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«Censiremo tutte le specie della Terra»
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1. «Censiremo tutte le specie della Terra»
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 11 Gennaio 2003

Uno sforzo simile alla mappa del genoma umano: necessari 25 anni di ricerche e tre miliardi di euro

«Censiremo tutte le specie della Terra»
Gli scienziati vogliono scrivere il «Libro della vita»: scopriremo ogni tipo di animali e vegetali

Internet e la genetica finalmente ci aiuteranno a scrivere il «libro della vita». L’hanno battezzato così gli scienziati che fanno parte della «All Species Foundation» nata proprio per censire tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, che abitano sulla Terra. Una grande sfida, paragonata per le difficoltà dell’impresa alla mappa del genoma umano, e che richiederà 25 anni, oltre a risorse stimate fra uno e tre miliardi di dollari. Una follia? «No, una necessità - dice Terry Gosliner, biologo della Fondazione - perché le conoscenze che abbiamo sono davvero troppo limitate. E ciò impedisce di affrontare in modo serio qualsiasi piano di conservazione e tutela. Per fare un confronto - aggiunge - è come se pretendessimo di effettuare una buona chimica conoscendo soltanto un terzo delle tavola periodica degli elementi. E oggi affrontiamo la biologia sapendo che esistono solo un decimo o forse un centesimo delle specie realmente viventi».
Quelle infatti finora descritte arrivano a 1,7 milioni ma le stime dicono che il numero vero potrebbe oscillare addirittura tra i dieci e i cento milioni. Per questo un paio d’anni fa, una quarantina di scienziati legati alla California Academy of Science lanciarono l’idea della Fondazione attorno alla quale si coagulò col tempo l’interesse di grandi università e istituzioni distribuite nei cinque continenti. «Le conoscenze maturate di recente dalla genetica, anche nelle tecniche di indagine, e lo sviluppo acquisito dalla rete Internet a livello planetario ci permettono di avviare seriamente il lavoro» precisa Terry Gosliner.
Se potesse ascoltare queste parole sarebbe felice Carlo Linnèo, il medico svedese che alla metà del Settecento gettò le basi per la classificazione dei viventi. Il suo sogno era appunto quello materializzato ora dalla Fondazione.
«Molti campi della biologia soffrono per i vuoti di conoscenza ancora presenti - dice David Hill dell’Università del Texas - E siamo nei guai quando tentiamo di esprimere delle previsioni sui sistemi ecologici, ad esempio, proprio perché ignoriamo gran parte di ciò che succede nell’interazione fra le specie. Ognuna di esse è una miniera di informazioni genetiche essenziali per capire i meccanismi della sopravvivenza o dell’estinzione».
La vita sul nostro pianeta è stata sconvolta da sei ondate distruttive, le grandi estinzioni, che hanno travolto ma anche ridisegnato l’evoluzione della vita. Le cause di questi avvenimenti sono state in alcuni casi ipotizzate facendo spesso riferimento a eventi astronomici come la caduta di corpi celesti, ma in realtà - dicono gli scienziati - le vere ragioni non sono ancora decifrate.
Nel frattempo, ogni anno, mentre si lamenta la scomparsa di diverse specie altre se ne aggiungono di nuove (circa diecimila fra vegetali e animali) e il loro arrivo complica ancor di più il quadro, il quale manca di una cornice d’insieme. E questo non può essere che un «web-database» costruito attraverso i continenti.
«Il piano della Fondazione è irrinunciabile se vogliamo garantirci un futuro - dice Piero Genovesi dell’Istituto nazionale della fauna selvatica -. Già oggi si stanno perdendo molti animali e piante perché ignoriamo il loro mondo. Solo nelle foreste si nascondono cinque-sei milioni di specie tutte da scoprire». La maggior parte sono invertebrati e insetti (veri padroni del pianeta) oppure vegetali.
«Più rari da individuare sono nuovi mammiferi e quelli ultimamente identificati sono stati il frutto della ricerca genetica», dice Genovesi. Tra i ritrovamenti più noti c’è un’antilope in Vietnam, il gigantesco squalo «Grande bocca» trovato alle Hawaii, il «Calamaro misterioso» di quattro metri che vive nelle profondità degli oceani e il Bradipo tridattilo su un’isoletta al largo di Panama. E alcuni presentano anche caratteristiche insolite, inaspettate.
«In Italia - ricorda Genovesi - abbiamo scoperto da poco due specie di pipistrelli e la «lepre italica» prima classificata nel ceppo europeo e impunemente cacciata. Conoscendo la sua particolarità, ora possiamo proteggerla».

Giovanni Caprara


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Date: 11 Jan, 2003 on 08:44
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