Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
Amare l'America e marciare per la pace
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. Amare l'America e marciare per la pace
Reply to this topic with quote Modify your message
da Repubblica.it

LE IDEE

Amare l'America e marciare per la pace
di UMBERTO ECO

IL MALE fa male. Non dico cosa nuova se ricordo che la finalità principale di ogni azione e movimento terroristico è destabilizzare il campo di coloro che colpisce. Destabilizzare vuole dire mettere gli altri in fibrillazione, renderli incapaci di reagire con calma, farli sospettosi gli uni degli altri. Né il terrorismo di destra né quello di sinistra sono riusciti, in fin dei conti, a destabilizzare per esempio il nostro paese. Per questo sono stati sconfitti, almeno alla loro prima e più temibile offensiva. Ma si trattava in fondo di fenomeni provinciali.

Il terrorismo di Bin Laden (e in ogni caso della vasta fascia fondamentalista che egli rappresenta) è evidentemente assai più abile, diffuso, efficiente. È riuscito a destabilizzare il mondo occidentale, dopo lཇ settembre, evocando antichi fantasmi di lotta tra civiltà, guerre di religione, scontro di continenti. Ma ora sta ottenendo un risultato assai più soddisfacente: dopo avere approfondito la frattura tra mondo occidentale e terzo mondo sta ora incoraggiando profonde fratture all'interno dello stesso mondo occidentale.

E' inutile che ci facciamo illusioni: si stanno profilando conflitti (non bellici, ma certo morali e psicologici) tra America ed Europa, e una serie di fratture all'interno dell'Europa stessa. Un certo latente antiamericanismo francese si fa sentire a voce più alta e (lo avremmo mai immaginato?) in America torna di moda l'appellativo di mangiatori di rane con cui un tempo si indicavano i francesi.

Per tenere i nervi a freno occorrerà anzitutto ricordare che queste fratture non oppongono gli americani ai tedeschi o gli inglesi ai francesi. Assistendo alle proteste contro la guerra che stanno sorgendo su entrambe le sponde dell'Atlantico, cerchiamo di ricordare che non è vero che "tutti gli americani vogliono la guerra" e nemmeno che "tutti gli italiani vogliono la pace". La logica formale ci insegna che basta che un solo abitante del globo odi sua madre perché non si possa dire "tutti gli uomini amano la loro mamma". Si può solo dire "alcuni uomini amano la loro mamma" e "alcuni" non vuole dire necessariamente "pochi", può volere dire anche il novantanove per cento.

- Pubblicità -

Ma anche il novantanove per cento non si traduce come "tutti" bensì come "alcuni", che appunto vuole dire non tutti. Pochi sono il casi in cui si può usare il cosiddetto quantificatore universale "tutti": di sicuro solo per l'affermazione "tutti gli uomini sono mortali", perché sino ad oggi, anche i due di cui si pensa siano resuscitati, Gesù e Lazzaro, a un certo punto hanno cessato di vivere, e dall'imbuto della morte sono passati. Quindi le fratture non sono tra i tutti di una parte e i tutti di un'altra: sono sempre tra alcuni delle due (o tre, o quattro) parti. Sembra una pignoleria, ma senza premesse del genere si cade nel razzismo.

Nel vivo, sanguinoso anche se non ancora sanguinante, di queste fratture, si odono ogni giorno affermazioni che diventano fatalmente razziste, del tipo "tutti coloro che paventano la guerra sono alleati di Saddam", ma anche "tutti coloro che ritengono talora indispensabile l'uso della forza sono nazisti". Vogliamo cercare di ragionare?

Qualche settimana fa un recensore inglese, parlava, tra l'altro in tono tutto sommato favorevole, del mio libretto Cinque scritti morali da poco tradotto nel suo paese. Ma arrivato alla pagina in cui scrivo che la guerra dovrebbe diventare tabù universale, commentava sarcasticamente: "Vada a dirlo ai sopravvissuti di Auschwitz". Sottintendeva cioè che se tutti avessero avuto in orrore la guerra non ci sarebbe stata neppure la sconfitta di Hitler e la salvezza (purtroppo solo di "alcuni") degli ebrei rinchiusi nei campi di sterminio.

