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L’INFANZIA SCOMPARSA
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1. L’INFANZIA SCOMPARSA
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da Il Corriere della Sera
Lunedì, 6 gennaio 2003

IL PROZAC AI RAGAZZI

L’INFANZIA SCOMPARSA
di G. BARBIELLINI AMIDEI

Forse i bambini non esistono più. Forse non sono mai stati bambini questi uomini dalla faccia di fanciulli e dall’anima stanca la cui fatica di crescere la Food and Drugs Administration (l’agenzia americana dei farmaci) consente adesso di curare con il Prozac. Cantava Giorgio Gaber: «Non insegnate ai bambini la vostra morale». Strana è la morale di questi adulti che fanno invecchiare i figli a forza di pillole e allo stesso tempo li vogliono così piccoli da credere a ogni Babbo Natale e a ogni Befana.
Non c’è mai stato tanto boom di calze per l’Epifania, dieci milioni regalate questa notte. Sono stati spesi 700 milioni di euro per una favola di plastica.
Etimologicamente l’infanzia non c’è più. Ditemi voi se potete considerare infanti, cioè persone che non sanno ancora parlare, questi bimbetti che mitragliano chiacchiere da milioni di cellulari. Dallo scorso Natale molti bambini possiedono due telefonini, uno di prima e uno di seconda generazione, con quello ricevuto nel 2001 parlano con gli amici, con l’altro ricevuto nel 2002 mandano messaggi visivi ai loro improbabili amorini.
In sé e per sé lo spettacolo potrebbe anche essere allegro o almeno ridicolo. Ma inclina non di rado verso la tragedia. Alla periferia di Napoli un rapinatore di 13 anni che con un complice di 17 voleva portar via lo scooter a un poliziotto è morto sul ciglio della strada, raggiunto da un colpo di pistola dell’aggredito. Loro due avevano soltanto una pistola giocattolo. Alla loro età si dovrebbe soltanto giocare, non andare a fare rapine.
La vita di milioni di giovanissimi è caratterizzata da un elemento costante. Lo squilibrio. Ci sono scompensi impressionanti fra le età e i gesti, fra i mali e i rimedi, fra le intenzioni e gli esiti. Altrettanto priva di equilibrio spesso è la reazione degli adulti. Se il bambino è triste, oggi si dice depresso, gli si dà il Prozac. Se è irrequieto, oggi si dice iperattivo, gli si propone il Ritalin. Se è raffreddato, gli si somministra subito l’antibiotico. L’importante è lo scopo, si vuole comunque eliminare il problema. L’adulto considera importante normalizzare, non stare in pensiero. C’è tutto un mondo che non vuole mai stare in pensiero per colpa dei bambini. Se può, evita di creare la fonte stessa della preoccupazione ed ecco il crollo demografico.
Quando comunque i figli nascono, viene messa in campo una strategia della semplificazione della convivenza. La comunicazione è ridotta all’osso, priva di spiegazioni. Il dialogo è rapido e si basa su poche centinaia di vocaboli di un’incredibile lingua che corre fra genitori e figli. Gli apparati elettronici, televisori, play station, game boy e cellulari aiutano nella rarefazione dei rapporti diretti fra le generazioni. Quattro ore al giorno davanti alla tv, almeno un’ora con i videogiochi, il resto, quando non è scuola, è telefonino.
L’episodio del Prozac, il farmaco ora consentito negli Stati Uniti fin dall’età di otto anni, impressiona per i rischi dell’uso improprio di cure così serie. Ma dovrebbe spaventare ancora di più la consistenza del fenomeno sociale che ha provocato la discutibile decisione delle autorità: un quarto dei bambini americani soffre di depressione, di ansia, di disturbi dell’umore. Non molto migliore è la situazione europea e quindi anche italiana. Sarebbe una follia trattare questi milioni di bambini come se fossero malati. Malata è la situazione nei confronti della quale i bambini segnalano, attraverso un comportamento anomalo, tutta la loro insoddisfazione profonda. A loro talvolta non piacciono gli adulti accanto ai quali devono venire su. E gli adulti di rimando offrono ad essi Prozac e merendine, Ritalin e game boy.
Si è voluto «dopare» l’età verde cui si è sottratto il centro, che era costituito da un continuo confrontarsi senza fretta con il mondo adulto. Ora nessuno ha più pazienza e tempo per aspettare che i bambini crescano e li si proclama quindi subito già cresciuti. Se nell’accelerazione qualcosa non funziona, c’è sempre una pillola a disposizione.

Gaspare Barbiellini Amidei


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Date: 06 Jan, 2003 on 09:14
L’INFANZIA SCOMPARSA
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