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Ottocentomila bandiere della pace Scuole divise: valgono quanto il Tricolore?
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1. Ottocentomila bandiere della pace Scuole divise: valgono quanto il Tricolore?
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da Il Corriere della Sera
8 febbraio 2003

Ottocentomila bandiere della pace Scuole divise: valgono quanto il Tricolore?
Vendite quadruplicate nell’ultima settimana. Cautela al ministero dell’Istruzione

E’ il «passaparola» della pace. Tutti la vogliono, la pace. E se per dirlo basta un bandiera con i colori dell’arcobaleno tutti la espongono, la bandiera. Un gioco, una moda? Sicuramente un fenomeno di massa: le ultime stime dell’organizzazione che ha promosso la campagna «Pace da tutti i balconi» parlano di 800 mila bandiere vendute in tutta Italia. Ma il dato più impressionante è che erano duecentomila appena una settimana fa: quadruplicate in appena sette giorni. Grazie a un sito Internet (www.bandieredipace.org) e a una miriade di associazioni che a un prezzo tra 4/6 euro ciascuna stanno diffondendo l’iride importato dall’Inghilterra dallo storico pacifista Aldo Capitini. Un «passaparola» di successo, pronto a essere imitato fuori confine («Dalla Svizzera ci hanno chiesto di poter importare l’iniziativa», raccontano gli organizzatori), non può che avere i giovani tra i protagonisti. Infatti le scuole italiane pullulano di bandiere. Tanto che alcune si spingono ad affiancare l’iride pacifista alla bandiera italiana o a quella europea sulla facciata dell’istituto. Ma in tutti i «passaparola» c’è quello che prima di raggiungere l’orecchio del vicino si ferma un attimo. A riflettere. E’ successo anche stavolta. Così gli studenti - ma anche gli insegnanti e i dirigenti scolastici - a mano a mano che il fenomeno si espande si scoprono divisi. Al sì «senza se e senza ma» alla bandiera si affiancano quelli che la bandiera la vogliono esporre ma non sul pennone ufficiale. O quelli che alla bandiera al vento preferiscono una discussione in classe sul Medio Oriente, il terrorismo, Saddam, la superpotenza Usa. Per riempire, più che si può, il pacifismo di contenuti. O anche, in qualche caso, per decidere che in quest’occasione il pacifismo può ammettere deroghe.
Il ministero dell’Istruzione per ora non si pronuncia formalmente sul tema «bandiera sì bandiera no», che già da qualche settimana appassiona la politica locale. Tuttavia fonti non ufficiali fanno sapere che l’orientamento è rifarsi alla «recente legge Violante», la quale parla di tre e non più di tre bandiere sui pennoni dei palazzi istituzionali. Sono il Tricolore, la bandiera dell’Unione Europea e quella di un Ente locale (Regione, Provincia o Comune). La presenza di un quarto vessillo potrebbe - si fa capire - «teoricamente portare qualcuno a parlare di vilipendio dell’istituzione. Meglio esporla in una bacheca, in un corridoio». Un’interpretazione eccessivamente formalistica per una bandiera che vuol dire pace?
«Non esporre la bandiera "emozionale" della pace a fianco di quelle istituzionali non può essere un fatto meccanico ma una scelta consapevole»: è Ermanno Serrajotto, assessore all’Istruzione della Regione Veneto, leghista, a parlare così. E a dire chiaro: «Non farei mai un’ordinanza in questa direzione, l’equilibrio si deve raggiungere pensandoci tutti insieme: studenti, insegnanti, autorità locali». Eppure, nel cattolico Veneto, la Regione capofila del pacifismo «arcobaleno», è stato proprio lui a dare uno stop alle scuole che ha fatto rumore: per favore evitate di esporre la bandiera della pace sul pennone ufficiale quando magari non c’è neppure la bandiera del Veneto. Il centrosinistra è insorto, lui spiega che il richiamo alla pace «c’è già nel Tricolore, simbolo di una Costituzione italiana che ha la pace tra i valori fondamentali e nella bandiera veneta con quel "pax" scritto sul libro retto dal Leone alato. Ma al messaggio di pace si affianca in entrambe quello della sicurezza, un’esigenza sentita tra i giovani. Molti mi scrivono email che non escludono l’intervento: anche loro devono essere rappresentati».
Anche se sono tanti i ragazzi che lamentano una certa distanza dell’istituzione scolastica dalla discussione sulla guerra all’Iraq che sta attraversando la società, il dibattito nelle aule pare avviato su binari dialettici sufficientemente consapevoli. La stessa cosa non sempre si può dire della politica. Episodi come il blitz del verde Paolo Cento alla Camera hanno infastidito, oltre che il leader dell’Ulivo Rutelli, gli stessi pacifisti che hanno ideato la campagna delle bandiere «arcobaleno»: «Vedere la bandiera sventolata e strattonata in quel modo... Purtroppo non siamo ben rappresentati in Parlamento», dice Luca Mucci, responsabile dell’associazione Modena Terzo Mondo di ispirazione cristiana. E un blitz è stato anche quello dei consiglieri veneti di Ds e Margherita che hanno esposto l’«arcobaleno» con la scritta Pace dalle finestre dei loro gruppi consiliari al palazzo Ferro-Fini sul Canal Grande a Venezia. Il presidente leghista del Consiglio, Enrico Cavaliere, le ha fatte togliere, non importa che non fossero sui pennoni ufficiali: «Martedì sarà l’ufficio di presidenza a decidere, ma il mio parere è che con questa logica chiunque può appendere la sua bandiera su qualsiasi tema dalle finestre di un palazzo che rappresenta un’istituzione. E questo non si fa».

Enrico Caiano

CATANIA
Liceo scientifico «Galilei»
«Tanti non sono interessati»

Leone Calambrogio , preside: «Bene il simbolo, ma devono seguire comportamenti coerenti». Concetta Amato , docente di fisica: «Serve una vera cultura della pace, non una bandiera». Ludovico Paladino , studente: «A tanti non interessa»

GENOVA
Liceo scientifico «Leonardo»
«No, ci sembra solo una moda»

Gualtiero Ghia , preside: «La scuola è di tutti, deve astenersi da connotazioni troppo forti, in una direzione o nell’altra». Fabrizio Parodi , studente: «Niente bandiera, perché molti non sono d’accordo. E poi c’è chi la mette solo perché è di moda»

ROMA
Media «Largo Oriani»
«Insegnare la pace è un dovere»

Giulia Gallo , preside: «Insegnare i valori della pace rientra nelle finalità educative della scuola». Aurelia Riccio Corbucci , docente di Lettere: «Ho comprato io le bandiere: sei, una per classe». Carlo Sangoni , studente: «Tutti d’accordo sull’appenderle».

ROMA
Media «Largo Oriani»
«Insegnare la pace è un dovere»

Giulia Gallo , preside: «Insegnare i valori della pace rientra nelle finalità educative della scuola». Aurelia Riccio Corbucci , docente di Lettere: «Ho comprato io le bandiere: sei, una per classe». Carlo Sangoni , studente: «Tutti d’accordo sull’appenderle».

BARI
Ist. tecnico «Marconi»
«Un’assemblea per decidere»

Michele Roberti , preside: «Sul tema della pace faremo un’assemblea». Marika De Meo , docente di Disegno: «Vogliamo esporla, è un segnale importante». Giacomo Flora , studente: «Faremo una riunione per decidere. Data: 13 febbraio»

BRESCIA
Ist. comprensivo «Franchi»
«Noi la esponiamo da anni»

Rosangela Comini , preside: «Da noi è esposta da anni». Lidia Zorat , docente di Lettere: «Dobbiamo trasmettere una cultura di pace». Simone Fadani , studente: «Mio nonno è stato in campo di concentramento. La pace è la cosa più importante»

LIVORNO
Ist. tecnico «Galilei»
«Pronti ad andare in piazza»

Roberto Gallinari , preside: «Se chiederanno di esporre la bandiera, lo faremo». Daniela Tecardi , docente di Biologia: «Mi piacerebbe vederla in ogni scuola». Alessandro Pulidori , studente: «Per la pace siamo disposti a scendere in piazza»

UDINE
Ist. commerciale «Stringher»
«Bene, se i ragazzi vogliono»

Enrica Mazzuchin , preside: «Ben venute le bandiere, se i ragazzi le vogliono. Non ho preclusioni: voto Berlusconi e credo nella pace e nel rispetto fra i popoli». Maria Lucis , docente: «E’ un messaggio giusto: le ho messe nella mia classe»

NAPOLI
Ist. «Margherita di Savoia»
«Ma i docenti diano l’esempio»

Franca Sibilio , preside: «Giusto esporla, non è un gesto politico». Lucilla Matarazzo , docente di Latino: «Sta a noi spiegare la situazione, come meglio possiamo». Valentina Torrone , studentessa: «Ok la bandiera, ma gli insegnanti diano l’esempio»

BOLOGNA
Liceo «Galvani»
«Giusto, è un messaggio forte»

Ottavio De Notaris , preside: «E’ un messaggio forte contro la guerra». Luigi Peternolli , docente di Religione: «Cattolici o no, tutti gli studenti per la pace». Sara Pellegrini , studentessa: «Vendiamo le bandiere a scuola: le comprano tutti»

MILANO
Liceo classico «Berchet»
«Tutti d’accordo sull’arcobaleno»

Pietro De Luca , vicepreside: «Nessuna provocazione, il messaggio è trasversale». Guido Panzeri , docente di Filosofia: «La scuola insegni a riflettere su guerra e pace». Carlotta Meda , studentessa: «L’abbiamo appesa, nessuno ha protestato»


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Date: 08 Feb, 2003 on 08:11
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