Ora questo mi pare un ragionamento come minimo ingiusto. Io posso sostenere (e di fatto sostengo) che l'omicidio è un crimine inammissibile e non vorrei mai uccidere qualcuno in vita mia ma, se un tizio armato di coltello mi entrasse in casa e volesse uccidere me o uno dei miei cari, farei il possibile per fermarlo con una sediata sulla testa, e se quello ci rimanesse secco non proverei il minimo rimorso. Del pari la guerra è un crimine e il colpevole che ha scatenato la seconda guerra mondiale si chiamava Hitler: se poi, una volta che l'ha scatenata, gli alleati si sono mossi e hanno opposto violenza a violenza, hanno naturalmente fatto bene perché si trattava di salvare il mondo dalla barbarie. Ciò non toglie che la seconda guerra mondiale sia stata una cosa atroce, che è costata cinquantacinque milioni di vittime, e che sarebbe stato meglio se Hitler non l'avesse scatenata.

Una forma meno paradossale di obiezione è questa: "dunque tu ammetti che è stato un bene che gli Stati Uniti siano intervenuti militarmente per salvare l'Europa e impedire che il nazismo erigesse campi di sterminio anche a Liverpool o a Marsiglia?" Certamente, rispondo, hanno fatto bene, e rimane per me ricordo indimenticabile l'emozione con cui da tredicenne sono andato incontro al primo reggimento di liberatori americani (tra l'altro, un reggimento di neri) che arrivava nella cittadina in cui ero sfollato. Mio amico è subito diventato il caporale Joseph, che mi ha dato i primi cheewing gum e i primi fumetti con Dick Tracy. Ma a questa obiezione, dopo la mia risposta, ne segue un'altra: "Dunque hanno fatto bene gli americani a stroncare sul nascere la dittatura nazifascista!"

La verità è che non solo gli americani ma anche gli inglesi e i francesi non hanno affatto stroncato le due dittature sul nascere. Il fascismo hanno cercato di contenerlo, di ammansirlo e persino di accettarlo come mediatore sino agli inizi del 1940 (con qualche atto dimostrativo come le sanzioni, ma poco di più), e il nazismo lo hanno lasciato espandersi per alcuni anni. Gli Stati Uniti sono intervenuti dopo essere stati attaccati dai Giapponesi a Pearl Harbor e tra l'altro rischiamo di dimenticarci che sono state Germania e Italia, dopo il Giappone, a dichiarare guerra agli Stati Uniti e non viceversa (lo so che ai più giovani questa può parere una storia grottesca, ma è andata proprio così).

Gli Stati Uniti hanno atteso a entrare in un conflitto terribile, malgrado la tensione morale che li spingeva a farlo, per ragioni di prudenza, perché non si sentivano abbastanza preparati, e persino perché anche da loro c'erano dei simpatizzanti (famosi) per il nazismo, e Roosevelt ha dovuto lavorare di fino per trascinare il suo popolo in quella vicenda.

Hanno fatto male Francia e Inghilterra ad aspettare, sperando ancora di arrestare l'espansionismo tedesco, che Hitler invadesse la Cecoslovacchia? Forse, e molto si è ironizzato sulle disperate manovre di Chamberlain per salvare la pace. Questo ci dice che talora si può peccare per prudenza, ma che si tenta tutto il possibile pur di salvare la pace, e almeno alla fine è stato chiaro che era Hitler colui che ha iniziato la guerra e ne portava dunque tutte le responsabilità.

Trovo quindi ingiusta la prima pagina di quel quotidiano americano che ha pubblicato la foto del cimitero dei bravi yankees morti per salvare la Francia (ed è vero) avvertendo che ora la Francia si stava dimenticando di quel debito. La Francia, la Germania e tutti coloro che trovano prematura una guerra preventiva fatta ora e solo in Iraq non stanno negando solidarietà agli Stati Uniti nel momento in cui sono, per così dire, circondati dal terrorismo internazionale.

