell'epoca della Big Science la figura del «camice bianco» isolato nel suo laboratorio, tra alambicchi e lavagne fitte di simboli, è una caricatura che non corrisponde a nessuna realtà. La frontiera tra ricerca pura e ricerca applicata (si leggano gli scritti di Bruno Latour, di Jhon Ziman, di Harry Collins e Trevor Pinch) semplicemente non esiste. Nemmeno il più astratto degli algebristi, nel dimostrare un nuovo teorema sui numeri primi, rimane confinato in un empireo di pura teoria - e lui stesso ne è ben consapevole, così come le istituzioni presso le quali lavora. Affinché una nuova scoperta scientifica riesca a trovare applicazioni tecnologiche, è infatti quasi sempre necessario che gli scienziati impegnati nella ricerca di base prestino la loro cooperazione attiva agli ingegneri e ai tecnici che devono procedere alla realizzazione pratica del progetto. Tra l'altro, è proprio da questa sinergia, da questa commistione di fondo, che trae origine la responsabilità morale degli scienziati: nessuno può fingere di rinchiudersi nella sua torre d'avorio e ignorare il mondo circostante. Quando il ministro Moratti incardina la riforma del Cnr sull'identificazione di una serie di «assi strategici» - dall'«avanzamento delle frontiere della conoscenza» fino alla «promozione della capacità d'innovazione nei processi delle piccole e medie imprese» - fa a fette arbitrariamente una realtà complessa, fittamente interconnessa, delicata nei suoi equilibri interni, introducendo distinzioni che nella realtà non esistono. Alla ricerca scientifica (a quella italiana, nella fattispecie) non possono che nuocere semplificazioni che la snaturano.

Claudio Bartocci


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Date: 17 Feb, 2003 on 19:08
SENZA CAMICE
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