SCONTRO SULLA PROPOSTA. LA CGIL: RITORNO AGLI ANNI 50. LA UIL: SUBITO UN NEGOZIATO

«Cambiare lo status giuridico dei prof»
La Moratti: le norme sugli insegnanti sono datate e da rivedere

ROMA - La riforma della scuola potrebbe essere varata tra venti giorni e il contratto dei docenti ancora prima. Ma la scuola rischia di essere travolta da un´ulteriore disputa: quella sullo stato giuridico dei docenti. La legge di riforma ha ripreso il suo iter parlamentare in commissione Cultura, alla Camera e, secondo il presidente Ferdinando Adornato, dovrebbe approdare in aula già nella seconda settimana di febbraio. Il ministro Moratti ha ricordato che, in caso di rapida approvazione, si dovranno riaprire le preiscrizioni al primo anno delle materne e delle elementari, per favorire l´anticipo previsto dalla legge. Anche il contratto degli insegnanti si avvia alla conclusione. Le trattative sono state sbloccate dal ministro della Funzione pubblica, Luigi Mazzella, ma restano ancora dispute sull´ammontare degli aumenti. E´ però scoppiata la polemica sullo stato giuridico degli insegnanti. La deputata di Alleanza nazionale, Angela Napoli, ha annunciato di voler presentare un emendamento alla legge di riforma per dare al governo una delega a legiferare sulla questione. Lo stato giuridico degli insegnanti è quell´insieme di norme che definiscono ruoli, funzioni e carriere della classe docente. Dal `93, da quando cioè esiste il rapporto di lavoro «privatistico» anche nella pubblica amministrazione lo stato giuridico degli insegnanti è parte del contratto, sotto il capitolo «aspetti normativi». Il ministro Moratti ieri non ha voluto entrare nel merito, limitandosi a dire che «sicuramente lo stato giuridico degli insegnanti è datato e ha bisogno di una revisione, ma mi sembra che ci sia un orientamento diverso rispetto alla presentazione di un emendamento nella legge delega». Nulla di più. Anche se è chiaro che il ministro non gradirebbe una revisione dello stato giuridico dei professori che piovesse dall´alto per vie amministrative. La deputata, Angela Napoli, ha chiarito poi, che neppure lei pensa ad un intervento autoritativo del governo, «ma che la delega consente comunque un percorso più rapido ed è quindi utile in questo senso. Nel merito dei contenuti occorre aprire un confronto con i sindacati e il mondo della scuola». Ampie rassicurazioni, dunque, ma che non sono bastate a sedare le inquietudini tra i sindacati che vedrebbero la materia della contrattazione limitarsi a poco più dell´orario e della retribuzione. «E´ un ritorno agli anni `50 - ha detto il segretario della Cgil scuola Enrico Panini - agli anni del primato del potere amministrativo sui diritti delle persone». «C´è un accordo siglato dal vicepremier Fini - ha ricordato il segretario della Uil scuola Massimo Di Menna - che prevede l´impegno del governo a non intervenire per legge sulle materie contrattuali» e quindi, ha aggiunto il segretario dello Snals Fedele Ricciato «lo stato giuridico va riscritto per via negoziale e non certo per via legislativa».

Raffaello Masci