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Europa degli studi senza frontiere Un milione all’estero con Erasmus
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1. Europa degli studi senza frontiere Un milione all’estero con Erasmus
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da Il Corriere della Sera
8 febbraio 2003

Il successo del programma per universitari descritto nel film «L’appartamento spagnolo»

Europa degli studi senza frontiere Un milione all’estero con Erasmus
La Bocconi vuole estendere gli scambi ai liceali

ROMA - Per chi ha fatto l’università e oggi ha meno di 35 anni non c’è bisogno di presentazioni. Per tutti gli altri sì. E allora: l’Erasmus è un programma dell’Unione Europea che permette di studiare all’estero per un periodo massimo di un anno. Un modo per imparare un’altra lingua. Ma soprattutto un’esperienza che ha cambiato la vita di molti ragazzi. Parlano i numeri. SUCCESSO - In 15 anni vi ha partecipato più di un milione di universitari: 108 mila gli italiani. Anche perché Erasmus non significa solo studiare in un altro Paese. Ma conoscere un’altra cultura. Anzi, tante culture: tra loro gli studenti stranieri fanno gruppo, spesso vivono insieme. E finiscono per creare delle piccole comunità internazionali che forse avvicinano i popoli più di mille trattati. Proprio come nell' Appartamento spagnolo , il film che racconta le avventure di un gruppo di Erasmus a Barcellona. Un’idea nata dall’esperienza diretta. O quasi: il regista, il francese Cedric Klapisch, non ha partecipato al progetto. Ma sua sorella e la sua fidanzata sì. Proprio a Barcellona.
COME FUNZIONA - Erasmus nasce nel 1987. E’ una sigla che, tradotta dall’inglese, sta per «Schema di azione della comunità europea per la mobilità degli studenti universitari». Ogni ateneo conclude accordi con istituti di altri Paesi. Per partecipare bisogna aver finito gli esami del primo anno e avere una buona media. Il soggiorno va da tre mesi a un anno. Gli esami fatti all’estero vengono riconosciuti in Italia. E Bruxelles mette a disposizione una borsa di studio di 126 euro al mese che, integrata dall’università, può arrivare anche a 400.
NUMERI - E’ stato un crescendo: nel 1987 partirono dall’Italia solo 220 ragazzi. Nell’anno accademico 2001-2002, secondo l’agenzia Socrates Italia, sono diventati 13.950. Quarto posto. Dietro la Francia, prima con 17 mila, la Spagna e la Germania, tutte e due a 16 mila. Ma davanti al Regno Unito, fermo a 10 mila. Le destinazioni preferite? Nell’ordine Spagna (3.824 ragazzi), poi Francia (2.277), e Germania (1.765). Per gli arrivi i dati si fermano all’anno 2000-2001: sono venuti in Italia 8.836 studenti stranieri. La classifica è sempre quella: primi gli spagnoli (2.829), poi tedeschi (1.187) e francesi, 1.119.
FUTURO - Per il periodo 2000-2006 l’Ue ha investito 1.850 milioni di euro nella cooperazione per lo studio. Ma c’è di più. Letizia Moratti, ministro dell’Istruzione, ha annunciato «l’incremento del sostegno alla mobilità internazionale». Mentre l’Università Bocconi propone un progetto simile all’Erasmus anche per le scuole superiori. Il primo passo è di questi giorni: un seminario in corso a Milano, con la partecipazione di 40 istituti europei, per fissare i protocolli, i metodi che rendano possibile lo scambio. Anche il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, aveva ipotizzato l’allargamento ai licei «per costruire la nuova Europa».
SOLO DIVERTIMENTO? - Parole alte. Che contrastano con chi dice che l’Erasmus è solo un modo per divertirsi all’estero e spassasserla con le ragazze straniere. Con tanto di borsa di studio. Una citazione autorevole di qualche tempo fa: «Lo scambio di studenti universitari è da lodare anche per la sua componente sessuale, che favorisce le relazioni bilingue e i matrimoni misti: fra 30 anni la classe dirigente europea parlerà almeno due lingue». Firmato Umberto Eco.

Lorenzo Salvia


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Date: 08 Feb, 2003 on 08:14
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