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«A scuola vaccini obbligatori» Lo chiede la Lega: «Non per motivi di razzismo»
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1. «A scuola vaccini obbligatori» Lo chiede la Lega: «Non per motivi di razzismo»
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da La Stampa
Venerdì, 10 Gennaio 2003

IL PROVVEDIMENTO PROPOSTO IN SEGUITO ALL´ARRIVO E ALLA REGOLARIZZAZIONE DEGLI IMMIGRATI

«A scuola vaccini obbligatori»
Lo chiede la Lega: «Non per motivi di razzismo»

MILANO - Ritornare all´obbligo di vaccinazione per tutti gli scolari, pena la non ammissione all´anno scolastico. Lo chiede la Lega Nord, con una proposta di legge presentata in Parlamento e depositata al Consiglio regionale della Lombardia. «L´arrivo e la regolarizzazione degli immigrati extracomunitari deve far riflettere sull´opportunità di reintrodurre la certificazione di vaccinazione obbligatoria per chi frequenta la scuola dell´obbligo», spiega Davide Boni, capogruppo della Lega alla Regione Lombardia. «Una legge sbagliata del `99 ha tolto, in nome del diritto allo studio, l´obbligatorietà della vaccinazione per chi frequenta le scuole italiane. Ma per rispettare la libertà terapeutica di alcuni genitori, non crediamo che si possa mettere a rischio la salute di tutti gli scolari». Boni dice che la proposta di legge è «dettata dal semplice buonsenso: i bambini che vengono da Paesi dove non esiste alcuna profilassi rischiano di introdurre malattie contro le quali i bambini italiani non hanno più anticorpi». Esempio: la tubercolosi, malattia praticamente sparita in Italia ma molto presente in altre regioni del mondo. «Qualche mese fa in un ospedale del Mantovano si è verificato un caso di tbc in una paziente cinese: tutto il reparto è finito in quarantena». Altro esempio, la difterite: «Nei Paesi dell´ex Urss la crisi dei sistemi sanitari ha causato il ritorno di malattie come questa, in passato ampiamente sotto controllo». Boni mette le mani avanti: «Chiediamo la vaccinazione obbligatoria di tutti i bambini non certo per motivi razziali, ma per una efficace e migliore tutela della salute. E´ una legge a garanzia di tutti». Alla proposta della Lega risponde indirettamente Walter Pansini, presidente del coordinamento del Movimento per la libertà delle vaccinazioni, il Comilva: «I vaccini hanno come unico effetto quello di intossicare l'organismo e di inibire il sistema immunitario, favorendo l'insorgenza di nuove malattie infettive e del sistema nervoso». Nuove malattie tra cui la meningite, che «storicamente non è una patologia che colpisce i bambini», ma che in questo periodo sta creando allarme in Lombardia, dove è appena partita una campagna di profilassi attiva per la popolazione da 0 a 18 anni, a Magenta e nei comuni vicini. Secondo Pansini «i vaccini indeboliscono la razza. E le istituzioni, con la strategia precisa di portare le vaccinazioni obbligatorie da 10 a 20 nei prossimi due anni, finendo probabilmente per portarle a 50 entro un decennio, fanno solo il gioco delle industrie farmaceutiche: più vaccini quindi più malati, quindi più farmaci e vaccini». Il «gioco» è di «somministrare sempre più vaccini senza aver prima dimostrato che servono a qualcosa». Secondo il leader del Comilva, insomma, la strada è segnata. «Stanno creando una generazione di soggetti deboli, destinati a essere fragili dal punto di vista immunitario, dunque vulnerabili alle infezioni, e ad ammalarsi di nuove patologie neurodegenerative». E comunque «che vaccinare all'infinito non sia una strada logica non lo diciamo certo noi, ma lo dimostrano mille studi tratti da riviste mediche, che elencano tutti i rischi derivanti dai vaccini: nuove malattie, specie del sistema nervoso centrale».

bru.gio

IL PARERE DEL DOCENTE DI MALATTIE INFETTIVE ALL´UNIVERSITA´ DI MILANO
«Non siamo minacciati da virus sconosciuti»
Galli: «Abbiamo paura dell´ignoto e il diverso viene considerato portatore di impurità»

ROMA - E´ di nuovo caccia all´untore? La salute dei nostri figli è davvero minacciata da un esercito di bambini extracomunitari, serbatoi di chissà quali terribili patologie? Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive all´Università di Milano, commenta la proposta di ripristinare l´obbligo di presentare a scuola i certificati delle vaccinazioni obbligatorie perché così, secondo le intenzioni del leghista Boni, si evita «l´importazione indesiderata di malattie da noi sconosciute o già debellate in passato».

Professor Galli, siamo in pericolo?

«Siamo di fronte al solito problema: la paura del´ignoto. L´ignoto che ci viene portato dal diverso, responsabile di introdurre nella nostra purezza l´elemento dell´impurità. La storia è sempre questa. Quanto poi all´importazione di malattie sconosciute, non esistono vaccinazioni per malattie che non conosciamo. Tutto questo mi sembra un po´ il tentativo di attribuire la colpa a qualcuno, anche se non si sa di che cosa attribuirgli la colpa».

Dunque, nessun pericolo di contagio dagli immigrati?

«L´esperienza ci insegna che gli extracomunitari che arrivano nel nostro Paese si ammalano o hanno riaccensioni di malattie legate al clima diverso, ma soprattutto, alle condizioni di vita difficili alle quali sono costretti. Tubercolosi che si risvegliano perché se uno è abituato a vivere in un luogo caldo, mangiando magari neppure troppo male, e arriva a condurre un´esistenza infame, trascinandosi per strada al freddo, è più facile che si ammali».

Siamo minacciati da malattie tropicali?

«La maggior parte delle patologie tropicali deriva da situazioni che si verificano in condizioni climatiche completamente diverse dalle nostre. Inoltre sono trasmesse da vettori che non possono vivere ai nostri climi. L´importazione di patologie da fuori non è così facile. Il tabù rappresentato dallo straniero che ti porta malattie sarebbe piuttosto da ribaltare: ditelo alle ragazzine prostitute dell´Est, minorenni e asservite, che vengono infettate dai clienti italiani».

Sono, allora, più pericolosi gli stravolgimenti climatici?

«Senza dubbio, ma si tratta di processi lunghi. Anche se ci sono eventi che danno da pensare».

Per esempio?

«Mi riferisco a West Nile, originaria di un distretto dell´Uganda, febbre grave che porta anche all´encefalite e che ha ucciso alcune persone a New York nel settembre del 2000 e in Louisiana nell´estate 2002. Il virus, che ha come serbatoio alcune specie di uccelli, non era stato introdotto negli Stati Uniti dagli immigrati, bensì dalle cicogne. Inquinamento, cambiamenti climatici e modificazione di habitat devono, comunque, preoccupare assai di più di una improbabile importazione di malattie da parte degli stranieri».


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Date: 10 Jan, 2003 on 07:15
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