Stanno soltanto sostenendo, come molte persone di buon senso pensano, che un attacco all'Iraq non sconfiggerebbe il terrorismo ma probabilmente (e secondo me certamente) lo potenzierebbe, porterebbe nelle file terroriste molti che ora si trovano in condizioni di perplessità e prudenza. Pensano che il terrorismo raccoglie adepti che vivono negli Stati Uniti e nei paesi Europei, e i loro soldi non sono depositati nella banche di Bagdad, ma possono riceve armi, chimiche e no, anche da altri paesi.

Cerchiamo di immaginare che, prima dello sbarco in Normandia, De Gaulle si fosse incaponito, visto che aveva le sue truppe nei territori d'oltremare, a esigere uno sbarco sulla Costa Azzurra. Gli americani e gli inglesi si sarebbero probabilmente opposti adducendo numerose ragioni, che nel Tirreno c'erano ancora a est truppe tedesche col controllo delle coste italiane almeno nel golfo di Genova, o che sbarcando al nord si aveva alle spalle l'Inghilterra ed era più sicuro far transitare truppe da sbarco sulla Manica che farle navigare per tutto il Mediterraneo. Avremmo detto che gli Stati Uniti pugnalavano la Francia alle spalle? No, avrebbero espresso un dissenso strategico e infatti ritengo che fosse più saggio sbarcare in Normandia. Avrebbero usato tutto il loro peso per indurre De Gaulle a non compiere un'operazione sterile e pericolosa. Tutto qui.

Un'altra obiezione che circola è poi questa, e mi è stata posta recentemente da un signore molto importante e benemerito per gli sforzi compiuti da anni in missioni pacifiche: "Ma Saddam è un feroce dittatore e il suo popolo soffre sotto il suo sanguinoso dominio. Non pensiamo ai poveri iracheni?" Ci pensiamo sì, ma stiamo pensando ai poveri coreani del Nord, a chi vive sotto il tallone di tanti dittatori africani o asiatici, a chi si è visto dominato da dittatorelli di destra sopportati e nutriti per impedire rivoluzioni di sinistra nell'America del Sud?

Si è mai pensato di liberare con una guerra preventiva i poveri cittadini russi, ucraini, estoni o uzbechi che Stalin mandava nei Gulag? No, perché se si dovesse far guerra a tutti i dittatori il prezzo, in termini di sangue e di rischio atomico, sarebbe enorme. E dunque, come sempre si fa in politica, che è realista anche quando ispirata a valori ideali, si è traccheggiato, cercando di ottenere il massimo con mezzi non cruenti. Scelta vincente, tra l'altro, visto che le democrazie occidentali alla fine sono riuscite a eliminare la dittatura sovietica senza lanciare atomiche. Ci è voluto un poco di tempo, qualcuno nel frattempo ci ha rimesso le penne, e ci dispiace, ma abbiamo risparmiato qualche centinaio di milioni di morti.

Sono poche osservazioni ma sufficienti, spero, a suggerire che la situazione in cui ci troviamo non consente, e proprio a causa della sua gravità, tagli netti, divisioni di campo, condanne del tipo "se la pensi così sei nostro nemico". Anche questo sarebbe fondamentalismo. Si possono amare gli Stati Uniti, come tradizione, come popolo, come cultura, e col rispetto dovuto a chi si è guadagnato sul campo i galloni di paese potente del mondo, si può essere stati colpiti nell'intimo dalla ferita che hanno subito più di un anno fa, senza per questo esimersi dall'avvertirli che il loro governo sta compiendo una scelta sbagliata e deve sentire non il nostro tradimento, ma il nostro franco dissenso. Altrimenti quello che sarebbe conculcato sarebbe il diritto al dissenso. E questo sarebbe proprio il contrario di quello che hanno insegnato a noi giovani di allora, dopo anni di dittatura, i liberatori del 1945.

(14 febbraio 2003)


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 14 Feb, 2003 on 15:25
Amare l'America e marciare per la pace
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne