Moratti: partirà tra un anno la nuova riforma dei cicli

Scuola, il ministro ha presentato il suo piano. "Al via gli stati generali dell'istruzione"

MARINA CAVALLIERI

ROMA - Una scuola autonoma, libera da impacci burocratici, un sistema d'istruzione integrato al centro di nuovi investimenti, istituti dove i professori abbiano un ruolo riconosciuto purchè non si lascino andare ad una visione del lavoro impiegatizia. Letizia Moratti, ministro della Pubblica istruzione, illustra il suo piano programmatico alla Commissione Cultura della Camera, con voce ferma presenta il suo progetto politico racchiuso in venti pagine e lancia la sua sfida: interventi rapidi, trasparenza e una sorta di Stati generali dell'istruzione con la partecipazione di studenti, genitori, insegnanti ed esperti a fornire riscontri concreti per un nuovo piano di riforma degli ordinamenti scolastici.
La riforma dei cicli. La sospensione, dice il ministro, non è stata voluta per bloccare il processo riformatore ma per coinvolgere gli attori principali del processo, famiglie, insegnanti, docenti, ora il punto centrale è un nuovo piano di attuazione della riforma, un percorso di revisione parlamentare per iniziare l'anno scolastico 2002/2003 con le nuove indicazioni.
Docenti. Si è consolidato un modello di lavoro a volte privo di significato, di natura impiegatizia, non professionale, con una tolleranza eccessiva verso comportamenti incompatibili con la funzione docente. Gli investimenti vanno concentrati sulla definizione di articolazioni che si concretizzino nel riconoscimento di un diverso impegno professionale. Il ministro propone anche un codice deontologico, uno specifico ambito contrattuale per il personale docente e un nuovo contratto per i dirigenti.
Lo Stato. Non può essere l'unico promotore del valore del capitale umano né essere custode esclusivo del patrimonio di competenze tecnico scientifiche. Il ruolo dello Stato centrale va ridefinito, serve un sistema su tre livelli: nazionale, regionale e dei singoli istituti con un centro che indirizzi e governi ma senza compiti di gestione secondo i principi del federalismo solidale.
L'Università. C'è ancora tra università e mondo del lavoro un distacco che bisogna colmare, quanto alla riforma il governo intende sostenere le università che vogliono attuarla subito ma dare anche la possibilità di differire l'inizio dei corsi al 2003/2004 a quegli atenei che ne sentono l'esigenza.
La scuola sembra essere, dunque, anche per il nuovo governo un terreno d'intervento decisivo. Ieri il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha precisato: «L' impressione di uno smantellamento della scuola pubblica a favore del sistema privato è totalmente priva di fondamento». Intanto intorno ai temi dell'istruzione si formano partiti trasversali. La Margherita vota con il centrodestra contro due emendamenti dei Ds; la Casa delle libertà si divide, con l'Ulivo in soccorso di un emendamento di An, comunque bocciato. E' avvenuto alla Commissione lavoro della Camera che ha approvato il decreto del ministro Moratti sui precari. Il decreto attribuisce ai precari delle scuole paritarie lo stesso punteggio maturato dai supplenti che hanno prestato servizio nelle scuole pubbliche e unifica il terzo e quarto scaglione delle graduatorie.