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Delitto e castigo via Internet
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1. Delitto e castigo via Internet
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da La Repubblica
Mercoledì, 18 Luglio 2001

Delitto e castigo via Internet

IL CASO

di SALMAN RUSHDIE

COME l'eroina di una tragedia greca, una donna, - Denise Fergus il suo nome - leva metaforicamente in alto il corpo senza vita del suo bambino assassinato, James Bulger, e implora vendetta. Gli assassini stanno per uscire di prigione e la madre lo trova iniquo.
"Non importa dove", grida, "qualcuno li starà aspettando. Li scoveranno, a costo di rivoltare ogni pietra".
Poi, scendendo dalle vette classiche del sangue chiama sangue, si lascia sfuggire: "Per otto anni ho mantenuto la mia dignità. Tra non molto racconterò la mia versione della storia".
Speriamo che ciò non si traduca in un'ode a caratteri cubitali alla "legge" del taglione sul tabloid del vicino. La dignità non merita la prima pagina, dopo tutto. E se uno o l'altro dei due rilasciati verranno uccisi dai vigilantes o se individui innocenti, scambiati per i killer scarcerati verranno eliminati, sempre dai vigilantes, tanto meglio per la tiratura.

L'omicidio del piccolo James Bulger, due anni, avvenuto nel 1993 in Gran Bretagna a Merseyside, per mano di Robert Thompson e Jon Venables, dieci anni all'epoca, sollevò fin dall'inizio grossi interrogativi. Il fatto che gli assassini fossero essi stessi bambini e l'insolita brutalità del delitto ci fecero interrogare sulla natura del male, un interrogativo profondo reso inevitabilmente superficiale dai media, per i quali il male aveva l'aspetto di un'apparizione da video horror.
Si disse in effetti che Venables e Thompson erano stati influenzati da un video horror che, come emerse in seguito, non avevano visto. Non erano gli assassini a pensare secondo gli stereotipi convenzionali dei film horror. Era la stampa britannica.
Data la turpitudine del delitto, in tanti non riescono evidentemente ad accettare che Venables e Thompson possano aver concluso con successo un processo di riabilitazione. Per molti il pentimento che dichiarano non è altro che una manovra equivoca. Nel famoso racconto di Evelyn Waugh, "Mr. Loveday's little outing" (La piccola gita di Mr. Loveday), un assassino che per molti anni era stato il detenuto più mite, gentile e buono di indole che si possa immaginare viene infine posto in libertà provvisoria e subito torna ad uccidere. Questo timore di una recidiva nel crimine viene costantemente invocato da chi si oppone alla scarcerazione di Venables e Thompsone e rappresenta quella scintilla del sospetto che i giornali britannici si sforzano di attizzare e trasformare in falò.
Eppure tutte le fonti meglio informate hanno continuato a ripeterci che Venables e Thompson sono davvero cambiati, che potrebbero posare da modelli per la pubblicità dell'efficacia della riabilitazione. Mark Leech, membro di Unlock, un'organizzazione di beneficenza a favore degli ex criminali, afferma che: "Non si prospetta l'eventualità che possano commettere nuovi delitti." Così adesso ci tocca affrontare questa decisione netta, senza mezzi termini. O crediamo che la riabilitazione sia possibile, nel qual caso dobbiamo accettare l'opinione degli esperti che in questi due soggetti ha avuto successo, oppure rifiutiamo questa possibilità, nel qual caso smettiamola di cercare di riabilitare le persone, decidiamo che le sentenze di condanna al carcere debbano rappresentare la vendetta della società sui criminali, che dovrebbero essere trattati come cause perse e tenuti sotto chiave a fin di bene in condizioni orribili.
Se le persone non possono migliorare, se le uova marce restano marce e le mele bacate non possono tornare intatte, meglio buttarle via. I grandi interrogativi non sono finiti. Pentimento e perdono non sono correlati strettamente come pensa la gente. A volte perdoniamo gli impenitenti e in altre occasioni condanniamo chi prova davvero rimorso. Così anche se gli assassini di James sono oggi davvero cambiati, anche se questi diciottenni che stanno per essere scarcerati hanno subito una profonda trasformazione, potranno essere lasciati liberi di trascorrere quel che resta delle loro vite in un'anonima pace solo se un processo distinto, definiamolo una crescita del senso di giustizia nei cuori dei più offesi dal loro crimine e oltre, nella società nel suo complesso, condurrà al loro perdono.
E' proprio in considerazione dell'importanza e della complessità della questione che il comportamento demagogico di gran parte della stampa britannica è apparso particolarmente disgustoso e le vecchie accuse che lo vogliono incontrollato si sono rivelate quanto mai fondate. Anche i difensori più strenui della libertà di parola hanno ripetuto che il comportamento dei tabloid britannici rende sempre più difficile sostenere la tesi della libertà di espressione, e che la stampa scandalistica sta mettendo a dura prova la resistenza di questo acclamato principio democratico.
Il circuito di ritorno tra gli eventi e la narrazione che ne viene fatta è così stretto e rapido che i media finiscono per essere i grandi protagonisti delle storie che raccontano. E in questa storia, sono al lavoro per sovvertire qualunque principio civile di giustizia, creando nei lettori una mentalità da linciaggio che potrebbe davvero fare delle vittime.
Sta accadendo qualcosa di orribile, un degrado generale della risposta dell'opinione pubblica dovuta ad anni di esposizione ai valori propagandati dai tabloid. Si dice che i giornali spagnoli siano pronti a pagare grosse cifre per ottenere informazioni su dove si trovino Venable e Thompson, non perché questo interessi particolarmente i lettori spagnoli, ma perché è estate e la Spagna pullula di inglesi. Quel bordello di irresponsabilità che è Internet ha già iniziato a dare informazioni di questo tipo e indubbiamente presto la rete ne sarà subissata. Jon Venables e Robert Thompson possono fuggire, ma con tutta probabilità non riusciranno a nascondersi e in una Gran Bretagna dove ci si comporta sempre più come in una Dodge City o in una Tombstone dei tempi più selvaggi, questi ragazzi saranno fortunati a non finire al cimitero di Boot Hill. Possiamo solo sperare che non sia così, perché insieme a loro è in fuga l'idea di un'altra Gran Bretagna, in cui il riserbo è più apprezzato del melodramma, la compassione è meglio del desiderio di vendetta e la dignità vale la pena di mantenerla per più di otto anni.

Traduzione di Emilia Benghi


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Date: 18 Jul, 2001 on 08:57
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