RISCHIA IL CARCERE L'INSEGNANTE CHE UMILIA GLI ALUNNI

POTENZA, 7 gen - (News2000) Ingiuriare e imporre mortificazioni ai propri piccoli alunni è reato esattamente come compiere atti di violenza fisica: rischia dunque una condanna alla reclusione l'insegnante che maltratti psicologicamente i suoi scolari in classe. Lo ha sancito la Cassazione con una sentenza con la quale ha confermato la condanna inflitta dalla corte d'appello di Potenza a un anno di reclusione (pena condizionalmente sospesa) per il reato di maltrattamenti a Giuseppina C., una maestra 55enne della SCUOLA elementare di Senise (Potenza).

La donna, che continua a insegnare anche se in un altro istituto, aveva costretto i propri alunni delle classi di prima e seconda «a subire ogni sorta di sterile autoritarismo, di umiliazione e di vessazione e a respirare un clima di vero e proprio terrore con intuibili riflessi negativi - per la Suprema Corte - sull'equilibrio del loro sviluppo psichico e sullo stesso profitto didattico». I fatti risalgono all'anno scolastico ྚ-ྛ: «I bambini venivano costretti a stare in piedi per ore, a imitare gli animali, ad assistere, impotenti, alla distruzione di giochi che avevano portato da casa; venivano aggrediti verbalmente con espressioni ingiuriose e, a volte, anche fisicamente con percosse».

Per i giudici di piazza Cavour il comportamento dell'insegnante non può essere ricondotto all'abuso dei mezzi di correzione. Questo infatti presuppone un uso di mezzi leciti, anche se usati in modo sbagliato. Umiliare i propri alunni, invece, non può mai essere giudicato uno strumento educativo lecito e se il comportamento si ripete, diventa un vero e proprio maltrattamento.